“Ci sono almeno due cose per cui valga la pena combattere: una è la libertà, l’altra è la scienza”. La presentazione della Mytho integratori alimentari, ci dà una chiara idea della sua filosofia d’impresa.
Questa importante azienda che produce integratori alimentari a base di miscele di amminoacidi, nasce da un ambizioso progetto di Roberto Fadda.
Laureato in chimica e tecnologie farmaceutiche è stato un informatore scientifico per 30 anni, frequentando gli ambienti medici ospedalieri dove ha preso coscienza delle difficoltà che crea la cattiva alimentazione, in caso di malattia o con l’aumentare dell’età.
Nel 2015, la sua voglia di cambiamento prende il sopravvento sulla carriera e con l’aiuto di due soci, Fabio Frattarelli di Pescara e Emanuele Sbriccoli di Camerino, decide di avviare la Mytho.
L’obbiettivo perseguito è chiaro: offrire prodotti che aiutino a prevenire patologie croniche diffuse nel mondo occidentale e rendere più efficaci le terapie farmacologiche che le contrastano. Ma anche migliorare la salute e le prestazioni degli atleti e rendere più sana ed equilibrata, sia dal punto di vista fisico che mentale, la vita di ciascuno di noi.
Ho incontrato Roberto nel suo elegante ufficio di Cagliari e nonostante avessi preparato una serie di domande, ben presto la nostra è diventata una piacevole conversazione. La nostra chiacchierata, mi ha dato una nuova consapevolezza sulla direzione nella quale sta andando il mondo dell’alimentazione.
Si è sempre detto che noi siamo ciò che mangiamo. Cosa pensi dell’approccio che le persone hanno nei confronti del cibo?
La vita frenetica che si è condotta da qualche decennio a questa parte, ha determinato il proliferare della “cucina fast”. L’utilizzo di prodotti conservati e precotti, contenenti elementi nutritivi non equilibrati, ha conseguenze spesso dannose per il nostro organismo. Non ci si cura della biochimica del piatto ma si pensa solo a gratificare il palato e la vista.
Quanto la scelta di ciò che mangiamo è legata al nostro benessere?
Fino a quando l’uomo non conosceva l’esatta composizione del cibo era giustificato e assumeva ciò che aveva a disposizione e gli piaceva, senza essere consapevole degli effetti metabolici che si generavano nel suo organismo. Introducendo alimenti salati, grassi o molto dolci, non pensava: “tra dieci anni mi viene l’ipertensione o il diabete”.
La cultura alimentare familiare tramandata per secoli, era basata sull’utilizzo di cibo buono e salutare e questo faceva in modo che le persone si mantenessero in salute.
La moderna scienza dell’alimentazione, ci ha fatto capire che l’eccesso di certi cibi, può portare all’insorgenza di gravi malattie. Oggi siamo in grado di fare delle scelte mirate per evitare questi problemi. Conoscendone i nutrienti, che li compongono, sappiamo quali ci fanno bene e quali male, quindi non abbiamo più scuse!
L’aspettativa di vita continua a crescere perché l’uomo ha capito certi meccanismi ed è in grado di forzare le leggi della Natura, ponendo dei correttivi. Agli inizi del 900 era di 40-50 anni oggi è diventata di 90-100 anni.
Cosa può determinare un aumento della durata della vita?
Il cibo su tutto, oltre alla genetica. Ma si è scoperto, grazie all’epigenetica che i nostri geni, quelli che ereditiamo dai nostri avi possono essere modificati dall’ambiente che ci circonda. Il nostro stile di vita ovvero ciò che consumiamo e come ci muoviamo è molto importante.
Gli scienziati che hanno studiato le popolazioni centenarie della “blue zone” in Sardegna hanno attribuito all’attività fisica e alla buona alimentazione un motivo di longevità e benessere.
Quindi dieta sana e attività fisica regolare, tengono lontane le malattie? Basta questo per stare bene?
Iniziamo col dire che consumare cibi naturali, ricchi di aminoacidi essenziali, vitamine e minerali è il modo migliore per garantire un ideale funzionamento del sistema immunitario. Ci sono però dei momenti nella vita, nei quali una buona integrazione alimentare può sicuramente essere d’aiuto.
Mi riferisco in particolare agli anziani, ai malati di tumore, ai pazienti affetti da patologie croniche e anche a chi ha contratto il Covid.
Il problema di queste persone è fortemente legato all’alimentazione.
Quando si è in queste condizioni, anche a causa delle cure, della solitudine, del disagio mentale, si perde la voglia di mangiare in modo equilibrato e costante. Non riuscendo più ad ingerire tutti gli elementi utili al fabbisogno, nei casi più gravi, si va incontro ad una vera a propria malnutrizione. Il nostro corpo, arriva a consumare prima i muscoli e poi gli organi, praticando una sorta di auto-cannibalismo.
Uno dei sintomi più immediati e riconoscibili è la cachessia, ovvero la perdita di massa magra. Il dimagrimento diventa eccessivo, e non si ha più la forza di tollerare le terapie farmacologiche che si dovrebbero sostenere per poter guarire e per riprendere una vita attiva.
In questi casi, spesso non basta rivedere la dieta anche se aiuterebbe, ma ancora oggi, purtroppo, la formazione universitaria sia per medici che per farmacisti è farmacocentrica.
È raro trovare un professionista che imposti una correzione alimentare per allontanare la malattia. La dietoterapia, non viene usata perché non c’è formazione. La nutrizione clinica è una materia di studio sempre meno diffusa quindi gli specialisti sono sempre più rari.
Ecco perché, hai intuito le potenzialità dell’utilizzo di miscele di aminoacidi per favorire la ripresa di pazienti gravi…
Si, esattamente. Gli aminoacidi non sono solo i mattoncini con i quali costruiamo le proteine dei muscoli. Sono importanti messaggeri utili alla sintesi di enzimi, emoglobina, immunoglobuline e altre sostanze indispensabili a raggiungere la massima efficienza fisica e mentale. Ne esistono centinaia ma quelli utilizzati per la sintesi delle proteine umane attualmente conosciuti sono una ventina. Nove di questi sono definiti essenziali. La carenza anche solo di uno, porta l’organismo ad intaccare il serbatoio naturale che è il muscolo andando in catabolismo.
Introducendo gli amminoacidi con gli integratori, si aiuta l’organismo ad affrontare questa situazione.
Se io mangio un cibo proteico, come una bistecca o un uovo, gli enzimi intervengono nell’apparato digerente trasformandolo prima in peptidi e poi in amminoacidi. Questa operazione, richiede uno sforzo e un’energia da parte dell’organismo. Lo stesso vale per gli integratori a base di proteine. Quelli a base di aminoacidi, invece, entrano immediatamente in circolo.
Mythoxan Forte, raggiunge questo obiettivo, garantendo un reale beneficio dimostrato scientificamente.
Roberto, consigliami una ricetta per un piatto goloso e bilanciato.
Non serve essere troppo inquadrati nella dieta a meno che non si debbano praticare sport estremi, e anche in questo caso gli integratori a base di aminoacidi aiutano a migliorare le prestazioni degli atleti. È invece importante seguire un regime alimentare equilibrato a base di prodotti di qualità, seguendone la stagionalità. In questo periodo sono perfetti, spinaci, asparagi, cavoli, ricchi di vitamine e sostanze immunostimolanti.
Le uova poi, rappresentano il cibo con il miglior apporto di amminoacidi essenziali per il nostro organismo.