Giovedì 7 luglio nell’Hotel & Resort Le Axidie di Vico Equense, si è svolto il primo di tre eventi Celebrity Dinner.

Protagonista indiscusso lo Chef stellato Peppe Guida, della Antica Osteria Nonna Rosa, che in una rassegna di cene a quattro mani, propone agli ospiti, straordinari piatti d’ autore, preparati nella cucina vista mare, abbinati ad ottimi vini, e degustati in uno scenario incantevole.

Nel primo appuntamento con Peppe Guida, si è cimentato in un impegnativo Show Cooking, Giorgio Barchiesi, in arte Giorgione di Gambero Rosso Channel.

Il Menù prevedeva un benvenuto, con la Zeppola di Gamberi, il Pacchero alla Parmigiana di melanzane, e l’Alice con provola affumicata e peperoni arrosto a cura dello Chef Peppe Guida.

Un antipasto a cura di Giorgio Barchiesi con il Tonno di Montefalco nell’orto di Montechiaro.

A seguire due primi piatti, i Fusilli alla Giorgione a mare, a cura di Giorgio Barchiesi e la Pasta mista con totani, patate e alghe a cura dello Chef Peppe Guida.

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Come secondo piatto, l’Orata con zucchine e zuppa di limone a cura dello Chef Peppe Guida

E per concludere il Sorbetto con fragole e rabarbaro e il Dessert con Albicocche e basilico a cura dello Chef Raffaele Galasso delle Axidie Resort.

I Vini in abbinamento di Tenute Fontana: Civico 2 Campania Falanghina IGT 2020 e Civico 1 Campania Sciascinoso IGT 2020. Per il Dessert, Donnafuga, Ben Ryé Passito di Pantelleria.

Ho intervistato in momenti diversi, i due interpreti della serata, e mi ha stupito trovare tante affinità tra loro e un pensiero comune che li unisce.

Peppe Guida

Come si è trovato stasera a lavorare con Giorgio Barchiesi?

Bene, ci conosciamo da tempo, perché abbiamo sviluppato altri progetti insieme e collaboriamo per lo stesso canale, Gambero Rosso Channel. Si tratta di una persona incredibile, perbene e molto socievole.

Le sue sono ricette popolari, che a me piacciono tanto. Ovviamente siamo diversi, abbiamo entrambi uno stile riconoscibile, ma la cucina è bella per questo, perché ha tante sfaccettature e poi si ritaglia fette di mercato poliedriche.

Sappiamo tutti che riscuote un grande successo, e stasera preparerà due piatti che lo rispecchiano perfettamente. Divertenti, con ottimi ingredienti di base, e soprattutto che trasmettono serenità. Esattamente come Giorgio, che ha il grande dono di smorzare lo stress con un sorriso.

Partiamo ambedue dalla cura degli ingredienti e dalla tradizione, poi le nostre cucine si evolvono in maniera diversa, ma alla base di tutto c’è la ricerca della materia prima.

Questo sarà il primo di diversi eventi?

Si, questa estate sono previsti tre appuntamenti. Dopo il primo di stasera, il secondo sarà l’8 agosto con Gianfranco Pascucci, e poi a settembre con Fabrizio Nonis, Bekér del Gambero Rosso.

Giorgio Barchiesi

Parliamo dell’esperienza di questa sera, come è stato cucinare con lo Chef Peppe Guida?

Conosco Peppe Guida perché, come me, è uno dei talent del Gambero Rosso Channel. E abbiamo già partecipato insieme ad altre manifestazioni. Lui è un grande, è uno chef, io non lo sono.

Con estrema umiltà, mi rendo conto, soprattutto in questo frangente, di quanto sia vera la differenza tra un cuoco di esperienza, un vero chef, e chi vuole semplicemente “dare da mangiare”. Siamo noi, due categorie di persone completamente diverse.

Io fino a 15 anni fa non ci pensavo per niente a fare questo mestiere. Poi mi si è accesa la lampadina.

Cosa vi accomuna?

Sicuramente la scelta della materia prima. Peppe ha un orto fantastico, una serie di ingredienti strepitosi, che con estremo rispetto e amore, trasforma in capolavori, anche perché riesce a valorizzarli perfettamente, trattandoli in cucina in modo magistrale. Oggi ci ha fatto assaggiare delle cose di altissimo livello.

Anche io mi dedico all’arte culinaria, partiamo dalla stessa base, da un’idea di fondo che è simile, poi però emergono culture e intenti diversi.

Il mio concetto di cucina è legato alla convivialità. Sai come si dice, “Ci hai mangiato insieme?” Intendendo che lo stare a tavola avvicina e unisce, rende amici. È un luogo in cui si è tutti più socievoli, (ridacchi) sempre che non ci si trovi in un ambiente troppo formale.

Credo che ultimamente siano in tanti a prendersi troppo sul serio. Dovremmo tornare tutti al concetto che ho espresso sopra. Troppa ansia da prestazione! Stiamo cucinando, non stiamo facendo la Rivoluzione Francese. E poi tutti questi programmi che tendono solo alla spettacolarizzazione della cucina, dove si tirano i piatti, ci si arrabbia e si fanno le gare, a me non riguardano per niente.

Non ne voglio proprio sentire parlare, hanno rovinato generazioni di studenti di scuole alberghiere. Ormai non c’è più un cuoco di percorso, sono tutti chef! Non c’è più la voglia di andare incontro alle cose con quella curiosità tipica del ragazzo che si affaccia al mondo.

Questa situazione ha creato una divisione tra la vita reale e quella che viene messa in scena. La scena è una ricostruzione illusoria, è un teatro, uno stato in cui, per quanto tu sia bravo, segui un copione. Io non lavoro mai così, mi esprimo serenamente, senza sovrastrutture, senza costruzioni inutili né orpelli atti ad abbellire.

Lei è un grande comunicatore, nei suoi video questo è evidente.

Lo sta dicendo lei, io semplicemente, ho la cultura e la consapevolezza che mi impone di non dire stupidaggini, e di essere sempre credibile.

Ciò che in cucina so fare io, lo sai fare anche tu. Serve solo metterci un po’ di voglia, inventiva, creatività, e quanto ottenuto, sarà un successo per forza.

L’ansia da prestazione non ci deve essere per uno chef! Così come le regole drastiche e inviolabili. “Si fa così!” Ma falla come ti pare! Che sono le dosi? Io ti dico “una manciata”, “come se piovesse”, “un nonnulla”, “giusto un po”, alla fine decidi tu!

Come si pone nei confronti di coloro che sono degli integralisti della cucina tradizionale?

Per me sono scelte private, non mi riguardano culturalmente. Se qualcuno arriva e mi dice: “La matriciana si fa così”. Sono d’accordo con lui, non ci discuto, gli dico: “bravo, falla così”. E gradisco che gli altri abbiano lo stesso atteggiamento nei miei confronti. Io, ad esempio, ci metto la cipolla! Perché sono originario di una famiglia in cui una delle tate che ci cucinava in casa era della zona di Amatrice, e mi ha insegnato in questo modo.

Non ci sono le regole, soprattutto i Diktat in cucina. C’è solo gioia e voglia di comunicare e di esprimere sé stessi nei piatti. Io non faccio mai lo stesso menù tutti i giorni, perché mi verrebbe a noia.

Sara Sanna

Ho 49 anni e abito in Sardegna. Ho lavorato come tecnico del restauro archeologico prima, poi, come guida turistica e operatrice museale presso la "Fondazione Barumini Sistema Cultura" che si occupa della...

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