Abbiamo incontrato Elio Ondino, fondatore e titolare dell’agenzia Vinapoly, attiva nel settore commerciale ed enologico.

La passione non può essere realmente vissuta e implementata, se disgiunta da un senso di appartenenza condiviso, supportato da un sinergico lavoro di squadra.

Da sinistra: Elio Ondino e Carlo Straface

Questo il sostrato fondativo dell’operato di Elio Ondino, una vita professionale devoluta alla promozione della cultura del vino, ora trasfusa nella propria agenzia Vinapoly Studio, con sede nel capoluogo partenopeo – come suggerisce il nome – che ci ha parlato, come preludio di un’estesa degustazione all’Enopanetteria del comune amico Stefano Pagliuca, degli ultimi sviluppi aziendali.

  • Elio anzitutto buongiorno, è un vero piacere incontrarti alla soglia di un periodo così caotico come quello delle festività natalizie, che si approssimano. Vuoi presentare ai nostri lettori il progetto Vinapoly che ti vede protagonista?

Carlo, buongiorno a te, sono davvero felice di poter parlare di Vinapoly, che non esito a definire, con un pizzico di ambizione, un’agenzia di rappresentanza 2.0, connotata da assoluta modernità, operativa esclusivamente nel settore Ho.Re.Ca. L’intuizione alla base è stata quella di evolversi da un concetto di mera agenzia, puntando sulla divulgazione tout-court alla clientela di settore, che includa eventi formativi, degustazioni mirate, ed anche viaggi nelle aziende rappresentate e momenti continui di confronto con colleghi, manager e sommelier.

  • Ti sei ispirato a qualche riferimento ideale, per tale impostazione, oppure si è trattato di una inevitabile evoluzione della tua esperienza pregressa?

Posseggo un’esperienza ventennale estensiva nel settore, che ovviamente mi è stata di grande aiuto e risorsa. Credo che la vendita all’americana possa rappresentare un paradigma di riferimento, loro sono maestri nella creatività e nella rifinitura nella qualità della proposta commerciale, mettendo a punto tutta una serie di servizi complementari, e cercando continuatamente partner nel settore della comunicazione e del marketing. La frase che mi piace ripetere ai miei collaboratori è che “il vino è materia viva, e quindi va illustrato, spiegato e condiviso, altrimenti siamo meri venditori”, credo che questa proposizione dica tanto del mio operato, e della filosofia sottesa.

  • A proposito, come è composta la tua squadra, e quali sono state le principali innovazioni che hai introdotto?

Con me lavorano sei collaboratori, che hanno tutti fatto affiancamento personale, e con i quali siamo impegnati in un’opera di formazione e coordinamento senza soluzione di continuità. Sotto il profilo logistico, quest’anno ho prescelto una nuova sede più ampia, presso il Centro Direzionale in Napoli, di circa cento metri quadri, all’uopo allestendo una zona riservata, oltre che all’amministrazione ed al magazzino, a libreria di settore ed a degustazioni riservate, favorendo la convivialità con la clientela e, perché no, anche con amici.

  • Quali sono le aziende da te rappresentate, con le quali intrattieni rapporti commerciali storici?

Beh, fra le più prestigiose, di quelle con cui ho un rapporto diretto, debbo menzionarne necessariamente tre, Capichera, Allegrini e la nostra Mastroberardino, che hanno come fil rouge la valorizzazione del proprio terroir di riferimento, senza voler sottacere le altre. Allegrini è uno straordinario gruppo con possedimenti in svariate zone, e il suo Amarone è un classico nazionale, insieme al cru di Corvina fuoriclasse “La Poja”. Capichera restituisce tutto il fascino indomito del Vermentino di Sardegna, declinato in svariate tipologie, mentre su Mastroberardino ho poco da aggiungere, rappresenta la storia dell’enologia campana che si perpetua, è un vero e proprio capostipite ed innovatore del retaggio vitivinicolo regionale.

  • Cosa mi dici della tua recente collaborazione con la Società “Vino e Design” di Dick Ten Voorde, che vanta un catalogo di prodotti di grande pregio?

Per me è stato un onore tale intrapresa, anche perché godere della fiducia incondizionata di un imprenditore come Dick mi ha davvero gratificato. Ricordo il momento dell’accordo, in un clima di grande propositività, “Vino e Design” è azienda leader di settore, praticamente include nel proprio catalogo tutte le aziende produttrici di Riesling più prestigiose del mondo,  oltre a grandi referenze di Borgogna e Bordeaux, non disdegnando la Champagne, penso con loro di fare un lavoro davvero notabile, favorendo la diffusione di prodotti emozionanti.

  • Un’ultima domanda, prima del commiato. In che direzione pensi vada il mercato, fatta la tara ai persistenti costringimenti del Covid?

Come intendevo dirti, per quanto mi riguarda, bisogna reinterpretare il concetto di rappresentanza, favorendo l’interazione fra tutti i soggetti della filiera commerciale, nel contempo rifuggendo dalle auto-celebrazioni, con lo scopo ultimo della consapevolezza dell’incontro fra domanda ed offerta. Negli anni scorsi, ad esempio, sono state un grande successo le feste di Mastroberardino Winery, tenutesi presso la splendida Villa Fattorusso nella cornice di Posillipo, da me personalmente organizzate, e spero di poterle ripetere presto, restringimenti permettendo. E’ un poco come il concetto, forse oggi abusato, di vini naturali, a risultati simpatetici e proficui si arriva tenendo presente la storicità ed il dato esperienziale, in sin dei conti il vino lo si produce una volta all’anno, mentre noi siamo impegnati in un operato quotidiano, e non bisogna creare alcuna falla di comunicazione.

Degno epilogo dell’incontro, la successiva degustazione, con le pizze ed i piatti della chef Raffaella Verde, iniziando dallo Champagne Brut Grand Cru da uve Chardonnay in purezza Legras, proseguendo con la complessità del Fiano di Avellino DOCG Stilema 2016 di Mastroberdino, in abbinamento la pizza di tagliolini ne sorregge lo spessore.

Si continua con il Riesling Trocken della Mosella – dal catalogo Vino e Design – Maximin Grunhaus Herrenberg, stupende note iodate  e di idrocarburi, per una referenza che restituisce il fascino di un terroir unico al mondo. La conclusione è assegnata al monovitigno Corvina Veronese I.G.T. “La Poja 2016” di Allegrini, dal cru del vigneto aziendale “La Grola”, rosso di trascinante personalità, su cui la resident chef propone in pairing un classico della gastronomia regionale, ovverosia salsiccia (beneventana) e friarelli.

Degna “propaggine” sul dessert, il passito da uve Aglianico dell’Irpinia “Antheres” D.O.C. 2012 di Mastroberardino, prodotto con la muffa nobile – botrytis cinerea – che consente di raggiungere una concentrazione zuccherina maggiore ed un incredibile arricchimento del quadro aromatico, gustato su di una crostata artigianale di mirtilli, chapeau.

Carlo Straface

Carlo Straface, partenopeo di nascita, corso di studi in giurisprudenza, di professione avvocato e giornalista pubblicista, eno-gastronomia e letteratura le sue coordinate di riferimento. Sommelier di...

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