Abbiamo intervistato Alessandro Condurro, nella doppia veste di commercialista e imprenditore nel mondo della ristorazione con il suo brand “Michele in the world”, sul nuovo “Decreto ristoro”.
Ciao Alessandro, il testo del decreto legge n. 137 del 28 ottobre 2020 conferma l’avvio di nuovi aiuti per partite IVA e lavoratori dipendenti, il cui Il fulcro del nuovo decreto economico sono i nuovi contributi a fondo perduto, ci spieghi a chi è rivolto e come funziona?
Il decreto prevede lo stanziamento di 5 miliardi di euro per imprese, partite Iva, ristoranti, bar, palestre, piscine, cinema, teatri e discoteche, le categorie cioè colpite dalle chiusure previste dall’ultimo Dpcm. Gli aiuti inizieranno a essere erogati dal 15 novembre direttamente sul conto corrente di chi aveva già ottenuto gli aiuti previsti dal decreto Rilancio. Chi invece è alla sua prima richiesta, dovrà fare domanda e i tempi potrebbero allungarsi fino a metà dicembre”. Praticamente chi ha avuto i soldi a fondo perduto a maggio, il famoso bonifico dell’agenzia delle entrate, li riavrà adesso senza fare nulla. L’ammontare cambia in base al codice attività, es. per ristoranti e pizzerie sarà il 200% di quanto erogato a maggio, per bar e pasticcerie il 150%. In allegato al decreto è indicato l’elenco delle attività e l’ammontare che sarà corrisposto. Chi non ha fatto domanda a maggio dovrà invece farla adesso. Speriamo che i tempi di erogazione siano quelli indicati dal premier.
Inoltre è confermata la cancellazione del saldo IMU per le partite IVA colpite dalle nuove chiusure, in coa consiste?
Il primo comma dell’art.9 del decreto dice ” (….) per l’anno 2020, non è dovuta la seconda rata dell’imposta municipale propria (IMU) di cui all’articolo 1, commi da 738 a 783, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, concernente gli immobili e le relative pertinenze in cui si esercitano le attività indicate nella tabella di cui all’allegato 1 al presente decreto, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate”. Vale a dire che è stata abrogata la seconda rata Imu, con scadenza 16 dicembre, relativa agli immobili in cui si esercitano le attività di cui al decreto, quindi non alle abitazioni ma solo agli immobili a destinazione diversa, e solo a patto che i proprietari siano i gestori delle attività indicate, quindi immobili strumentali. Chi ha immobili ad uso abitativo, o chi ha immobili adibiti ad altre destinazioni ma che non sia anche il titolare dell’attività esercitata all’interno, dovrà regolarmente pagare.
Per chi ha invece locali in affitto ci saranno dei bonus del 60% sugli affitti commerciali, come funzioneranno?
Sempre per le imprese incluse nell’elenco di cui allegato 1 del decreto, viene riconosciuto il credito di imposta per le locazioni dei locali in cui si svolge l’attività e per i fitti di azienda, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020, con le stesse modalità di cui al decreto cura Italia di marzo. Quindi l’imprenditore che paga un affitto avrà diritto ad un credito di imposta pari al 60% del fitto mensile pagato per i tre mesi su indicati, credito che potrà utilizzare da subito per compensare altri tributi. Lo stesso credito potrebbe anche essere trasferito in capo al locatore, invece di pagare l’intera cifra, con una apposita procedura da fare sul sito dell’Agenzia delle Entrate. In parole povere, io conduttore posso scegliere di pagare l’intero importo del fitto di ottobre, novembre e dicembre e prendermi il 60% di quanto ho pagato sotto forma di credito di imposta, oppure pagare al mio proprietario il 40% del fitto, ed il restante 60% glielo do trasferendo in capo a lui il credito di imposta. Ovviamente la convenienza o meno dipende da caso a caso.
Lato lavoro abbiamo una proroga della cassa integrazione, Le due mensilità in più di reddito di emergenza e la sospensione dei versamenti contributivi, a chi si rivolge?
I datori di lavoro che sospendono o riducono l’attivita’ lavorativa per COVID-19, che hanno esaurito le settimane già garantite dai decreti precedenti , possono presentare domanda di concessione dei trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, Assegno ordinario e CIG in deroga:
1) per una durata massima di sei settimane,
2) da utilizzare nel periodo ricompreso tra il 16 novembre 2020 e il 31 gennaio 2021.
I periodi di integrazione precedentemente richiesti e autorizzati a seguito del Decreto Agosto e collocati, anche parzialmente, dopo il 15 novembre 2020 rientrano in queste sei settimane.
Hanno diritto:
i datori di lavoro ai quali sia stato gia’ interamente autorizzato l’ulteriore periodo di nove settimane del DL 104 -2020
i datori di lavoro appartenenti ai settori interessati dal Dpcm del 24 .10 2020 di limitazione delle attivita’ economiche per l’emergenza COVID-19..
Fino al 31 gennaio 2021 resta precluso l’avvio delle procedure di licenziamento economico individuale e collettivo
Si riconferma che in via eccezionale, ai datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo, che non richiedono i trattamenti di integrazione salariale e’ riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico per un ulteriore periodo massimo di quattro settimane, fruibili entro il 31 gennaio 2021, nei limiti delle ore di integrazione salariale gia’ fruite nel mese di giugno 2020, con esclusione dei premi INAIL.
Alessandro, come giudichi questi interventi?
Più che giudicare la natura degli interventi, il problema è capire la velocità con la quale saranno messi in atto. Abbiamo i cattivi esempi della “potenza di fuoco” messa in campo da Conte a marzo ancora avanti agli occhi. Per molte imprese le casse integrazione chieste a marzo ed aprile sono arrivate solo pochi giorni fa, e questa è una mia esperienza diretta. Le mie aziende hanno anticipato ai dipendenti gli importi delle casse integrazione, altrimenti gli stessi non avrebbero avuto di che vivere per tre mesi, e solo due settimane fa sono stati erogati i bonifici, parliamo di marzo, aprile e maggio, pagati ad ottobre!! I famosi prestiti di 25 mila euro sono stati erogati molto più lentamente di quanto detto negli show televisivi del premier, ed i prestiti relativi al quarto di fatturato dell’esercizio precedente sono ancora tutti in fase di istruttoria. Stiamo parlando di provvedimenti presi a marzo ed aprile, che ancora oggi non sono decollati. In sintesi, se i tempi fossero realmente quelli dichiarati, allora non sarebbero neanche male, darebbero la forza di proseguire almeno fino a gennaio, nella speranza sempre che quest’incubo finisca il prima possibile.