Abbiamo intervistato Mattia Piampiano, giovanissimo Business Developer di Tenute Navarra che ci ha raccontato le origini di questo progetto, le aspettative sulla loro partecipazione al Vinitaly 2023 e i loro progetti futuri.
Come nasce il progetto Tenute Navarra?
Tenute Navarra nasce nel 2019 quando Totò Navarra, dopo una vita dedicata al lavoro, decide di andare in pensione e, in controtendenza con quello che si può pensare, rileva una Tenuta di 175 ettari, abbandonata da circa 30 anni, e vi ripristina tutte le coltivazioni presenti. Il suo desiderio di ritornare a coltivare la sua terra, come faceva da bambino, continua ancora oggi a dargli la forza di creare progetti ambiziosi, con una visione chiara e ben definita.
Tenute Navarra, non solo vino con i suoi 4 vitigni (Chardonnay, Grillo, Frappato, Nero d’Avola), ma anche con 6 cultivar di olive (Nocellara del Belice, Nocellara Etnea, Biancolilla, Moresca, Tonda Iblea e Frantoio), e 5 di mandorlo (Vairo, Tuono, Genco, Lauranne e Ferragnes) può dirci qualcosa in più?
Ad oggi, Tenute Navarra si presenta come un’azienda agricola che produce dei vini di alta qualità; ma nei prossimi anni il rapporto tra le differenti produzioni cambierà. Nella nostra tenuta, infatti, sono stati recentemente impiantati diversi ettari di mandorleti, che si sono aggiunti a quelli già presenti, sino a raggiungere un totale di 50 ettari. Allo stesso modo sono stati impiantati ulteriori ettari di uliveto, in aggiunta a quello presente, che oggi ne conta circa 20. Abbiamo poi circa 15 ettari di vigneti (in parte impiantati di recente e in parte già esistenti) che nei prossimi anni porteremo a circa 18, avendo già delle quote in nostro possesso. Seguendo l’ottica della sostenibilità poi abbiamo ritenuto importante riservare un’area boschiva in cui sarà possibile la rigenerazione della flora e della fauna locale.
In merito ai vini ci sono 3 linee differenti: Linea Art, Linea Premium e Linea Fun, quali sono le differenze?
Abbiamo immaginato queste linee di prodotto per aiutare i nostri consumatori a identificare, non solo le differenti tipologie di vino, ma anche un’idea riferita all’occasione di consumo.
La Linea Fun, che oggi si compone di 5 referenze, è una linea dedicata ad occasioni meno impegnative come può essere un aperitivo tra amici. Il suo design accattivante e smart rappresenta i filari dei vigneti su cui crescono i differenti vitigni.
Con la Linea Premium abbiamo voluto valorizzare l’unica DOCG del territorio siciliano, il nostro MARIBU (prende il nome proprio dai tre piccoli paesi che circondano la nostra tenuta: Mazzarino, Riesi, Butera). Si tratta di un vino versatile da poter consumare in contesti informali, come una cena tra amici o un aperitivo.
La Linea Art nasce come linea identificativa dell’azienda. Al momento vi è presente un’unica, il nostro Battichiè Riserva del Fondatore, un vino che racconta la storia di Totò Navarra Senior. La sua etichetta è stata realizzata da Riccardo Guasco e rappresenta la connessione tra la terra e l’uomo che la coltiva. Il suo processo di vinificazione dura circa tre anni, con un passaggio in botti di rovere ed un lungo affinamento in bottiglia che gli garantisce rotondità e morbidezza al palato. All’interno di questa linea inseriremo i nostri prodotti più ricercati, che svolgono un processo di vinificazione tendenzialmente più complesso. Questa bottiglia è per celebrare le occasioni o le persone speciali.
I nomi dei vini si rifanno a persone di famiglia o ricordi legati all’infanzia di Totò Senior e al territorio, ci può raccontare qualcosa in più?
Oggi Tenute Navarra è una realtà familiare, con dei valori strettamente legati alla famiglia e alle persone che ogni giorno si impegnano a vari livelli per portare avanti questo progetto. Ogni nome che abbiamo scelto per i nostri vini ha dietro una storia, il nostro primo vino bianco – Sofien- ad esempio, abbiamo voluto dedicarlo a Sofia Navarra, la nipote più giovane del nostro fondatore. Il Disiato – Frappato Terre Siciliane IGP – invece rappresenta il forte desiderio di Totò che a quasi 70 anni ha deciso di avviare un questo nuovo progetto. Abbiamo poi pensato alle occasioni di consumo di alcune delle nostre referenze e abbiamo giocato con il contrasto tra chiaro e scuro: il Nero d’avola vitigno principe della Sicilia, ha un colore intenso e profondo, opposto rispetto alle caratteristiche visive del Grillo, che risulta invece luminoso e a volte brillante. Proprio da questa contrapposizione sono nati i loro nomi, Scurò e Allucià, due parole che vogliono esaltare le differenze di questi vini. Abbiamo scelto di legare il nostro Cerasuolo di Vittoria al territorio: il suo nome, infatti, – Maribu – è l’unione dei nomi dei tre paesi che circondano la nostra tenuta, Mazzarino, Riesi e Butera. Per ultimo, ma non per importanza, abbiamo il Battichiè, che ricorda una vecchia filastrocca siciliana che Totò cantava insieme a sua madre quando era bambino.
L’azienda agricola ambisce a creare una economia circolare e virtuosa che tuteli e valorizzi il territorio e le relazioni sociali, in che modo?
Nel 2022 abbiamo avviato un processo di certificazione del nostro livello di sostenibilità aziendale tramite il sistema SI-rating che si basa su criteri internazionali riconosciuti da SASB e verte sui valori ESG, con l’obiettivo di raggiungere i 17 soustainable goals riconosciuti dalle Nazioni Unite. Quest’anno redigeremo il nostro primo bilancio di sostenibilità per evidenziare maggiormente il nostro impegno in queste tematiche che oggi sono di fondamentale importanza.
Una delle prime scelte in questo senso è stata sicuramente la volontà di sposare la produzione biologica: ad oggi, stiamo completando il processo di conversione che dura 3 anni e nei prossimi mesi saremo certificati come azienda BIO.
Per la prima volta sarete a Vinitaly con due appuntamenti “Z- generation” ed il Vinitaly Design International Packaging Competition, cosa vi aspettate?Essere stati selezionati come rappresentanti della Z-generation è per noi un grande piacere. Siamo un’azienda giovane, composta per più del 70% da ragazzi sotto i 30 anni. Anche se anagraficamente siamo giovani, abbiamo le idee chiare su quello che vogliamo diventare. Questa sarà per noi un’opportunità importante per far conoscere il nostro progetto e la nostra realtà a un’audience che conosce il settore e lo vive ogni giorno.
La Packaging competition è per noi una scommessa: vogliamo metterci in gioco e confrontarci con altre realtà anche a livello internazionale. Per la nostra identità visiva ci siamo affidati ad esperti del settore che ci hanno aiutato a trovare il linguaggio visivo contemporaneo più coerente alla nostra visione e ai nostri prodotti. Sono nate così le nostre etichette.
Tenute Navarra si prepara ad accogliere un Resort di altissima qualità, ci può dire come nasce questo progetto e cosa potremo trovare?
Quando abbiamo iniziato a pensare a questo progetto la prima parola è stata “esperienza”. Oggi il mondo del turismo e dell’ospitalità deve offrire anche qualcosa di unico e crediamo fortemente che questa possa essere la chiave di volta per valorizzare un territorio che spesso viene visto come poco interessante, rispetto alle località marine. Siamo consapevoli della ricchezza dei nostri territori e vogliamo creare un punto di riferimento per quei viaggiatori che cercano qualcosa in più rispetto a una semplice vacanza. La connessione con la natura è qualcosa di unico e abbiamo immaginato di creare un luogo in cui sia possibile vivere tutto ciò, prendere parte alla raccolta delle uve o delle mandorle. Un’esperienza all’interno della vacanza.
Al momento i lavori sono appena iniziati e sappiamo che ci vorrà ancora qualche anno, ma stiamo lavorando duramente per fare si che tutto sia pronto al più presto. Intanto nei prossimi mesi inaugureremo il punto di degustazione, in cui sarà possibile godere dei nostri prodotti e fare un tour della tenuta.
Quali sono i vostri canali di distribuzione e i vostri mercati di riferimento?
I nostri mercati di riferimento riguardano principalmente il settore Horeca nazionale, ma stiamo già lavorando per creare delle connessioni in Paesi esteri come UK, USA, Canada e Germania.
Quali sono, secondo voi, le prospettive del vino siciliano che sempre più sta acquisendo spazio nel mercato?
Il vino Siciliano negli ultimi anni ha avuto una forte crescita soprattutto a livello internazionale, grazie anche all’attività svolta dai consorzi di tutela, uno tra tutti il Consorzio Sicilia DOC (di cui facciamo parte) e delle associazioni di settore come Assovini, che da anni si impegnano per far conoscere il vino siciliano in più parti del mondo. Noi crediamo fortemente nello spirito associativo e pensiamo che fare squadra sia la giusta soluzione per raggiungere dei grandi risultati.