A bordo della Costa Smeralda APEI, presieduta dal Maestro Massari, ha presentato i dolci realizzati in occasione del Festival di Sanremo
Il Festival di Sanremo è un grande palco fatto di divertimento, musica, festa, ma è anche un momento importante di visibilità, ricchissimo di eventi collaterali, una vetrina importante non solo per musica e televisione ma anche per tante altre aziende, associazioni, realtà varie che si danno appuntamento qui. Per l’enogastronomia l’occasione non poteva essere più golosa di così.
APEI, Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana, è l’associazione che raccoglie le migliori professionalità e le eccellenze più esclusive della pasticceria e del mondo del dolce. APEI, di cui è presidente Iginio Massari, ha dedicato due dolci al Festival di Sanremo serviti agli ospiti di Costa Smeralda, nave Costa dove era allestito il palco galleggiante del Festival, ormeggiata al largo di Sanremo. La delegazione di APEI guidata da Massari, dal maestro Riccardo Bellaera e dal segretario Fausto Morabito ha colto l’occasione del Festival per premiare tre aziende partner che supportano l’associazione, ma che sono soprattutto coprotagoniste dell’eccellenza della pasticceria italiana. Si tratta di Molino Dallagiovanna, premiato “per la qualità raggiunta attraverso processi unici, rispetto delle materie prime e lo studio ininterrotto”, Agrimontana “per l’accurata selezione di materie prime e l’utilizzo delle migliori tecnologie, nel solco dell’artigianalità”, e Acquaviva “per innovazione, costanza nella qualità e cura dei dettagli, con grande attenzione all’ecosostenibilità”. “Premiare su Costa Smeralda alcune delle aziende che supportano quotidianamente il nostro lavoro rafforza legami e rinnova il protagonismo dell’alta pasticceria, capace di regalare emozioni uniche, esattamente come la musica italiana ha fatto nei confronti del pubblico del Festival”, ha spiegato Iginio Massari.
Incontro con il Maestro Iginio Massari
L’occasione della premiazione APEI è stata ghiotta per parlare anche di pasticceria e dintorni con il Maestro Massari, da bambino innamorato del canto ma che oggi ha confessato di non cantare mentre crea dolci: “Non ascolto nemmeno la radio quando sono in macchina, è uno dei rari momenti in cui posso pensare”. Però “Il Festival di Sanremo lo guardo, magari non per cinque ore di fila. A volte stacco, penso, creo… scrivo. Poi io sono della vecchia generazione, di questi ragazzi giovani a volte non capisco le parole. Quando canta Gianni Morandi capisco tutto. Mi piace Francesco Renga”. Questo per la musica, ma la chiacchierata si è rapidamente allargata alla pasticceria in senso più ampio: per chi vuole entrare in questo mondo di dolcezze “Le competenze sono la base, vengono sempre per prime, poi viene la comunicazione corretta. Tu puoi fare il prodotto migliore del mondo, ma se non dici che lo fai nessuno lo conosce. Bisogna sempre essere sulla bocca di tutti, ed esserlo nella maniera giusta”, è la premessa. Poi l’orizzonte del discorso si allarga fino a ricomprendere il futuro della pasticceria: “Se lo conoscessi avrei già giocato i numeri al lotto e con la vincita avrei aperto un’azienda”. Sì, perché questo è sempre il suo obiettivo: “Creare, e far sapere cosa sto facendo”. Per la seconda volta il Maestro Massari rimarca l’importanza della comunicazione, “Che va fatta come si deve. Secondo me gli errori da non fare in questo ambito riguardano il linguaggio. Un buon comunicatore deve usare parole semplici. Se non c’è questa capacità è meglio che cambi lavoro”.
Altro tema di stretta attualità, la sostenibilità della pasticceria: “Siamo in alto mare a livello nazionale italiano. Parliamo di sostenibilità ma non sappiano neanche cos’è. Una volta, quando ero ragazzo io, la sostenibilità c’era perché non c’era la roba, non mangiavi dopo la guerra. Quando andavi a comprare lo zucchero lo mettevano nella carta da zucchero, che era azzurra. Quella carta non si buttava via, la mettevamo a bagno nell’acqua. Le camicie che erano consumate le tingevano con quell’acqua zuccherata e così diventavano azzurrine, e poi giravamo il colletto quando era consumato. Quella era sostenibilità reale. Ma quanti di voi, quanti di noi indossano una camicia coi polsini consumati? Le donne rammendavano con una pallina o con un uovo le calze. Buttare via la camicia e le calze non consumate non è sostenibilità, vuol dire incrementare gli sprechi”.
C’è spazio poi per i sentimenti, che inevitabilmente finiscono sempre in una creazione. Durante il periodo più duro della pandemia per Bergamo e Brescia, Massari si è sentito profondamente toccato e ha creato una torta, “Battito”: “Era il periodo in cui vivevamo i momenti più strazianti, e io ho pensato di dedicare un dolce a queste due città, che tra l’altro sono anche state nominate capitali italiane della cultura nel 2023. Ho messo insieme due torte tradizionali, una di Bergamo l’altra di Brescia, e le ho unite in quello che è un battito di cuore”.
I dolci per il Festival di Sanremo
A bordo della nave Costa Smeralda, i crocieristi (si poteva acquistare questa speciale crociera-evento al largo di Sanremo) hanno potuto assaggiare un paio di creazioni limited edition pensate da Riccardo Bellaera, Corporate Pastry Chef & Baker di Costa Crociere e Ambasciatore APEI che è stato a suo tempo allievo di Massari, ideati in occasione del Festival. Ispirati ai fiori della Riviera, i dessert si chiamano “Rosa” (mousse leggera al lampone, geleè al lampone e lime, financier alle mandorle, sablè alla mandorla), e “Margherita” (mousse alla mandorla di Avola, namelaka esotica, gelatina all’albicocca, sablè alla nocciola).
“Eccellenza, italianità e bellezza sono valori che ci contraddistinguono e che abbiamo voluto ribadire anche in un contesto come quello sanremese insieme a Costa Crociere”, ha chiuso Massari.