Sulla scia dello chef Antonio Borrelli, anche il bar manager di Acquerello ha ideato una linea di cocktail floreali. “Dal punto di vista estetico, i fiori vestono i drink e li trasformano in prodotti gourmet – spiega Elpidio Dell’Aversano -. Mentre per quanto concerne il gusto, regalano freschezza e fragranze complesse e inedite“. In realtà il connubio virtuoso tra fiori e cocktail è una cosa ben nota, ma Elpidio lo ha attualizzato territorializzandolo. Ad esempio, tra gli ingredienti del cocktail “Camelia” oltre a un liquore ottenuto dalle rose e al jinzu (gin floreale) c’è il succo di limoni di Sorrento.
Il cocktail e il suo abbinamento nascono da un pensiero del bar manager Elpidio Dell’Aversano sul legame tra italia, in particolare Napoli, ed il Giappone, entrambi “luoghi vulcanici”, sormontati da vulcani che hanno generato in migliaia di anni territori pieni di ricchezze e materie prime uniche.
Un gin particolare nelle sue botaniche: oltre alle bacche di ginepro, sono presenti yuzu, fiori di ciliegio e sake creando una fragranza floreale avvolgente.
È in Giappone che nasce l’idea del liquore alle rose. Molte delle varietà di questo fiore che abbiamo in Italia arrivano proprio dal paese del sol levante, come la Camelia.
Un tocco di acidità e freschezza è conferito dall’agrume campano per eccellenza, il limone. Infine una parte sodata ed aromatica della fever tree mediterranean per solleticare il palato e rendere piacevole la degustazione della portata senza far prevalere le note alcoliche.
Anche il piatto abbinato al cocktail nasce dall’incontro tra il Giappone e Napoli. Mentre la pasta kataifi richiama l’Oriente, le albicocche “Pellecchielle” sono frutti tipici vesuviani.