“La felicità è cucinare…coi piedi nudi, senza grembiule, sentendo quella sensazione di creatività e libertà di esprimermi al meglio e poi…mangiare! – spartirsi la tavola è condivisione”…..questo è il motto della giovane foodblogger che abbiamo intervistato.

Deborah, presentati…raccontaci qualcosa di te!

Ciao mi chiamo Deborah Alias KIKI,   ho 32 anni, quasi 33 a Luglio … mese del piffero perché da piccoli tutti andavano in ferie ed ora che siamo grandi siamo tutti a lavorare. Vivo a pochi Km dal centro di Bologna, la mia città è piena di storie di cucina da raccontare tramite le famose «Arzdoura» di paese [dialetto].

Come dico sempre io, sono nulla «tenente» … non sono sposata, non ho mutui, non ho figli, non ho pets … però con me «tutti sull’attenti» perché sono un po’ troppo puntigliosa e perfezionista … ma presto anche io troverò un pazzo disposto a chiedermi in sposa. Ah ah, esiste senz’altro!

Dopo tutto sono già molto fortunata. Lavoro a tempo indeterminato per un’azienda che lavora nel settore Beauty da ormai 14 anni. Il mio ruolo? Trade marketing and manager Assistant. Ho 5 boss a cui far capo. J Amo il mio lavoro. Contatto col pubblico, organizzazione, responsabilità, versatilità, ascolto, idee brillanti per vendere continuamente i prodotti che mi danno il pane sulla tavola  …

E poi ci sono gli hobbies; amo cantare, ballare, scrivere, creare, e … in attesa di realizzare i miei sogni rigorosamente a naso all’insù, ho creato la mia dispensa Babi & Kiki’s House che comprende ovviamente il cucinare … e il mangiare; infatti anziché andare a fare fitness con la pigrizia che mi contraddistingue, mi limito a perdere la linea e a mettermi continuamente a dieta … una vita a dieta!

Un food blog fra un milione. Mi piace, mi rilassa, mi tiene occupata anche quando non ho tempo. Anche solo pensando a cosa cucinare per me, il mio compagno e i miei lettori.

E’ un mondo infinito quello dei blogger per non parlare di quello del cibo che da sempre mi appassiona. Ho cominciato a cucinare all’età di 6 anni, tutte le sere, mentre i miei amichetti facevano il campo solare e i miei genitori lavoravano sino a tardi. Non ho avuto la nonna ad insegnarmi i segreti della cucina. Li ho imparati guardando la mia mamma la Domenica mentre tirava la sfoglia o l’impasto della pizza più buona che ci sia e che … non sono mai riuscita a replicare uguale. O forse è il retaggio infantile che ti lega ai sapori e ai profumi della tua casa.

La tavola è armonia, è benessere, è condividere, è uno scambio d’amore con chi, come me, ha questa passione che sia anche solo mangiare! Peccato che la mia generazione abbia un po’ perso la voglia di investire tempo in cucina. Non sanno cosa si perdono.

Come nasce questa passione per la cucina?

La passione per la cucina è probabilmente innata.

Avere una mamma che non sbaglia un piatto può decisamente essere un buono stimolo. Ricordo infatti di essermi chiesta come facessero i miei amici a mangiare certe pietanze di casa loro.

Non ho mai criticato i piatti altrui perché appartengo alla scuola «de gustibus»; però ho sempre avuto la capacità di «aggiustarli» dapprima odorandoli, poi guardandoli ed infine assaggiandoli. Cosa manca per valorizzarli? E col termine valorizzarli non intendo complicarli.

Per esempio, difficilmente entro in un ristorante la cui anti camera non profuma di buon cibo. Non entro nemmeno in quelli dove i capelli trasudano di unto, giusto per essere specifici …

Infine un buon indice della mia passione sono stati i primissimi complimenti mentre ero ancora infante. Si capiva che i complimenti venivano dal bis delle persone e non dal banale complimento «buono». La vera bontà la vedi in chi ha l’acquolina mentre aspetta la portata, mentre «si pilucca il baffo» e come dicevo quando ne vuole ancora …

Mi sono guadagnata infatti i pranzi o le cene dei giorni rossi del calendario ^_^

Infine credo molto che <siamo ciò che mangiamo> e mi è spesso capitato di avere partner con problemi di salute per me dettati da abitudini alimentari estremamente errati. Non mi sbagliavo. Una dieta casereccia e godereccia … l’elisir di eterna salute e di felicità. Quando la papilla è contenta anche il nostro cuore lo è … credo .

Da dove nasce il nome Babi & Kiki’s house del tuo blog su Giallo Zafferano?

Babi & Kiki’s House nasce infatti dalla dimora in cui vivo. Piccola, intima, accogliente … a 12 Km dal centro di Bologna.

Abbiamo impiegato 1 anno per arredare questo appartamento … dovevamo salvare ogni singolo cm utile in 39mq. E durante il monta-smonta complessivo mi sono inventata di ridipingere la cucina. Da verdino spento a rossa Ferrari. L’ho adornata di tutti i miei «gingilli» e ci ho creato dei piatti divini.

Col TAG di FB di geo-localizzazione avevo così pensato di pubblicare Babi & Kiki’s House con gli aggiornamenti di casa step by step. Ma alla fine non l’ho mai fatto.

In compenso l’estate scorsa, non sapendo stare con le mani in mano, ho iniziato un lavoro di archiviazione foto nel mio Cloud.  Ho più foto di pietanze che di persone che amo, ah ah … e anziché cestinarle ho deciso di rendere produttiva la mia noia.

Il dictat del mio food blog è la semplicità. Vedo che le donne di questa generazione spesso si arenano di fronte a ricette complesse e di lunga preparazione. Io invece mi areno di fronte alle ricette che hanno un preambolo di un km e una prosopopea durante. Non le leggo nemmeno e mi reinvento tutto.

Ecco chi si nasconde dietro a Babi & Kiki’s House:

Babi è il mio compagno nonché aiutante! Ci ha uniti molto la cucina e la tavola.

Tra le tante ricette che hai proposto, qual è la tua preferita?

Tra le tante ricette pubblicate non ce n’è una che preferisco più di un’altra ma se proprio dovessi sceglierla probabilmente direi consommé di porcini patate e cipolla

http://blog.giallozafferano.it/babiekikihouse/consomme-di-porcini-patate-e-cipolla/

Amo le zuppe.

Prova del cuoco: ci inviti tutti a cena cosa prepari?

Se invece dovessi partecipare ad una prova del cuoco mi butterei su un menù misto per accontentare un po’ tutti i palati.

In primis vi chiederei cosa vi piace e poi probabilmente farei una paella #homemade secondo i gusti raccolti con un buon vinello di accompagnamento. E’ un piatto che non sbaglio mai e vedo che accontenta sempre tutti. C’è chi scarta una verdura o un pesciolino ma alla fine si va di tris.

Consigliaci un piatto tipico della tua regione…

Se dovessi indirizzare un forestiero a un ottimo piatto della mia tradizione direi forse in modo scontato il tortellino alla bolognese cotti in un buon brodo grasso di gallina e cappone ma è troppo semplice. Probabilmente oserei proponendo un passatello cotto in brodo casereccio, successivamente scolato e servito asciutto, condito con radicchio trevigiano saltato con pancetta affumicata e colata di gorgonzola e taleggio. A guarnire 3 gherigli di noci e spolverata di Parmigiano Reggiano.

Nuovi progetti per il tuo blog?

I nuovi progetti che penso per il mio blog sono tantissimi. Noto che le visite ogni giorno sono molte. Mi piacerebbe di creare una SWAP o un concorso dove attraverso un’interazione stimolante regalerò un prodotto professionale per capelli interamente a spese mie. Non ho però ancora trovato la chiave giusta per farlo.

Quest’estate inoltre mi attiverò con i video tutorial. Vedo che funzionano molto.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Infine il mio sogno nel cassetto sarebbe senz’altro aprire un’attività inerente la ristorazione. Secondo me sarebbe un successo comunque andrebbe …  e comunque ho la presunzione di pensare che andrebbe, perché crisi o non crisi le chiacchiere stanno a zero, le persone AMANO MANGIARE e i soldi in un buon piatto si investono sempre volentierissimo!

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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