Nel cuore di Portici, all’interno della Cooperativa Shannara, prende forma una storia fatta di rinascita e profumo di pane appena sfornato. È la storia di Abdu (Abdulrahman) e Said, due giovani egiziani che oggi impastano molto più che farina e lievito: stanno impastando una nuova vita.

Arrivati in Italia come minori non accompagnati, appena quindicenni, hanno attraversato l’Egitto e la Libia, affrontando un viaggio lungo, doloroso e pieno di ostacoli. Nel 2023 sono sbarcati a Lampedusa, trovando rifugio prima a Como e poi a Portici, dove la Cooperativa Shannara li ha accolti con calore, strutture adeguate e, soprattutto, opportunità.

Il Casatiello: da ricetta sconosciuta a simbolo di Rinascita

Quando Abdu e Said sono entrati per la prima volta nel laboratorio di panificazione della cooperativa, il casatiello napoletano era per loro qualcosa di totalmente nuovo. «Non lo conoscevamo, l’abbiamo scoperto qui», raccontano. Ma non ci hanno messo molto a farlo loro, imparandone ogni passaggio con pazienza e dedizione.

L’occasione è nata da una tradizione di famiglia: quella di Nello, un panettiere napoletano e padre di Anna una delle fondatrici di Shannara, che ha deciso di trasmettere ai ragazzi la ricetta tramandata da generazioni. I primi tentativi sono stati timidi, con impasti piccoli da 5 o 6 chili. Ma giorno dopo giorno, il profumo di casatiello ha cominciato a riempire il forno… e anche le loro vite.

«All’inizio li seguivamo passo passo», racconta Anna. «Ora fanno tutto da soli». L’unico passaggio che ancora richiede supervisione è la cottura: non per mancanza di capacità, ma perché – come in ogni buona cucina – serve tempo, pazienza e un pizzico di esperienza per capire quando il prodotto è perfettamente cotto.

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Dalla Panetteria alla Comunità: Una crescita condivisa

Il laboratorio non è solo un luogo di lavoro. È uno spazio educativo, umano, inclusivo. Abdu e Said, oggi, sono diventati punti di riferimento per gli altri ragazzi accolti dalla cooperativa. Hanno imparato la lingua italiana, collaborano con gli operatori, si mettono a disposizione per aiutare gli altri. Hanno trasformato la loro esperienza difficile in una risorsa per chi arriva dopo di loro.

Nel 2023, hanno sfornato circa 90 casatielli. Quest’anno sono già a settanta, con quaranta prenotazioni confermate. Un risultato straordinario per due ragazzi che, appena un anno fa, non avevano mai nemmeno sentito parlare di questo rustico pasquale.

Un Casatiello per tutti i Gusti (e tutte le Storie)

Alla Cooperativa Shannara, il casatiello prende tante forme, perché si adatta alle esigenze di chi lo acquista, senza mai perdere l’essenza della tradizione. C’è la versione classica con la sugna, ma anche quella con olio extravergine d’oliva. Ci sono casatielli senza uova interne, senza pepe, con tacchino e formaggio per chi ha restrizioni alimentari, e varianti vegetariane con friarielli. Tutti realizzati con ingredienti di alta qualità, tra cui farina biologica e un lievito apposito che dona una lunga lievitazione e un gusto autentico.

Il prezzo? 18 euro al chilo, che non sono solo il valore di un prodotto artigianale ma anche un investimento nella dignità del lavoro.

Non è Beneficenza, è Futuro

Dietro ogni casatiello acquistato c’è molto di più che una scelta gastronomica. C’è la possibilità concreta di sostenere i ragazzi della casa famiglia, offrendo loro un mestiere, una formazione e – soprattutto – autonomia.

«Non parliamo di beneficenza», spiegano dalla cooperativa, «ma di opportunità. Il nostro obiettivo è far crescere persone competenti, indipendenti, capaci di camminare da sole». Oggi, sei giovani sono coinvolti stabilmente nel laboratorio. Tra loro, naturalmente, Abdu e Said.

Un impasto di Vita, Speranza e Appartenenza

Il casatiello della Cooperativa Shannara non è solo un prodotto tipico: è un simbolo di rinascita, una testimonianza di come il cibo possa diventare strumento di integrazione, appartenenza e crescita. Un ponte tra culture che si incrociano, si ascoltano, si riconoscono.

Mentre Abdu e Said lavorano tra impasti e teglie, nei loro occhi si legge un orgoglio nuovo. Quello di chi ha sofferto, ma ha scelto di non arrendersi. E di chi ha trovato, anche in un piccolo laboratorio di Portici, un posto dove sentirsi finalmente a casa.

Il loro percorso è un esempio concreto di integrazione che funziona, di come il cibo possa diventare strumento di dialogo, appartenenza e crescita. E mentre impastano, sorridono: «Qui ci sentiamo a casa».

Il casatiello della Cooperativa Shannara non è solo un prodotto da portare in tavola: è una fetta di riscatto, un morso di speranza. Un modo per sostenere chi crede che il futuro si possa costruire un passo — e un impasto — alla volta.

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