Purtroppo ne parlano tutti, e alcuni ci fanno vedere anche le super bollette nel tentativo di amplificare la loro protesta. Cosa sta succedendo nel mondo della ristorazione?
Ne abbiamo parlato con Massimo Di Porzio, imprenditore e ristoratore (Umberto a Napoli) nonché presidente della Fipe-Confcommercio Campania
La crisi energetica sta colpendo duramente , quali sono le ricadute nel settore della ristorazione?
Ricadute pesantissime, in quanto l’aumento del costo dell’energia incide non solo sulle bollette di gas e luce ma anche di tutti i prodotti della filiera, dalla farina, alla mozzarella, al pomodoro, alla pasta ai prodotti ittici. Ci aspetta davvero un autunno caldo, non solo per le temperature!
Come FIPE avete messo in campo delle iniziative?
La fipe nazionale ha avviato presso i propri associati una campagna denominata ‘bollette in vetrina’, che consiste nell’esposizione da parte dei pubblici esercizi delle bollette delle utenze, evidenziando gli aumenti fino al 500 per cento dei costi energetici. Intendiamo in tal modo da un lato effettuare una pressione sindacale sul governo, in quanto questi costi dell’energia e del gas sono insostenibili da parte dei pubblici esercizi, dall’altro sensibilizzare i consumatori sugli sforzi economici che stanno facendo le aziende virtuose e corrette. Quelle che cercano di contenere gli aumenti, senza speculare.
negli ultimi giorni ci sono state proteste clamorose di aziende che hanno esposto le loro bollette e ristoratori che hanno addirittura esploso il prezzo della pizza per giustificare gli aumenti, cosa ne pensa?
Come detto sopra la campagna di fipe confcommercio ha lo scopo di evidenziare gli enormi costi che stiamo sostenendo e che sosterremo. Un incremento dei listini in linea con il tasso d’inflazione attuale è assolutamente giustificato, ma io ritengo che l’aumento dei prezzi di vendita oltre queste percentuali é un errore, perché il ricavo è dato dal prezzo di vendita per la quantità venduta, per cui non è certo che un aumento del prezzo determini un incremento dei ricavi, perché se si esagera, potrebbe diminuire il numero delle vendite e quindi addirittura diminuire i ricavi.
Però se è vero che le imprese soffrono i consumatori non sono da meno
Sicuramente, anche perché di fronte a questa fiammata dell’inflazione, gli stipendi sono rimasti sostanzialmente uguali quindi c’è una sicura perdita di potere di acquisto. Per questo dicevo che un incremento esagerato dei prezzi da parte dei pubblici esercizi può essere molto pericoloso, sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista dell’immagine. Essere imprenditori vuol dire anche cercare di assorbire, laddove possibile, gli incrementi dei costi, magari raschiando il fondo del barile dopo due anni pesantissimi di pandemia. Sicuramente vi sarà chi non ce la farà, ed è a loro che bisogna porre attenzione e aiuto così come alle famiglie meno abbienti che rischiano di non potere mettere un piatto in tavola. Ci vuole molta strategia e capacità imprenditoriale e così sono sicuro che supereremo anche questo difficilissimo momento.
già il covid aveva messo in luce le difficoltà nel vs settore nel fare squadra, secondo lei come si potrebbe e dovrebbe risolvere questo problema
Io credo che la presenza di numerose sigle sindacali, ognuna con le sue organizzazioni, sia sicuramente un plus per il settore. Però sugli argomenti di interesse generale, per creare una pressione di lobby, bisognerebbe unirsi e mettere da parte gli interessi personali e associativi. Facile a dirsi, ma non a farsi, dato che specialmente le piccole organizzazioni cercano di portare sempre acqua al proprio mulino, strumentalizzando le proteste e promettendo sicuri risultati. Durante la pandemia, su argomenti importanti come protocollo di sicurezza per i pubblici esercizi e green pass noi abbiamo agito in sinergia con confesercenti e coldiretti e i risultati ci sono stati. Poi l’attività sindacale è anche una attività politica e quindi è certo che ci sono sempre voci fuori dal coro.
Devo dire che la fipe con le bollette in vetrina ha spostato immediatamente l’attenzione della politica e della campagna elettorale, sul problema enorme dell’energia, che è diventata argomento principale dell’agenda politica, spingendo addirittura i leader politici a mettere da parte le divisioni elettorali per fare fronte comune per affrontare il problema. Credo che sia stata una buona ed efficace azione sindacale e avrei detto lo stesso se fosse stata organizzata da altri
lei è anche un noto ristoratore , Lei che misure ha messo in campo per proteggere la sua attività dagli aumenti?
Risparmio energetico, ma non solo. Trattiamo con i fornitori, cercando di bloccare i prezzi o anche cambiarli se necessario favorendo chi non fa speculazioni e chi si comporta in maniera corretta. Un incremento prezzi in linea con il tasso di inflazione potrebbe essere giustificato, ma non di più. Ci sono aziende che stanno provando ad assorbire in parte i maggiori costi, sperando in un raffreddamento del mercato. Ecco, quelle vanno premiate e scelte. Per quanto riguarda l’energia, a febbraio abbiamo fatto un contratto che bloccava il prezzo per due anni e abbiamo avuto una bolletta ad agosto di 3000 euro, rispetto agli 8000 che sarebbe stata con i prezzi attuali. Comunque il doppio, rispetto all’anno scorso e il triplo rispetto ai prezzi pre covid è guerra, ma in questo modo abbiamo contenuto il danno. In ogni caso è necessario anche un intervento del governo e delle autorità Locali dove possibile, ad esempio con crediti d’imposta sulle forniture e con eliminazione delle accise sulle bollette, che comunque incidono.