Se vi trovate nella meravigliosa costiera sorrentina e precisamente a Vico Equense (NA), avete una tappa obbligata: l’Hotel Sporting.
Non solo per la sua posizione unica ed incredibilmente emozionale, non solo per la sua spiaggia incontaminata o per essere attiguo alla Chiesa più bella d’Europa (SS. Annunziata), ma anche perchè all’interno dello storico albergo di Vico vi è la possibilità di provare un percorso non solo enogastronomico ma anche per appassionati dell’aperitivo, del cocktail oppure per i cultori dei grandi liquori e distillati.
A tal proposito, incuriosito da quale potesse essere l’evoluzione del barman, ho sentito Biagio Castiello che con umiltà e tanta esperienza, racconta come grazie ai suoi studi riesce a creare incredibili drink serviti vista mare.
Cultura, passione, sacrificio, questo quanto emerge dalle sue creazioni che lo portano ad essere un mixologist molto seguito ed apprezzato non solo in costiera sorrentina, ma in tutta la Campania.
Quando è nata la tua passione?
Frequentavo l’università e non volevo gravare troppo sulla mia famiglia, così cercai qualcosa nel fine settimana vicino casa.
Abitavo a Casalnuovo (Na) e in quella zona, senza nessuna consapevolezza, ho mosso i primi passi nel settore del bar e dell’accoglienza.
Poi, sono stato rapito da questo mondo.
Così, Inizio a studiare, frequento varie masterclass e mi presento in Costiera Sorrentina, precisamente all’ Hotel Majestic Palace con un buon bagaglio di esperienza e di studio.
Quel momento lo definirei il mio vero inizio nel mondo del mixology.
Oggi gli chef hanno una grande visibilità, il mondo “barman” ha avuto un’evoluzione?
I barman hanno avuto un’evoluzione ma, secondo me, non è stata positiva.
Spesso si eccede con tecniche troppo particolari e questo, certe volte, crea dei “muri” mentre il nostro compito è accontentare i nostri ospiti.
Noi del mondo del “mixology” dobbiamo invece avvicinarli con ricette semplici e spiegarle ai nostri clienti, fargli vivere un’esperienza.
Da giovane mi dicevano: “realizza una ricetta semplice, capibile da tutti”.
Qual è il target di persone che entrano all’Hotel Sporting e consumano al bar?
Cerco di abbracciare più persone possibili.
Essendo la nostra struttura un luogo dove passano tante persone ed essendo Vico Equense un luogo dove, a secondo dell’ora del giorno, varia tanto l’età dei consumatori, il mio obiettivo è quello di essere molto attento e provare a non “scontentare” nessuno.
Certo, non è semplice accontentare un amante dei distillati che beve whisky con un giovane che consuma spritz. Negli ultimi quattro, cinque anni, questo è il percorso che sto portando in questa struttura, cioè quello di targettizzare i segmenti.
Infatti ho creato una “drink list” che spazia dai grandi storici che appartengono ai must della miscelazione antica, ai nuovi che abbracciano le ultime tendenze, fino a tutti i distillati.
Così facendo, allo Sporting riusciamo ad abbracciare clienti Internazionali, quelli del territorio e giovani.
Un pensiero che racchiude la tua filosofia.
I limiti vanno superati.
Una cosa fondamentale per farlo è la ricerca continua. Sto studiando dei libri del 1860 che gia parlano di mixology e leggendoli trovo delle informazioni molto più attuali di qualsiasi libro moderno.
La cosa, però, a cui tengo maggiormente è quella di far stare bene i nostri ospiti; è fondamentale per me e per una struttura storica e importante come l’Hotel Sporting di Vico Equense.
Questo è uno stimolo per me e per Angelo Russo, il mio collaboratore storico. Proviamo ogni giorno a superarci e fare sempre meglio, cercare i prodotti migliori e gli accoppiamenti vincenti per regalare una vera e propria esperienza sensoriale ai nostri clienti.