Parte da Napoli e dai suoi sapori il viaggio di Gianluca Gala, lo chef che ha stregato il campione del mondo Fabio Cannavaro con una delle sue specialità, il tiramisù di baccalà, dove il baccalà viene cotto a bassa temperatura per ventiquattro ore, al quale vengono aggiunti una spuma di patate al sifone e cacao, creando un mix di sapori che hanno mandato in estasi l’ex capitano della nazionale.

Si forma all’istituto alberghiero di Agnano e inizia a lavorare a Villaricca come aiuto chef, per poi approdare in noti ristoranti napoletani: da Cicciotto a Marechiaro a Zì Teresa.

All’età di 23 anni si trasferisce a Malaga dove lavora due anni come Executive Chef presso il ristorante It Malaga. Poi arriva la chiamata la chiamata di Flavio Briatore che lo vuole a tutti i costi nel suo Maya Restaurant di Londra, dove si dedica ai primi piatti.

La sua curiosità lo porta a trasferirsi in Perù dove si specializza sulla cucina locale, senza mai perdere di vista la tradizione della cucina napoletana, i sapori di casa con i quali e riuscito ad attirare l’attenzione dei ristoranti più importanti al mondo.

Un’altra sua specialità è senza ombra di dubbio il cannellone “al contrario”, una sua personale rivisitazione di uno dei piatti più rappresentativi della tradizionale cucina made in Italy, cucinato, tra gli altri, a John Couch, uno dei vertici della Apple. In questa rivisitazione, la sfoglia di pasta viene posizionata sul fondo del piatto, mentre tutti gli altri ingredienti, solitamente messi nella farcia, vengono posizionati all’esterno, tra questi, l’immancabile ragù che in questa versione di Gala viene ridotto.

Dopo un lungo periodo alla direzione di un ristorante a Pozzuoli, adesso lo Chef Gala è pronto a ripartire per gli Stati Uniti, dove è molto richiesto dalle cucine dei migliori ristoranti del mondo.

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