Nata a Milano nel 1967, Sonia Peronaci ha iniziato sin da bambina, a bazzicare nel ristorante di famiglia gestito dal padre. La passione per la cucina, gliel’ha trasmessa proprio lui. Ma non solo, anche la sua nonna austriaca, ottima cuoca, ha contribuito a farle amare le tradizioni e la buona tavola.

Racconta: “Sono cresciuta con il cibo, ho vissuto a lungo in Calabria, la terra di mio padre, dove ho imparato come si coltiva un orto, ad amare e riconoscere gli ingredienti e come si alleva un animale. Ho studiato ragioneria ma avevo dentro la cucina. Però non volevo fare la chef, non volevo che le mie figlie non mi vedessero mai, come era successo a me con i miei genitori. Alla fine, ho scelto una via alternativa, cucinare senza avere un ristorante.”

Sonia è madre di tre figlie, Deborah, Laura e Valentina, il suo compagno si chiama Francesco Lopes. Ha un bel rapporto con le ragazze, che ha educato con amore ma anche con regole rigide e precise, come sua madre ha fatto con lei.

Dopo aver fatto diverse esperienze lavorative, nel 2006 ha fondato con il compagno Francesco, che si occupava della parte di marketing e con sua figlia, a cui era affidata la sezione della community, il famosissimo sito internet e video blog di cucina Giallo Zafferano diventando una delle food influencer più famose d’Italia.

In poco tempo ha rivoluzionato il mondo delle ricette, fino ad allora contenute solo in riviste o libri di cucina, lanciandole online a disposizione di tutti e coinvolgendo quattro milioni di persone al mese, nel giro di sette anni.

Nel 2006 il web era molto testuale, noioso. Giallo Zafferano ha introdotto le video-ricette, e tante foto stimolanti che attiravano l’attenzione degli utenti e li invitavano a cucinare. Inizialmente, si è rivolto soprattutto ad un target di più giovani, abituati a quel genere di comunicazione immediata. Le visualizzazioni crescevano, i contenuti erano di qualità ma le aziende erano titubanti ad investire e a supportare il progetto.

Grazie alle basi solide, Sonia è comunque andata avanti, mettendo sempre al centro della propria filosofia la coerenza e la tutela della propria identità. Perché è vero che il mondo cambia, così come il modo di comunicare, ma i contenuti devono restare fedeli, e in poco tempo, si è passati dal web a tutti gli altri media.

Il progetto ha ottenuto un grande successo e nel Settembre del 2009 è stato acquisito dal gruppo Banzai, un colosso multimediale e delle telecomunicazioni.

Fantasia, precisione e voglia di spiegare tutto passo per passo, con foto e video. Erano questi gli ingredienti speciali di Giallo Zafferano, che da quell’anno assunse un carattere internazionale con la pubblicazione di video-ricette anche in inglese e spagnolo.

Nel mese di Ottobre del 2015, Sonia prende la difficile decisione di interrompere la collaborazione con Giallo Zafferano per occuparsi di altri progetti professionali nel ramo della divulgazione culinaria. Si dedica all’apertura di un sito che porta il suo nome www.soniaperonaci.it e alla realizzazione di diversi programmi televisivi, oltre a intraprendere importanti collaborazioni con aziende del mondo food.

Dichiara: “Se nel 2008 avessi avuto l’esperienza che ho adesso, forse non avrei venduto il mio sito al gruppo Banzai. Questo sì che è un rimpianto, non lo è invece, essermene andata anni dopo. Da dipendente della società, pur avendo imparato tanto, a un certo punto mi sono sentita ferma e poco stimolata. Sono contenta di aver preso un’altra strada. Devo dire che la nostra avventura da soli ha funzionato molto bene, mentre invece il “Giallo” attuale lo vedo un po’ vecchio e statico. Oggi il brand è Sonia Peronaci.”

Tra le 100 imprenditrici digitali più influenti, come proclamato dalla rivista Forbes, nel 2019 è stata premiata dalla Città di Milano, con il prestigioso Ambrogino D’Oro per aver saputo trasformare una sua passione in un lavoro di successo, con la genuinità che la contraddistingue in cucina come nella vita. Riconoscimento che ha evidenziato anche il suo ammirevole impegno nel sociale, viste le collaborazioni attive con diverse associazioni e Onlus, tra cui Alice For Children, Azione contro la Fame e Telethon.

Nel 2017 nel cuore di Milano, realizza un altro sogno. Inaugura la Sonia Factory la sua nuova base operativa, nella quale svolge le attività quotidiane, crea le ricette, gestisce i canali web e social media e lavora con la sua redazione.

Ma non solo questo, la Sonia Factory è anche una location multifunzionale di circa 450 metri quadrati, ottenuti ristrutturando un ex laboratorio artigianale, con spazio eventi, mostre, presentazioni, cooking lab, e set fotografico per shooting e riprese video.

In pratica, un luogo in grado di dare voce e rappresentare al meglio le sue diverse competenze di imprenditrice digitale, food influencer, cuoca, scrittrice, presentatrice, mostrandola in un’unica e nuova veste imprenditoriale.

Dal 2011 Sonia ha pubblicato ben 5 libri.

“Le mie migliori ricette” che raccoglie quelle più “cliccate” nel sito.

“Divertiti cucinando”.

“Guarda che buono!” con tante ricette per soddisfare i gusti dei bambini.

“La mia cucina” con idee, ricette e segreti per stupire con semplicità.

Lo scorso Novembre, è uscito il suo quinto libro.

LA CUCINA DI SONIA PERONACI, VIAGGIO GOLOSO TRA I SAPORI D’ITALIA

“La cucina italiana è composta da tante cucine diverse, tutte caratterizzate da prodotti e tecniche derivanti da territori ricchi di tradizione e cultura gastronomica. In questo libro Sonia ci guida in un percorso che, attraversando la penisola, ci presenta i piatti più tipici, dai primi e dalle carni delle regioni del nord, ai dolci e alle tante varianti di cottura dei pesci delle regioni del sud. Tante ricette riccamente illustrate e spiegate nel dettaglio perché ognuno di noi possa sentirsi un vero chef italiano.”

Un altro importante appuntamento giornaliero la vede, dal Dicembre 2020 su LA7d dove conduce LA CUCINA DI SONIA.

“Un entusiasmante percorso gastronomico lungo la nostra penisola che porta i telespettatori alla scoperta delle bontà regionali italiane, dall’antipasto al dessert, direttamente a casa del pubblico. In ogni puntata Sonia realizza una gustosa ricetta tipica della nostra tradizione gastronomica, percorrendo le strade del cibo da Nord a Sud, passando dai piatti tradizionali fino a svelare curiosità sugli ingredienti, preziosi consigli culinari e divertenti aneddoti legati alla storia del piatto del giorno. Non mancheranno i più noti e rinomati cavalli di battaglia della cucina italiana, il risultato sono 80 pietanze, quattro per regione, divise in antipasti, primi, secondi e dolci. Con il suo stile riconosciuto, precisione e semplicità di esecuzione.”

La cucina di Sonia è un format originale di branded entertainment – realizzato da Foodiesfaction Srl in collaborazione con la divisione Brand Integration di Cairo Pubblicità affidata ad Alessandro Valentini.

Ho avuto il grande piacere di ottenere un appuntamento telefonico per una intervista dedicata.

Sento Sonia nel primo pomeriggio. Precisa e puntuale, giusto un attimo di attesa perché sta sfornando una crostata con pistacchio e ricotta. Ecco, li perdo tutta la professionalità e inizio a sognare.

Ho visto talmente tanti video, che mi sembra di essere lì con lei in cucina. La osservo precisa, con i suoi gesti sempre misurati e attenti. Sento quasi il profumo. Cosa darei per una fetta! Devo assolutamente ricompormi e iniziare l’intervista.

Non mi viene difficile, perché ha una voce gentile, e si pone con una gran voglia di comunicare. Va oltre le risposte didascaliche, si racconta con piacere e io sono ben felice di ascoltarla perché le mie domande sono dettate da una reale curiosità nei suoi confronti. Forse questo è il suo segreto. È vera, come le sue ricette e traspare non solo attraverso la TV ma persino dietro un telefono.

Sonia rappresenta la sintesi perfetta dell’italianità. Padre calabrese, madre altoatesina. Disciplina, ma anche grande estro creativo, studio delle tradizioni insieme a modernità e proiezione verso il futuro. Curiosità, cultura, pazienza, coerenza ma anche essenzialità e capacità di arrivare dritta all’obiettivo.

Mezz’ora che vola, si parla di tutto.

Il Covid ha profondamente cambiato il mondo della ristorazione italiana. In che direzione pensi stia andando il settore in questo momento? Cosa succederà finita l’emergenza con le riaperture definitive?

Questa pandemia ci ha fatto capire che diversificare, avere delle attività collaterali, essere molto veloci ed elastici permette di rimanere a galla anche nelle condizioni più difficili. Quindi non una professionalità piatta che va staticamente in un’unica direzione.

Una soluzione, che ha aiutato tanti nel ramo della ristorazione, è stata dedicarsi all’asporto e al delivery. Per il momento, soprattutto per l’arrivo della bella stagione, è possibile che queste pratiche subiscano un rallentamento, ma rappresentano una importante risorsa per il futuro, e ritengo che il loro utilizzo resterà nelle abitudini dei consumatori.

Adesso, si ha una grandissima voglia di stare fuori, di viaggiare, di frequentare i locali e i ristoranti. Essendo stati per tanto tempo forzatamente in casa, si ha bisogno di incontro e socializzazione, di stare intorno ad un tavolo con gli amici. Perché mangiare insieme dona benessere e allegria. Quindi pian piano torneremo alla vita di sempre ma con una nuova consapevolezza.

Chi come me invece aveva già investito in altre attività, soprattutto quella digitale si è trovato comunque a lavorare tanto, forse ancora di più del solito. Non essendoci la possibilità di organizzare eventi in presenza, il web e la tv hanno sostituito gli incontri reali convertendoli in forma virtuale. Oggi, ai tempi del virus, curare i contenuti è quello che salva.

È stato comunque un momento in cui, io e il mio team, abbiamo avuto il tempo di riflettere e di fermarci a ragionare anche sulle prospettive lavorative future.

Come ti poni nei confronti della Cucina Gourmet e dei menù degustazione?

Io penso che la vera diffidenza nei confronti dei piatti Gourmet non sia dovuta tanto alle porzioni ridotte, quanto ai costi molto alti che li caratterizzano. Non tutti possono permettersi di andare in un ristorante stellato, gestito da uno chef famoso, anche se esiste una grande curiosità nei loro confronti.

Per citare una mia esperienza personale, ricordo con piacere quella vissuta a Villa Crespi da Antonino Cannavacciuolo che apprezzo davvero tanto. Devo dire che è stata di grande soddisfazione per la qualità eccelsa dei piatti che mi hanno permesso di vivere un percorso gustativo molto emozionante, e che non mi hanno certo delusa nelle quantità. Anzi, ho quasi fatto fatica a finire tutte le numerose portate.

Un’esperienza che andrebbe fatta, anche solo in un’occasione speciale.

Quanto ritieni sia importante la ricerca degli ingredienti, il rispetto delle filiere produttive e dei prodotti a km zero? Tu come fai la spesa?

Non sempre è facile seguire una linea di questo tipo, non solo per i costi, ma anche perché spesso non si trovano dei fornitori che garantiscano la qualità che vorremmo. Inoltre, diventa un po’ dispersivo e poco attuabile per tanti, che magari hanno poco tempo da dedicare a questa attività. La cosa importante è cercare ingredienti buoni e comprarne una giusta quantità evitando gli sprechi.

Io faccio la spesa alimentare al mercato, anche perché vicino a casa mia a Milano ce n’è uno antico e molto ben fornito. Trovo prodotti locali ma soprattutto stagionali dai quali traggo ispirazione e stimolo per cucinare i miei piatti. Dal pesce alla carne, al formaggio, fino al pane e alle verdure fresche che hanno un sapore speciale.

Nella grande distribuzione, si trova tutto più facilmente e non voglio certo demonizzarla perché la trovo comoda e pratica, soprattutto quando si va di fretta come spesso succede.

Il cuore degli affetti e di molte relazioni spesso risiede in un pasto. Prepararlo dedicando tempo e attenzioni ai nostri cari, rappresenta un dono immateriale molto prezioso. Hai un piatto che ti riporta ai ricordi d’infanzia?

Sicuramente gli Spatzle. Mia nonna austriaca e mia mamma altoatesina li preparavano molto spesso anche perché semplici e veloci. Con un attrezzino apposito, si faceva cadere l’impasto nell’acqua calda ottenendo degli gnocchetti che poi venivano conditi semplicemente con burro fuso, Parmigiano ed erba cipollina. Piacciono davvero a tutti, chi va in Alto Adige in vacanza non ci rinuncia.

A proposito di erba cipollina, utilizzi le erbe spontanee? Le conosci e le raccogli?

Quando riesco a trovarle al mercato le prendo volentieri. Ho abitato in Calabria per 20 anni, e allora andavo a raccogliere le erbe con mio padre. Vivendo in campagna capitava spesso e lo trovavo bello, divertente e rilassante. I prati erano ricchi di erbe di stagione come il tarassaco, gli asparagi selvatici, la borragine. Prendevamo persino le lumache e i funghi in autunno.

Purtroppo, anche quella è una pratica che richiede tempo e si deve vivere nei posti dove crescono spontanee. Adesso capita meno per via del mio lavoro molto impegnativo, ma mi restano i bellissimi ricordi dei momenti condivisi in famiglia.

Per quanto riguarda il tuo nuovo libro di cucina, LA CUCINA DI SONIA PERONACI, cosa pensi della ricetta perfetta? Di uno stesso piatto possono esistere diverse versioni a seconda del luogo in cui viene preparato e delle abitudini familiari. Eppure, per i cosiddetti puristi della cucina è sbagliato apportare delle modifiche fantasiose e personali. Tu come ti poni al riguardo?

È sempre bello trovare delle ricette originali, premettendo che sono davvero pochissime perché possono essere considerate tali, solo quelle depositate in Camera di Commercio come il ragù o la lasagna alla bolognese.

Altrimenti, da paese a paese, da città a città, persino da pianerottolo a pianerottolo le ricette vengono reinterpretate e modificate in base al tempo, alla stagione e alle consuetudini. Ma anche e soprattutto in base agli ingredienti disponibili. Pensiamo alla panzanella toscana, cucina povera e di recupero. Prevede tante varianti a seconda delle stagioni e a ciò che si trova in dispensa. Poi è vero che ci sono quelle più codificate ma in linea di massima tutte vengono in qualche modo rivisitate.

Nel mio recente libro, che parla proprio di tradizione e cucina regionale, è stato stimolante confrontarmi con i lettori che approvavano o meno alcune ricette, in base alle loro convinzioni personali o familiari. Quindi ci possono essere delle linee generali che definiscono la preparazione, ma è anche vero che esistono tante variabili, tutte ugualmente valide. Le piccole modifiche strutturali le trovo lecite e credo sia giusto e bello che ci si metta un po’ del proprio. L’importante è ottenere un buon risultato.

Ho letto che uno dei tuoi piatti preferiti sono le lasagne alla Bolognese. Hai nel cuore altri piatti, in particolare della cucina campana? E magari di quella sarda…

Una delle mie ricette regionali preferite è la fregula sarda con le arselle. E ho realizzato una spettacolare lasagna con il pane carasau che ha lasciato stupiti i miei ospiti, per la bontà e la consistenza insolita.

Trovo che la Campania sia davvero una regione completa. Tutte le preparazioni, dai dolci ai salati, sono d’eccellenza e la loro cultura gastronomica non ha rivali. Altre regioni, seppur con cucine di ottima qualità non arrivano a livelli così alti. C’è un clima meraviglioso, materie prime buonissime, una filosofia di vita dedita alla ricerca del bello e del buono che li avvantaggia.

Ho tante ricette italiane che apprezzo e che sto continuando a scoprire anche grazie allo studio intrapreso per il mio libro e alla trasmissione su La7d, che mi permette di prepararne sempre di nuove.

Come ti piace passare il tuo tempo quando non cucini e non lavori?

Amo dedicarmi alla casa, alle mie piante, e seguire le serie TV, ma soprattutto mi piace molto lo shopping creativo. Sono sempre alla ricerca di oggetti belli e utili che posso usare anche per la mia attività. Mi fa stare bene vivere in un ambiente ricercato, luminoso, accogliente, sia a casa che a lavoro.

Come ti trovi a cucinare in TV? Tu hai il grande merito di aver saputo declinare il tema del mangiar bene in un linguaggio universale. Amici che vivono all’estero, mi raccontano che hanno iniziato a cucinare grazie alle tue ricette. Hai mai pensato di dedicare a loro una particolare attenzione?

In televisione cucino per insegnare e sono molto precisa e pignola, anche quando preparo le ricette per il sito. Questa è una mia caratteristica peculiare. Io e i miei collaboratori, le proviamo e le riproviamo fino a quando non riescono perfettamente, descrivendo tutti i passaggi, anche quelli che spesso vengono dati per scontati. Per far sì, che chi sta a casa riesca alla fine ad ottenere il risultato ottimale.

Quindi anche gli stranieri riescono a seguirle in modo più preciso e ottenere buoni piatti. Mi è stato detto che le ricette vengono spesso usate da delle insegnanti all’estero, per far apprendere l’italiano in modo più semplice. Quindi si è creata questa sorta di collaborazione anche perché il cibo unisce, piace e diverte un po’ tutti. E provo una grande soddisfazione nel vedere le loro opere grazie alle immagini che mi inviano.

Ci regali due semplici ricette da poter pubblicare per i nostri lettori?

Volentieri. Vi propongo degli gnocchetti con pesto di pistacchi, burrata e guanciale e una crostata alle fragole perfetti per questa stagione.


Sara Sanna

Ho 49 anni e abito in Sardegna. Ho lavorato come tecnico del restauro archeologico prima, poi, come guida turistica e operatrice museale presso la "Fondazione Barumini Sistema Cultura" che si occupa della...

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