Dopo il ritorno della trasmissione Report sul tema del caffè, è giunto il momento di dimostrare che, a differenza di quanto affermato, a Napoli il caffè non è sempre una “ciofeca”, come direbbe Totò, ma c’è chi investe sulla qualità mettendoci la faccia. È il caso dell’Opera Taste Factory che lancia il rito del caffè aromatizzato sull’Ape coffee. L’idea proviene dai tre fondatori di Opera, Guido Guida, Vincenzo D’Agosto e Ciro Zambardino, a cui si è aggiunto successivamente Marcello Frungillo, con l’intenzione di affiancare al progetto delle birre artigianali anche quello del caffè. Nonostante la crisi economica degli ultimi anni che ha colpito un po’ tutti i paesi del mondo, il caffè risulta l’unico prodotto a non aver subito danni da questo punto di vista, è difficile infatti rinunciare ad una buona tazza di caffè, soprattutto se lavorato in maniera artigianale e proveniente dal territorio. Il caffè di Opera viene prodotto da una torrefazione di Salerno, Cutelli Caffè dal 1928, quindi si gioca in casa. La miscela da preferire è sempre l’Arabica, perché meno acida, e questa è una caratteristica che dà alle persone la possibilità di poter bere più di una tazza di caffè al giorno, senza che lo stomaco ne possa risentire. Il caffè non viene aromatizzato dopo essere stato trasformato in bevanda, come avviene nella maggior parte dei bar, che utilizzano semilavorati o creme già pronte per dare un gusto diverso al caffè. In questo caso si parte dalla tostatura: subito dopo, nella fase di raffreddamento, vengono nebulizzati gli aromi che man mano vengono assorbiti dai chicchi.