L’Azienda Agricola Vigne Irpine è situata a Taverna della Figura, frazione del comune di Santa Paolina in provincia di Avellino, in un edificio storico che un accurato e sapiente restauro ha saputo preservare.

Abbiamo intervistato Francesca Coppola che fa parte della proprietà e ci ha dato anche degli ulteriori spunti in veste anche di enologa. Inoltre Francesca è titolare di una borsa di dottorato di ricerca in Food Science, all’Università degli Studi di Napoli”Federico II”.

 

Ciao Francesca, Vigne Irpine nasce nel 1999 quasi per scommessa di amici accomunati da una intensa passione per l’enologia, ci racconti qualcosa in più?

L’ azienda nacque con la vendemmia del 1999, quando io compivo 6 anni (non sarei mai potuta nascere se non in periodo di vendemmia-15 ottobre). Mi piace infatti immaginarla come regalo di compleanno, il più bello che potessi ricevere. Nacque per volontà di mio padre che, dopo essersi laureato in Agraria all’ Università Federico II (anche lui come suo padre) e aver intrapreso la carriera accademica diventando professore di microbiologia degli alimenti, decise, insieme ad alcuni amici winelovers, di investire nel prodotto principe dell’agroalimentare irpino: il vino! Dunque Vigne Irpine fu messa alla luce quasi per scommessa tra amici, accomunati dalla passione per l’enologia e per questa splendida terra così generosa, ma anche per mettere in pratica il know how acquisito nel tempo. A distanza di qualche anno, dopo aver capito che la scommessa era stata vinta e dopo aver annusato le forti potenzialità dell’Irpinia nei nostri calici, decisi di iscrivermi alla facoltà di Viticoltura ed Enologia e così di diventare enologa. Ero consapevole che una buona conoscenza e preparazione tecnico-scientifica, come avevo visto fare in famiglia, fosse necessaria per fare prodotti di qualità. Oggi sono orgogliosa di far parte di questo splendido team che, attraverso la cultura e l’innovazione tecnologica, mira a consolidare un posizionamento di prestigio nel mercato vinicolo. Quindi è proprio la sintesi tra elementi apparentemente distanti, la salvaguardia delle tradizioni e l’ irrinunciabile sensibilità all’ innovazione, che rappresenta il cuore e l’essenza del modus operandi Questo negli anni ci ha permesso di diventare una realtà di riferimento e attualmente, nonostante la giovane età, l’ azienda può già vantare una storia fatta di qualità e apprezzamenti a livello nazionale e internazionale.  

L’Azienda Agricola Vigne Irpine è sita a Taverna della Figura del comune di Santa Paolina, ci racconti meglio le caratteristiche di questa splendida zona?

L’Azienda si trova a Taverna della Figura, frazione del comune di Santa Paolina, in un edificio storico di fine Settecento che un accurato e sapiente restauro ha saputo preservare, valorizzando quelle che erano le peculiarità architettoniche. Una ex stazione di posta oggi ospita i locali di produzione, affinamento ed imbottigliamento dell’ azienda. Infatti è situata sull’ unica strada che un tempo consentiva il collegamento tra il porto di Napoli e quello di Bari, strada che oggi, tra lunghi filari regolari di vigneti e ombrosi ulivi secolari, divide il comune di Santa Paolina da quello di Montemiletto. La veduta paesaggistica, di cui gode la cantina, è straordinaria e a perdita d’occhio. Dalla balconata del piano superiore è possibile ammirare colori intensi e variegati, fusi in una pittoresca ed affascinante policromia, che dipingono i fertili pendii collinari alternati da frutteti, oliveti e rinomati vigneti. In un comune così piccolo tante eccellenze nei diversi settori fanno squadra: dal rinomato artigianato locale, specializzato nella produzione di pizzi e merletti ricamati a Tombolo, passando per la produzione di olio extravergine d’oliva di elevata qualità e di altri numerosi prodotti DOP come il caciocavallo Silano, fino ad approdare ai pregiatissimi vini. Ci troviamo in uno degli 8 comuni che costituiscono l’ areale di produzione del Greco di Tufo. Quest’ ultimo insieme al Fiano di Avellino e al Taurasi rappresentano le 3 DOCG, perle dell’enologia irpina e italiana.

 

Quali sono le peculiarità delle terre dove nascono i vostri vigneti?

Vigne Irpine si giova della disponibilità, a vario titolo, di oltre 20 ettari, coltivati a Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Falanghina, Coda di Volpe e Aglianico, nei comuni di Santa Paolina, Montefalcione, Montefusco, Venticano, Sant’ Angelo all’Esca, Pietradefusi, Montemiletto e Benevento. La favorevole posizione geografica e la fertilità dei terreni hanno reso queste zone, terre fortemente vocate alla produzione vitivinicola sin dai tempi più antichi. Le peculiarità del sottosuolo, le condizioni climatiche e l’ esposizione contribuiscono a conferire al territorio una identità tutta sua, ideale per un processo di maturazione caratterizzato da gradualità ed equilibrio tra tenore zuccherino e acidità, consentendo l’ottenimento di produzioni enologiche di altissimo profilo. La conformazione orografica è tale da evitare il ristagno delle acque e l’eccessiva umidità. I terreni conservano il ricordo delle antiche eruzioni del Vesuvio che arricchirono il suolo argilloso, che poggia su una matrice rocciosa, di materiali piroclastici trasportati dal vento. Il risultato è rappresentato da aree per lo più collinari costituite da terreni argilloso-calcarei, densi di micronutrienti minerali. La percentuale di argilla aiuta a contenere lo stress idrico delle piante anche nelle annate più torride. Il clima, tipicamente mediterraneo,è caratterizzato da inverni freddi e umidi ed estati calde, con buona ventilazione. Ricorrenti sono le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. È per queste ragioni che l’Irpinia rappresenta l’area campana con la più alta concentrazione di vigneti, con significativi tratti di variabilità e originalità nei vini che ne derivano.

 

Ci puoi descrivere le caratteristiche principali dei tuoi vini?

Produciamo oltre 150000 bottiglie all’ anno, che si dividono tra 14 etichette (3 DOCG,9 DOC e 2 IGT). Come si può intuire dal nome con il quale abbiamo battezzato la nostra azienda, vinifichiamo solo vitigni autoctoni e in purezza proprio perché intendiamo differenziare i nostri vini a partire dall’esaltazione del terroir, ossia di quella particolare interazione, consolidatasi nel tempo, tra l’ ambiente pedoclimatico e la viteSul globo non esiste un luogo identico a un altro e un vino prodotto in un determinato territorio sarà unico e irriproducibile altrove. Dunque i nostri vini, con le loro caratteristiche, non potrebbero mai essere prodotti se non con uve provenienti da vigne irpine. Infatti le particolari condizioni pedoclimatiche descritte in precedenza conferiscono ai nostri vini acidità, freschezza, struttura, persistenza,mineralità e complessità aromatica. I nostri Greco di Tufo e Fiano di Avellino si fregiano di una longevità, insolita dei vini bianchi, e di un perfetto equilibrio tra complessità olfattiva e corposità. Il nostro Taurasi si presenta energico, corposo e gradevolmente tannico, guarda avanti con entusiasmo e affronta il tempo senza essere mai scontato, indossando a testa alta la sua corona da “Re dei vini del Sud”. È un rosso di gran classe, capace di reggere il confronto con i nostri più blasonati vini.Ma oltre ai grandi classici irpini, che rappresentano un forte rispetto per la tradizione, l’ anima innovativa dell’ azienda è rappresentata da tecniche di vinificazione inconsuete per questi vitigni. Produciamo un rosato da uve Aglianico vinificate in bianco, provenienti dallo stesso vigneto delle uve con il quale produciamo il nostro Taurasi: da qui il nome Taurosae. Sarà che è rosa ma con questa versione dell’aglianico ho sempre avuto un feeling particolare e sono orgogliosa del fatto che sia riuscito ad accaparrarsi il titiolo di “miglior rosato d’ Italia” per due annate consecutive all’ edizione I drink pink organizzata dal Gambero rosso. Inoltre vantiamo una selezione di spumanti ( metodo charmat lungo), che produciamo totalmente noi in azienda grazie al know how e alle innovative dotazioni strumentali. Gli spumanti a marchio vigne irpine sono rappresentati da un Fiano brut e una Flanghina e un Rosato extra dry, tutti e tre devo dire estremamente interessanti. Infine ci siamo divertiti a creare un vero prodotto di nicchia, PassiOne: il primo passito di Greco di Tufo! Un passito fuori dal comune, grazie alla spiccata acidità che lo caratterizza. Ed è appunto il nome di questo prodotto che condensa l’entusiasmo e l’inclinazione per questo affascinante settore del comparto agroalimentare italiano degli interpreti della nostra azienda.

Facciamo un gioco, abbinai vostri vini ad una pietanza in modo da esaltarne le caratteristiche?

È difficile creare un abbinamento univoco dei nostri vini a una pietanza, perché, essendo un po’ ruffiani, sono capaci di divenire buoni compagni dei piatti più eterogenei. Pur volendo rimanere nei confini regionali del food, se dovessi immaginare di organizzare un matrimonio tra i miei vini e qualche piatto tipico della tradizione campana, i promessi sposi potrebbero essere svariati. Ad esempio il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo li vedo bene in abbinamento con le specialità di mare, che costituiscono una bella fetta dei piatti tipici partenopei. Qui il pesce è talmente fresco che le ricette non necessitano di una particolare complessità. Il gusto principale è quello della materia prima, che è fortemente esaltato se accompagnato dai nostri bianchi dalla forte struttura e intensità. In particolare il Fiano di Avellino risponde benissimo alle caratteristiche di un buon piatto di vermicelli alle vongole, primo piatto iconico della cucina napoletana. Il Greco di Tufo, oltre che a secondi di pesce della tradizione campana, lo vedrei bene in abbinamento al baccalà alla pertecaregna, la cui ricetta vanta origini irpine. Infatti il sapore dolce-amaro dei peperoni cruschi e il gusto pregnante del baccalà trovano una perfetta armonia con il nostro Greco di Tufo che si presenta complesso al naso con profumi di albicocca, pompelmo, agrumi, fiori bianchi e una leggera nota di pietra focaia e altrettanto intenso al sorso con un finale lungo e persistente. Anche il connubio fra vino e mozzarella di bufala è una questione che rimane nei confini regionali. Famosa in tutto il mondo, la mozzarella di bufala, fiore all’ occhiello dei prodotti DOP italiani, è ricca di sapore e mediamente salata, accompagnata da note fresche e leggere con tendenze acide. Non può che unirsi armonicamente a un calice di Falanghina DOC Irpinia, secco e leggero di buona acidità e freschezza. Passiamo ora all’ Aglianico, le cui  “50 sfumature di rosso” e infinite sfaccettature, fanno di lui un vitigno estremamente versatile. A partire dalle stesse uve, con tecniche di vinificazione diverse, diamo vita a prodotti dai più differenti caratteri. Nelle sue varie versioni è in grado di legarsi bene sia a pietanze di terra che di mare. Il nostro Aglianico, infatti, quando dalle zone interne migra verso il mare per incontrare piatti a base di crudi di pesce indossa abilmente l’ etichetta del Taurosae, riuscendo ad esaltare il corpo e l’ eleganza che lo contraddistinguono. Per il matrimonio dell’ Aglianico DOC Irpinia invece non mi sposterei dalla Provincia di Avellino e lo farei andare a nozze con un esponente dei prodotti lattiero-caseari locali: caciocavallo Silano, pecorino irpino o carmasciano con un livello di stagionatura tale da renderne il sapore più pieno e le note crescenti di piccante. (Non a caso spesso questi formaggi vengono serviti in taglieri accompagnati da confetture di Aglianico). La robusta ed elegante trama tannica e la spiccata acidità del Taurasi DOCG a tavola fanno di lui un perfetto compagno delle più pregiate carni rosse arrosto o allo spiedo. Invece, per quanto riguarda le bollicine, il Fiano spumante brutlo consiglierei per un momento introduttivo, anche perchè “chi ben comincia è a metà dell’ opera!” Quindi via libera ad antipasti e aperitivi, sia di mare che di terra. In realtà spesso lo trovano perfetto anche a tutto pasto, forse perché una volta provato è difficile lasciarlo. Sprigiona aromi di pesche gialle, nocciole tostate e fiori bianchi, accarezza il palato con un’effervescenza delicata e regala un tripudio di sensazioni formidabili che invitano continuamente al sorso. Gli altri spumanti di casa, ossia il rosato di Aglianico e la Falanghina, nonostante siano extra dry,per la loro freschezza e acidità si presentano piuttosto eclettici. Lo spumante di Falanghina, dal gusto fresco e con una buona persistenza aromatica, si accosta benissimo a dolci e dessert, come ad esempio la delizia al limone, dolce rappresentativo dei profumi e dei sapori della nostra bellissima costiera. E, per completare il pasto, dulcis in fundo: il nostro PassiOne! Questo insieme ai cantucci irpini preparati con le nocciole Mortarella (eccellente varietà autoctona dell’ avellinese) si uniscono in una coppia perfetta per deliziare i palati più golosi!

 

Quali sono i vostri canali di commercializzazione?

La nostra clientela è rappresentata essenzialmente dal canale Ho.re.ca., il quale ci ha offerto la possibilità di avere riscontri e apprezzamenti molto lusinghieri non solo da parte di prestigiose catene alberghiere sul territorio nazionale e internazionale, ma anche da parte di rinomati e pluripremiati Chef. Quindi tendenzialmente ci rivolgiamo a un consumatore con una maggiore coscienza del prodotto e maggiore attenzione alle sue caratteristiche peculiari. Numerosi sono i consumatori curiosi e appassionati che ci contattano per venire a farci visita direttamente alla fonte. Il rapporto diretto con il consumatore, laddove possibile, rappresenta una delle principali strategie di marketing aziendale. Le risorse umane, sostituite quasi totalmente da quelle tecniche nelle fasi di trasformazione, sono ampiamente impiegate nelle azioni di promozione, informazione e formazione rivolte al cliente. Nonostante il nostro mercato di riferimento sia quello italiano, ogni anno abbiamo ottimi riscontri anche in Paesi esteri quali Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Belgio, Australia e Cina.

 

Quali sono i Vs progetti futuri? 

Il consolidamento di elevati standard qualitativi non solo rappresenta l’obiettivo principale della nostra azienda ma condiziona profondamente anche la vision Infatti, nonostante ci collochiamo sul mercato con livelli produttivi piuttosto contenuti, non poniamo alcuna attenzione all’incremento della capacità produttiva. La produzione limitata nei numeri è considerata, al contrario, il nostro punto di forza in quanto ci permette di monitorare e controllare tutte le fasi della filiera: dall’accurata e attenta gestione dei vigneti sino al rapporto diretto con il consumatore, passando attraverso una produzione scrupolosa sotto ogni aspetto (chimico, microbiologico, enologico). Né sono da trascurare le importanti ricadute in termini di immagine, di visibilità, di tutela della qualità e della conseguente percezione da parte del consumatore. Continuare, quindi, a servire il meglio della ristorazione, del catering e della gastronomia è sicuramente uno dei nostri obiettivi futuri, insieme a incrementare il livello di conoscenza dei nostri prodotti a livello internazionale. Infine, anche alla luce delle innovate abitudini alimentari da parte dei consumatori, ci stiamo muovendo per raggiungerli comodamente a casa in tempi rapidi. Insomma il nostro intento è quello di rimanere piccoli per diventare grandi!

Luigi Cristiani

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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