Rame – riso e miscelazione è un locale assolutamente innovativo e ricco di idee originali che presenta delle proposte particolari.

Il proprietario è il giovane Rocco Girondi, imprenditore  di Altamura che ha deciso di puntare su qualcosa di diverso, infatti Rame non è il solito locale di cucina orientale, bensì un ristorante di cucina fusion, dove il Giappone incontra la Puglia in un mix di sapori e colori. 

Si occupano della mixology Michelangelo Bruno e Giuseppe Barone.

 

Come nasce il progetto Rame – riso e miscelazione? Risponde il titolare (Rocco Girondi)

Il concept rame nasce dal bisogno di creare qualcosa in cui potessi esprimere le mie più grandi passioni il mondo culinario e quello imprenditoriale . 

La passione per la cucina, ha inizio sin da piccolo, quando,  in uno dei miei tanti viaggi in America , ebbi la fortuna di affacciarmi al mondo della pesca . Questa scoperta insieme alla conoscenza di Antonio Lorusso del ristorante Cicatiello, uno dei più grandi ristoratori della mia zona e forse anche d’Italia ha fatto sì che mi innamorassi del mondo della ristorazione . 

Non a caso ho deciso di proseguire gli studi e frequentare l’istituto alberghiero , che poi ho abbandonato giunto quasi al termine, per seguire l’altra mia ambizione quella di diventare un imprenditore . Da questo momento in poi si sono susseguite una serie di opportunità , tra cui quella di poter investire nel mondo dei metalli preziosi . 7 anni decisivi che mi hanno permesso di farmi crescere come imprenditore e come persona . 

Durante l’anno che ha messo a dura prova tutti ho avuto poi modo  di poter riflettere su cosa  realmente mi avrebbe reso felice . A gennaio quindi la svolta : la decisione di aprire RAME

Rame – riso e miscelazione è un cocktail bar e ristorante fusion che unisce la cucina giapponese con prodotti della gastronomia pugliese, ci puoi raccontare qualcosa in più? 

Alcuni piatti che i nostri chef hanno creato, sono stati elaborati sfruttando varie materie prime a km 0, ad esempio

Rich-ola, è un secondo piatto composto da crosta di pane di Altamura D.O.P. con ricciola, il tutto adagiato su un letto di crema di carote con terrina di melanzane e gel allo yuzu.

Il nostro Uramaki,Pasticcio Roll, si ispira al Pasticcio di Altamura, tipico piatto natalizio, con sponsale, baccalà e olive nere. La nostra rivisitazione in chiave orientale, prevede baccalà mantecato e cipolla caramellata. 

Michelangelo insieme a Giuseppe Barone hai realizzato una drink list chiamata LEGAME, qual è la filosofia di fondo?

Partendo dal nome del locale, abbiamo creato un’associazione con il legame atomico: il Rame. 

Ci siamo ispirati alle reazioni che il rame ha con altri elementi chimici presenti in natura al fine di creare concettualmente nuovi legami atomici che potessero essere abbinati ai legami socio-culturali del Giappone.

Ne citiamo alcuni: il legame maestro-allievo, il legame tra padre e figlio, il legame conviviale nella cerimonia del tè…ecc.

Da qui la nostra Drink list LEGAME.

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Avete anche sviluppato dei drink in food pairing con i vostri piatti, ci puoi dire qualcosa in più?

Il tema della drink list, oltre ad avere parecchie influenze orientali, ha strutturalmente il concetto del twist on Classic, pertanto il pairing avviene con l’abbinamento tra drink ed uno specifico ingrediente (riso-sakè;soia-umami), sia nel momento della giornata in cui l’ospite viene a trovarci : 

  • cerimonia del tè con il nostro Japanese ice tea, drink a base di the matcha con note agrumate ideale per un conviviale pomeriggio tra amici attorno ad un the alcolico 
  • aperitivo con ozeki (twist del negroni con fat washing Di olio di sesamo) ideale da abbinare ai nostri mini coni salati con tartare di tonno e salmone o il nostro Martini cocktail ( realizzato in pre batch e servito ad una temperatura di -21^ ) da accompagnare al sashimi 
  • cena con kampai (collins style con sake e liquore al bergamotto) o Sakura ( gin sour floreale ) 
  • dopo pasto con Mai -tsuri (twist sul mai tai con orzata di avocado e un triple-sec al KUMQUAT) 
  • dessert con Chyo (twist sull’alexander con latte di riso “cocchificato” e Sochu un distillato di riso e patate dolci ) 

Come nasce un nuovo drink? 

La creazione di un drink nasce dapprima con l’idea di proposta di ogni singolo elemento del team e dall’esperienza delle figure professionali presenti a Rame. Successivamente l’idea si concretizza in un tema che racchiuda l’essenza del locale, al fine di far vivere al cliente un’esperienza sensoriale e che lasci un ricordo.

Il vostro obiettivo di rendere ogni cocktail zero waste, come ci riuscite?

Rame sposa il concetto di sostenibilità volta a limitare il più possibile la produzione di rifiuti attraverso l’ottimizzazione della materia prima, il riutilizzo di alcuni prodotti, il riciclo di scarti di lavorazione delle nostre cucine. Cerchiamo di dare una nuova vita ad un nocciolo di avocado creando un’orzata,una nuova vita all’acqua con il quale laviamo il riso creando un cordiale, una nuova vita a scarti di frutta e verdura che disidratiamo e utilizziamo per varie infusioni.

Non utilizziamo e limitiamo al minimo l’uso della plastica tramite cannucce in acciaio, sottobicchieri e stirrer in PLA. 

Avete aperto ad agosto quali sono i primi riscontri?

I riscontri sono stati più che positivi almeno stando a questi primi mesi di apertura. Penso che la nostra città avesse bisogno di un posto come rame inteso non solo come un semplice ristorante. L’idea di poter fare aperitivo, di accompagnare la cena ad un buon drink era proprio quella che mancava e che fortunatamente sembra essere molto apprezzato.

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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