Ciò che accomuna i 22 partners che hanno dato vita alla rinascita di Villa Fernandes, bene confiscato alla camorra e restituito da poco alla città di Portici (Napoli) è la passione per questo territorio, le sue risorse e le sue persone. Per loro fare impresa significa offrire al cliente il massimo in termini di qualità, lavorare in modo ecosostenibile e valorizzare il lavoro delle risorse umane.
All’interno della Villa è presente anche il Dabliù Bistrò, ne abbiamo discusso con Antonio Capece direttore e capo progetto.
Qual è la storia di Villa Fernandes?
Il progetto Villa Fernandes è sostenuto da Fondazione CON IL SUD in collaborazione con la Fondazione Peppino Vismara ed è promosso dalla cooperativa sociale Seme di Pace ONLUS insieme alla Città Portici ed a 22 partner del territorio. L’obiettivo è quello di creare un Polo di sviluppo locale, apprendimento e innovazione, incrementando la partecipazione dei cittadini alla vita socio-culturale della città e favorendo nuove realtà imprenditoriali, opportunità formative e di accompagnamento al mondo del lavoro.
Oggi “Villa Fernandes: bene comune”, infatti, rappresenta un luogo aperto alla libera fruizione degli spazi sia esterni che interni, un luogo di incontro e di aggregazione sociale e sostenibile, ma anche di ascolto e di orientamento per chi vive situazioni di disagio.
Come nasce il progetto di riqualificazione e cosa avete realizzato?
È nato per recuperare e restituire un bene e uno spazio “centrale” alla città, alla nostra comunità, intraprendendo questo percorso condiviso con associazioni ed enti del territorio. Insieme alla ristrutturazione e riappropriazione fisica della Villa, tra le finalità principali vi è quella di rinnovare/rigenerare il tessuto culturale, sociale ed economico del territorio vesuviano recuperando e gestendo, in maniera condivisa, spazi di creatività generatori di benessere per le persone e il territorio.
Villa Fernandes è un progetto che travalica i confini territoriali strettamente geografici e promuove una rete ampia e inclusiva. All’interno del partenariato ci sono realtà anche di territori vicini; esperienze d’eccellenza sia per l’utilizzo e la gestione dei beni confiscati sia per lo sviluppo di fondazioni di comunità.
Attraverso questo importante progetto di riqualificazione, stiamo creando:
- un polo di sviluppo locale, apprendimento e innovazione, accessibile a tutti, che vuole favorire e sostenere nuove realtà imprenditoriali ed essere un volano per il supporto alle politiche ambientali, sociali e di empowerment;
- un centro culturale aperto e innovativo, punto di riferimento per la comunità ma non solo, nel quale si vogliono incoraggiare forme di partecipazione dei cittadini alla vita socio-culturale della città e la costruzione di nuove alleanze finalizzate anche alla promozione e valorizzazione del territorio e della sua produzione culturale;
- un centro servizi alla persona, di ascolto e accompagnamento per chi vive situazioni di disagio, di consulenza sulle varie opportunità e possibilità di percorsi di crescita, orientamento e reinserimento sociale e lavorativo.
Avete deciso di puntare anche sulla ristorazione con Dabliu , qual è il ruolo di un bistrot nel vostro progetto?
Il bar bistrò all’interno di Villa Fernandes si propone come esperimento imprenditoriale innovativo in un’ottica di sostenibilità: aperto tutti i giorni e per tutto il giorno per offrire al pubblico i servizi tipici di un bar, rappresenta anche il principale luogo di incontro e di socializzazione, di pensiero e di contaminazione tra attività produttive, di promozione culturale, di formazione e di consulenza alla creazione d’impresa. L’incontro è previsto sia tra le persone che possono, in uno spazio condiviso, progettare piani di sviluppo o business plan, sia tra i vari servizi previsti, ovvero tirocini formativi, percorsi di avviamento al lavoro per l’inserimento di giovani e di persone con disabilità e molto altro.
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Abbiamo intervistato anche il giovanissimo Chef Giovanni Zurolo
Quando e come è iniziata la tua passione per la cucina?
Fin da piccolo ho amato trafficare tra le pentole! Ricordo i miei nonni cucinare nelle serate di festa, a Natale, e in particolare io ero attratto dal nonno che cucinava piatti tipici della tradizione mentre io mi cimentavo ad aiutarlo, chiedendogli ricette e consigli. Crescendo poi questo interesse non mi ha mai abbandonato ed è diventato oltre che un lavoro, una passione.
Raccontaci in tre aggettivi la tua cucina
Fresca, ricercata, contemporanea.
Quale sarà l’offerta del Dabliu a pranzo e a cena?
A pranzo al Dabliu offriamo un menù tradizionale, che cambia giornalmente, in cui è possibile trovare i piatti tipici della cucina Italiana, caratterizzati dalla mia personale interpretazione senza però “strapazzare” troppo le ricette.
Un piatto da provare assolutamente per chi verrà al Dabliu?
Un piatto che consiglierei è sicuramente proprio il Carpaccio di Spigola, mi rispecchia molto nei sapori.
E ora vi aspetto ovviamente tutti al Dabliù!