Questa è una storia di recupero e di innovazione, la storia della birra a Perugia ha radici antiche e vanta un passato prestigioso. Una delle pietre miliari di questa nobile tradizione fu posta nel 1875, anno di fondazione della Fabbrica della Birra Perugia ad opera di Ferdinando Sanvico, arrivato giovanissimo in città dalla Lombardia.
Si tratta dunque di uno dei primi birrifici sorti in Italia. L’attività cresce e diventa importante il tutto fino al 1927 quando Birra Perugia cessa la sua attività.
All’inizio degli anni Duemila, mentre il sottoscritto muoveva i primi passi nel mondo della degustazione, un gruppo di amici, innamorati della birra e delle proprie radici, comincia a progettare la “rinascita” del birrificio, con l’obiettivo di restituire alla città la sua birra e rendere contemporaneo un prestigioso pezzo di storia. Dopo anni di studi, ricerche, tentativi e sacrifici, la Fabbrica della Birra Perugia è di nuovo realtà.
E che realtà!
I premi accumulati nel corso di questi anni sono la testimonianza di un livello qualitativo ed una costanza davvero notevole che ha portato in poco tempo questo birrificio e la passione dei ragazzi che lo animano ai vertici del panorama brassicolo nazionale.
Sono lì vicino in vacanza con la famiglia e allora perché non provare a contattare il birrificio per una visita?
Contatto i ragazzi via social e subito mi danno i riferimenti di Antonio Boco che mi programma la visita seduta stante.
Il birrificio è nel bel mezzo di un trasloco verso quella che sarà la nuova sede quindi probabilmente si tratta di uno degli ultimi resoconti fatti in quella vecchia.
Alessia ci aspetta e ci fa fare una brevissima visita di quello che resta 😉 qualche fermentatore pieno, la linea di imbottigliamento e qualche barrique.
Ma l’obiettivo principale della visita è ovviamente un altro e sono le birre!
Ne ho assaggiato quattro, tra le più interessanti della loro produzione.
Ecco le mie impressioni.
CALIBRO 7 APA Un bel colore arancio, la schiuma alta, abbondante profumata di frutta tropicale con un agrumato in sottofondo. In bocca un corpo pieno che si accompagna ad una bevibilità insidiosa. La freschezza e la sfacciataggine di un dry hopping ben gestito regalano una piacevole bevuta con un amaro erbaceo nel finale, lungo e non aggressivo. E ancora la frutta tropicale, l’ananas e la papaia tornano nel finale a bilanciare le note luppolate. Potrebbe essere una birra da abbinare a piatti etnici magari molto speziati.
SUBURBIAenglish IPA Una declinazione diversa nel filone delle birre luppolate. Uno stile classico che in questi anni si è imposto a livello mondiale. L’aspetto è simile alla “cugina americana” Calibro 7 ma colpisce subito l’elegante nota maltata, quasi di panna cotta al naso. Questo bel profumo sorregge le note fresche e resinose del luppolo East Kent Golding anche in questo caso attore di un sapiente dry hopping. Il gusto è inizialmente fresco ed il malto, anzi la combinazione dei malti utilizzati, equilibra bene il luppolo che pulisce la bocca. Il retrogusto è lungo, la persistenza notevole con note resinose che spiccano piacevolmente. Immagino questa birra di fianco ad un bel piatto di pasta fatta in casa con funghi locali.
INSOLITAsour ale con mosto d’uvaChiara, schiuma fine, abbondante che aderisce bene al bicchiere. Un naso esplosivo di uva moscata e quella inconfondibile nota brettata che tradisce subito la sua storia produttiva ed il passaggio in botte. La birra non è fermentata con lieviti ma spontaneamente tramite l’aggiunta di mosto di trebbiano di Spoleto, antico vitigno bianco praticamente a chilometro zero. In bocca una frizzantezza briosa, intensa, quasi di prosecco elegante e piacevolissima. In bocca ancora agrumi e note maltate che, lunghe, assecondano un finale leggermente astringente.
Complessa ed elegante, a metà strada tra una IGA ed una sour ale belga, è stata davvero una piacevole sorpresa, inusuale ed allo stesso tempo docile. Una gran bella bevuta che abbinerei ad una selezione di formaggi non troppo stagionati e norcinerie locali.
ILAcollaboration Scotch AleIl bel colore ambrato scuro fa assaporare la birra prima ancora di berla. La schiuma abbondate e cremosa dal colore nocciola dischiude note torbate e di frutta rossa e secca. La birra è affinata in botti che provengono, grazie alla competenza del selezionatore Samaroli, dalle migliori distillerie di whiskey della Scozia, terra che amo e che devo dire ritrovo in questa birra. In bocca la complessità dei profumi si declina in note di prugna, di amarena, di biscotto e toffee al caramello. Il corpo è pieno, appagante, il retrogusto godurioso ed il warming alcolico pronunciato ed accompagnato da note legnose, di cacao e di liquirizia. Gradazione alcolica leggermente superiore a quella di esempi classici dello stile ma perfettamente gestita da texture e complessità. Bravi!
Con questa birra possiamo avvicinare sicuramente una bella braciata di carne e formaggi importanti.
Alfio Ferlito
Fisico per formazione accademica, curioso di natura, tra i suoi tanti interessi da oltre quindici anni quello per la birra di qualità, in tutte le sue sfaccettature. Degustatore, giudice in concorsi,...
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