La start up fondata a Lecce nel 2015 e sbarcata l’anno successivo a Milano, oggi consegna in tutta Italia pasti sani, bilanciati e personalizzati in base al fabbisogno nutrizionale di ogni cliente. La particolarità? Il menù viene studiato non da uno chef, ma da algoritmi di Machine Learning che individuano le combinazioni migliori per il raggiungimento degli obiettivi di forma dell’utente.
Tutto è cominciato nel 2015 in una piccola gastronomia di Lecce dove un cuoco preparava pasti sani e bilanciati secondo le indicazione di Andrea Lippolis, giovane studente di ingegneria gestionale appassionato di fitness, che poi li consegnava personalmente a domicilio, a bordo del suo scooter.
Feat Food è il primo servizio di consegne a domicilio di pasti pronti personalizzati studiati da un algoritmo di Machine Learning e, fino ad oggi, ha servito oltre 300.000 pasti agli italiani: “Siamo stati uno dei primi dark restaurant di Milano, dove ci siamo trasferiti nel 2016, inaugurando quel fenomeno di cucine “chiuse” pensate solo per la produzione di cibo e le consegne a domicilio che oggi impazza in molte città. Noi aggiungiamo la componente del mangiare sano e preparato su misura delle esigenze nutrizionali dei nostri clienti. Nel 2017 siamo stati il secondo player di delivery food a Milano”.
Come funziona il Machine Learning di Feat Food
Più vengono implementati e aggiornati i dati nel pannello utente, più il software diventa preciso nell’individuare i percorsi nutrizionali, calcolando le grammature esatte, scegliendo le combinazioni di ingredienti e distribuendoli sui diversi pasti previsti nella dieta scelta.
A oggi il database di Feat Food conta oltre 20.000 utenti profilati, suddivisi in macro categorie in base alle diverse combinazioni di caratteristiche fisiche e di obiettivi da raggiungere, alle quali poi corrispondono piani alimentari su misura.
In 5 anni 2 milioni di finanziamento ricevuti, canali distributivi e riconoscimenti
Andrea Lippolis oggi è affiancato da 12 dipendenti, con diverse professionalità, tra cui esperti nutrizionisti, oltre a un team di sviluppatori esterni che si occupa di continuare a implementare le capacità del software. Il team è in continua espansione e infatti ad agosto si sono aperte per selezioni per la ricerca di un nuovo CMO (Chief Marketing Officer).
La società dal 2015 a inizio 2020 ha raccolto un totale di circa 2 milioni di euro tra investimenti e finanziamenti. Tra i soci, per la maggior parte costituiti da fondi di investimento, ci sono anche Amadori e Riso Gallo, che forniscono anche alcune delle materie prime come il pollo 100% italiano allevato all’aperto senza l’utilizzo di antibiotici e il riso proveniente da risaie italiane.
La distribuzione dei prodotti di Feat Food segue la logica multicanale. L’e-commerce, destinato alla vendita dei pasti singoli o di abbonamenti personalizzati, dal 2016 a oggi ha decuplicato il suo giro d’affari e attualmente rappresenta il 65% del fatturato. I pasti bilanciati di Feat Food si possono trovare anche all’interno di frigoriferi intelligenti, collocati all’interno di 30 palestre e presso alcune aziende in tutta Italia: “Grazie alla partnership con Fresco Frigo, proponiamo i nostri piatti, conservati alle giuste temperature, nei luoghi tipicamente frequentati dal nostro target di riferimento, ossia gli sportivi e coloro che in pausa pranzo optano per un pranzo sano e a portata di mano. Oggi questi canali rappresentano il 20% del nostro fatturato. Da luglio 2019 a gennaio 2020 Feat Food ha testato il suo modello nella GDO nel gruppo Finiper-Unes, ma contiamo a breve di esportare il nostro modello anche presso altri gruppi” afferma Andrea Lippolis. Dal 2019, è stato aperto nel cuore di Milano anche il primo punto di vendita diretta al pubblico.
La crescita di Feat Food nel suo primo lustro di vita è stata caratterizzata da alcuni riconoscimenti, anche internazionali: si è aggiudicata nel 2019 il Food Tech 500 che individua le 500 migliori startup in ambito food tech a livello globale ed è stata selezionata, nel 2019, dal Food Tech Accelerator, come una delle 5 startup più promettenti in ambito food tech nel mondo e, nel 2016, da Impact Hub come una delle 5 startup italiane più promettenti per il suo impatto sociale.