Per chi ama i dolci giapponesi apre a roma nel quartiere Prati la nuova pasticceria tradizionale giapponese Hiromi Cake

I dolci sono un concentrato di bellezza, precisione e leggerezza, nati per accompagnare la tradizionale cerimonia del tè, oppure da abbinare a una tazzina di caffè bio 100% Arabica o un cappuccino matcha. A base di farina di riso, fagioli azuki, patate dolci, ma anche sesamo, soia, agar-agar (la gelatina vegetale di alghe) e uso ridotto dello zucchero, la pasticceria nipponica affonda le sue origini nell’antichità e Hiromi Cake tramanda l’amore per le preparazioni che richiedono spesso un’intera giornata di lavoro e fino a quindici passaggi.

 

In un’ambientazione da izakaya, il tipico negozio di sakè dove ci si siede, la pastry chef Hiromi diffonde la cultura wagashi proponendo classici della pasticceria nipponica e dolci rivistazioni ispirate all’Occidente: dolci a base di farina di riso, fagioli azuki, patate dolci, ma anche sesamo, soia, gelatina vegetale di alghe, e con un uso ridotto dello zucchero. In abbinamento al tè verde, come vuole la tradizionale cerimonia del tè.

 

Sono noti i Mochi, riso bollito e modellato in polpettine con le guarnizioni più fantasiose; i Dorayaki hanno invece le sembianze di soffici pancake e racchiudono una farcitura di fagioli rossi, e poi c’è l’Oishi, dal giapponese “buono”. Tra i dolci giapponesi rivisitati, troviamo il Kawaii, una mousse di fragola con cuore di cioccolato su base di pasta frolla rifarcita di crema alle mandorle; il Fuji San, rivisitazione della montblanc con tortino ripieno di azuki, fagioli bianchi e Matcha, ed il Kurò, una mousse al cioccolato fondente.

Insieme a Hiromi, nel piccolo laboratorio capitolino lavorano altre tre ragazze giapponesi che rifiniscono e compongono i dolci sotto gli occhi attenti e curiosi dei clienti continuamente spettatori di uno show cooking dal vivo. Tutti i giorni da mattina a sera oltre alle monoporzioni, il cui costo oscilla tra i 2,80 e i 4,80 euro a pezzo, si possono ordinare torte, scegliere di sorseggiare caffè bio 100% Arabica, un cappuccino matcha nella versione in bicchiere a portar via o partecipare alla cerimonia light del tè.

Luigi Cristiani

Laureato in Economia, ha poi conseguito un MBA presso lo Stoà. Lavora in Enel Green Power dove si occupa di pianificazione e controllo . Dal 2010 scrive su diversi blog di economia e finanza (Il Denaro,...

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