Oggi vi parlo di un’altra star della tavola primaverile napoletana: il carciofo detto “mammarella“. Il mio papà ne è ghiotto e a Pasqua, in casa nostra, non manca mai.
Trattasi di una varietà tonda del carciofo romanesco, coltivato sulle terre dell’agro-acerranese, (Acerra è un comune della provincia di Napoli), tenerissimo e dal particolare colore violaceo o bluastro. Maturo in questo periodo, lo ritroviamo sulle tavole campane con la famosa ricetta che lo vuole farcito, ossia, in dialetto, “mammarella nbuttunata”, gustosissimo lessato, al forno ed anche arrostito.
Cosa lo rende così particolare? Oltre la tenerezza, dalla prima all’ultima foglia, è la sua composizione organolettica: scientificamente provato, fa bene alla salute!!!! Coltivato su di un terreno di origine vulcanica, lo rende unico nel suo genere e racchiude tutti quei nutrienti, necessari al nostro organismo, nella prevenzione e cura di gravi patologie, notoriamente, quelle legate al fegato. Il suo nome indica che è il primo a nascere sulla pianta quindi è considerato la “mamma” del carciofo.
Per quanto riguarda la ricetta che lo prevede farcito, lo si mette in acqua, con fettine di limone, dopo averlo pulito del gambo, della peluria interna e da qualche foglia esterna. Trascorsi 30mn, lo si farcisce con un ripieno di pangrattato, pecorino, aglio, prezzemolo, olive e capperi o acciughe, si deposita su un piatto da forno, si cosparge di olio EVO e di sale, si aggiungono 2 dita di acqua sul fondo e si cuoce in forno a 180° per 20mn.
A casa mia, mio padre le preferisce ripiene di aglio, prezzemolo e pancetta, non cotte al forno, ma stufate, ed io, per accontentarlo, le preparo così.