Il consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte, in collaborazione con le delegazioni Campania e Piemonte dell’A.I.S., ha promosso l’evento “Taste 2021”, presso l’esclusivo albergo del lungomare.

Superati parzialmente – con spirito beneaugurante – i costringimenti dettati dalla recente emergenza pandemica sanitaria, ritornano gli eventi in presenza fisica, in tale prestigiosa occasione avente ad oggetto storia, approfondimento ed analisi sensoriale e gustativa di un vitigno che potremmo definire paradigmatico dell’eccellenza enologica della nostra penisola, il Nebbiolo, nelle diverse declinazioni e tipologie dell’Alto Piemonte.

Due giorni di seminari, degustazioni e masterclasses curate grazie al prestigioso contributo di Mauro Carosso – delegato dell’Associazione Italiana Sommelier di Torino, profondo conoscitore della materia – aventi ad oggetto la scoperta dell’Alto Piemonte: da menzionare l’apporto sinergico della delegazione campana della medesima sigla A.I.S. ed il coordinamento, ed ufficio stampa, del partenopeo Dipuntostudio di Donatella ed Irene Silorata.

Tornando al meritevole operato del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte, la funzione precipua di tale organizzazione è quella di promuovere e valorizzare l’immagine di questi vini delle province più disparate, di antichissime tradizioni locali – alcune di epoca etrusca – contraddistinti dalle relative denominazioni di origine. Ben dieci complessive in tale novero, di cui due D.o.c.g. (Gattinara e Ghemme), otto D.o.c. (Boca, Bramaterra, Coste della Sesia, Colline Novaresi, Fara, Lessona, Sizzano e Valli Ossolane), a testimone di una straordinaria varietà ampelografica del vitigno, estesosi, nei gusti dei consumatori, ben oltre i rigori e formalismi del territorio delle Langhe-Roero.

L’Alto Piemonte, come esplicato dal relatore nella sua concisa ed efficace prolusione, ha una conformazione collinare da sempre votata alla viticoltura, beneficiando di un microclima ideale per la coltivazione del Nebbiolo, il principe dei vitigni. L’etimo duale ne restituisce il senso della complessità ermeneutica dell’origine, se cioè provenga dal latino “nobilis” – ovverosia nobile, tesi minoritaria – o, nella più diffusa, dal latino “nebula”, ovvero nebbia, a cagione della presenza, sull’acino, della pruina, ovvero brina autunnale, che ne appanna la superficie, così ammantando il vitigno di una sorta di fascino misterioso ed impenetrabile, anche in un’accezione ideale.

A dissipare ogni genere di interrogativo sulle caratteristiche dei prodotti in degustazione, nonché della scaturigine storica degli stessi, ci penserà l’eloquio del relatore Carosso, che alterna sapientemente, nel corso dello svolgimento della masterclass, una gustosa aneddotica sui vigneron – dal medesimo conosciuti personalmente nel corso di eventi succedutisi negli anni – a descrizioni analitiche delle qualità organolettiche del singolo vino, senza tuttavia incorrere in tecnicismi esasperati.

La batteria inizia con il rosato “Al Posto dei Fiori – Coste della Sesia 2019” dell’Azienda Le Pianelle, che vede la presenza nell’asset proprietario di Peter Dipoli, proseguendo con il “Coste della Sesia Rosso 2018” dell’azienda La Palazzina, dal palato intrigante e sapido con un blend di vitigni autoctoni come da disciplinare. Si prosegue con quello che è forse il più incisivo dell’intera rassegna, ovverosia il “Coste della Sesia Nebbiolo 2018” di Antoniotti, prodotto secondo i canoni della “lotta integrata”, ovverosia senza utilizzo di diserbanti, di grande finezza espressiva e corredo aromatico, seguito dal “Coste della Sesia Nebbiolo Castleng” di Cascina Preziosa 2017.

Presenta qualche asperità alla bevuta – un tannino non ancora levigato e con venature di asprezza – il successivo Bramaterra 2017 dell’azienda vitivinicola “La Psigula”, tuttavia di grande capacità di invecchiamento, concludendo con le stratificazioni aromatiche e gustative della D.O.C.G. forse più rinomata: “Gattinara 2015” dell’azienda Vegis, ed infine la sontuosità del “Gattinara” 2014 dell’azienda Bianchi, degno epilogo della teoria di prodotti offerti.

Esaustivo e di grande utilità anche il corredo cartaceo in offerta, con schede dei singoli prodotti e delle aziende produttrici, e splendida brochure del Consorzio, con tavole sinottiche delle denominazioni e peculiarità dei territori di produzione.

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Carlo Straface

Carlo Straface, partenopeo di nascita, corso di studi in giurisprudenza, di professione avvocato e giornalista pubblicista, eno-gastronomia e letteratura le sue coordinate di riferimento. Sommelier di...

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