Sta arrivando ufficialmente la settimana di Pasqua e non tutti i mali arrivano per nuocere.
Questo (secondo) stop forzato potrebbe, infatti, avere i suoi risvolti positivi. Più tempo per noi, per la famiglia e più attenzione a cosa arriverà sulle nostre tavole e nei nostri calici. Perché la felicità di condividere, quella non ce la toglierà nessuno.
Così anziché farci “nuocere” da questa nuova ondata di quarantena forzata, proviamo a “cuocere” la reclusione con un pranzo pasquale perfetto e ad “affogare” questo Covid 19 in un sano e buon bicchiere di vino.
Ovviamente che voi siate in famiglia, in latitanza, da amici o invasi da una prole indisciplinata, bisognerà scegliere di bere alla “carpe diem” visti questi tempi enogastronomici cosi incerti e la nostra carrellata di proposte vinose ha un unico filo conduttore: assaporate queste feste con gusto e passione!
WINE COMPILATION
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Godetevi anche i preparativi e tra mattarelli e fornelli è d’obbligo una buona playlist rilassante e un calice di Verdicchio Extra Brut Metodo Classico” 2015 Di Collestefano una deliziosa bollicina tutta made in Italy dal sorso slanciato e puro. Da bere sempre, quando vi pare e con chi vi pare e vedrete che la stesura della pasta risulterà ancora più elastica e il vostro agnello sarà cotto a puntino.
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E’ arrivata l’ora “X” quindi cominciamo dall’antipasto, e quello pasquale, di qualsiasi Regione si tratti, non può di certo definirsi un “antipastino”. Che si tratti di lievitati farciti come la torta pasquina o imbottiti come il tortano o “ingrassanti” già solo alla vista come il casatiello napoletano, la parola d’ordine è bollicine.
Lo Champagne Brut Esprit Nature” di Henri Giraud è ricco e intenso al naso, pieno di frutti tropicali di mango, ananas e pera, che a mano a mano cedono il posto a tostature di nocciola ed erbe aromatiche. Un sorso di corpo, quasi materico, ma ciò nonostante la bocca rimane incredibilmente agile, asciutta e riccamente minerale. Perfetto in tutto il suo equilibrio (e soprattutto con il casatiello).
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Se Manzoni passava dalle Alpi alle Piramidi, il nostro giro, per un primo piatto di eccellenza, sarà molto più breve invece, passando dalle Alpi alle Valli, precisamente a quella di Carema, ai confini tra la Valle d’Aosta e l’Alto Piemonte.
Su un piatto di lasagne, infatti, dove la tendenza dolce della pasta e della besciamella fa gioco forza con il salato e saporito gusto del ragù, un Nebbiolo Sumie” 2017 di Muraje è tanto sconvolgente quanto appagante. Questo è un vino generatore di emozioni, rapisce l’anima e lo fa già nel suo colore, in un fittissimo rosso rubino. Pienezza al naso tra ciliegia rossa, prugna e pietra focaia per tornare poi all’eleganza con note floreali di peonia e violetta. E’ brio e finezza in un tutt’uno: il palato diventa rotondo e morbido, acquistando progressivamente carnosità e densità. Il finale mantiene un registro goloso, mantenendo, però una costante acidità, che vale a garantire una notevole freschezza.
Ma se invece la vostra Pasqua sarà sul fronte degli incappucciati, che di cappelletti, tortellini o ravioli si tratti, più saranno farciti, imburrati, conditi dalle più goduriose creme e salse, più sarà necessario accompagnare quei bocconi con un bianco dal sorso vigoroso come il Venezia Giulia IGT “Sivi” 2018 di Radikon 100% di pura bontà di pinot grigio del Collio. Uno splendido color ramato, frutto di macerazione sulle bucce, dal naso che vira dai piccoli frutti rossi al rabarbaro fino ad arrivare al pepe rosa e alla terra rossa. Sorso vigoroso, graffiante, dove il tannino c’è e si fa sentire rimanendo perfettamente integrato nell’intera struttura e accompagna un finale dal sapore fruttato e salino.
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Per la seconda portata temiamo che la bottiglia di cui sopra abbia già visto il fondo, mentre quell’invitante e fumante piatto si presenta già in tavola.
E che si tratti di un animale intero, o di solo coscia o costolette, quasi sempre, a Pasqua, si discetta di pennuti e dei suoi classici accompagnamenti a base di patate e verdure ripassate. Qui un vino di medio corpo, ma dal buon impatto olfattivo rappresenta la combo perfetta.
Per gli esterofili, ma in generale per gli amanti del bello, il Morey Saint Denis “Clos Des Rosiers” Monopole 2016 del Domaine Chantal Remy è la celebrazione perfetta. Quel matrimonio che tutti vorremo avere e che la Borgogna ci regala con un pinot noir che gioca su profumi di frutti di bosco e piccoli frutti neri. Poi vola in oriente verso note lievemente speziate e il palato diventa una stola di seta, dai tannini carezzevoli tra note boschive e di muschio. Bocca che si inebria di fascino e di notevole beva. Non è un’annata a caso la 2016: è un’annata eccezionale.
Continuiamo con la sublimazione? C’è un’artista assoluto in Provenza che non aspetta altro che essere celebrato in questo giorno di festa. E’ lui: il Rosé Palette 2018 di Château Simone Un caleidoscopio di uvaggi tra Grenache, Mouvèdre e Cinsault più una piccola percentuale di vitigni cosiddetti “secondari” di cui Syrah, Castet, Manosquin, Carignan e Moscati vari. Un rosso arancio che offre un naso brioso di roselline e frutti di bosco e poi spezie rosse e nuances di ginepro. In sottofondo e ovunque nel calice pare di immergersi negli odori di una pineta. Al palato questo vino si presenta con un bel equilibrio, di buon corpo, vinoso e strutturato. Finale teso con un tannino che si avverte e conferisce quel tocco in più che rende la beva ancor più interessante. Se accompagnato alla cacciagione diventa una specie di elisir.
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Dovremo essere pieni, appunto, come dei tacchini. Ma noi italiani siamo abituati ad onorare le feste come se si trattasse sempre di un giorno prima dell’apoteosi, e quindi, anche se sitiamo già rotolando, uno spazio per il dolce è d’obbligo. Colomba, pastiera o chissà quale altra leccornia, ma tutte rigorosamente artigianali, richiedono e richiamano altro dolce. E non sapendo cosa sceglierete il Marsala di Marco de Bartoli rappresenta il libro delle risposte, perfetto su ogni abbinamento. Impossibile sbagliare.
Buona Pasqua e Pasquetta a tutti!!