Parte la raccolta fondi di Slow Food Italia destinata ad aiutare i produttori delle quattro regioni che hanno affrontato il sisma nel 2016: si punta all’acquisto di un furgone attrezzato per le aree umbre e laziali attorno ad Amatrice, a un caseificio mobile nel cratere aquilano e a un Mercato della Terra a Comunanza

Amatrice chiama, L’Aquila risponde. Sono passati più di dieci mesi dal terremoto che ha devastato quattro regioni del Centro Italia ed è tempo di pensare, fuori dalle logiche dell’emergenza, alla vera ricostruzione: quella dei tessuti sociali, dei rapporti di prossimità, della vita quotidiana nelle piccole comunità dell’Appennino travolte ma non piegate dal disastro.

Slow Food Italia ha voluto farlo con un progetto autenticamente partecipativo, che non per caso si presenta a L’Aquila nel corso del Festival della Partecipazione, la manifestazione che per il secondo anno di fila le associazioni riunite nella coalizione Italia, sveglia! (Slow Food Italia, ActionAid Italia e Cittadinanzattiva) organizzano nel capoluogo abruzzese.

La campagna La buona strada. Ripartiamo dal cibo nasce dagli incontri di questi mesi con contadini, allevatori, sindaci e abitanti del nostro Appennino che tenacemente resistono e non vogliono lasciare i borghi e le attività, contando sulla ricostruzione e sulla nascita di nuove opportunità ma con parametri ben chiari: riconoscere il valore del territorio con le sue fragilità e le sue bellezze che vanno tutelate e garantite a partire dalle relazioni sociali e dal senso di comunità.

«Il sisma – spiega il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale – si è abbattuto su quelle aree interne del nostro Paese troppo spesso dimenticate dalle istituzioni nazionali ed europee. Aree che in seguito sono state recuperate grazie a una solidarietà “spicciola” ed emergenziale. Noi vogliamo invece, attraverso questa campagna, richiamare l’attenzione sulle problematiche strutturali dei territori appenninici».

Non si guarda quindi a un aiuto estemporaneo e “calato dall’alto”, ma a iniziative di lunga durata che nascono dalle esigenze e dalle progettualità espresse dalle singole comunità: «Restare nei territori è difficile – continua Pascale – e farlo dopo una sciagura di queste proporzioni è ancora più difficile: chi sceglie questa “buona strada” non può essere lasciato solo».

Anche per l’associazione della Chiocciola si tratta di una modalità d’intervento del tutto nuova. Raffaella Grana, presidente di Slow Food Toscana, ne riassume il senso: «L’obiettivo è creare un sistema che veda un lavoro comune delle quattro regioni coinvolte e, da parte della nostra associazione, un ascolto approfondito delle esigenze del territorio. I progetti sono perciò differenziati ma collegati fra loro».

La raccolta fondi, che durerà fino al prossimo 31 ottobre, ha lo scopo di finanziare l’acquisto di un furgone attrezzato per le aree umbre e laziali circostanti a Cittareale, Accumoli, Amatrice e Cascia che venderà al pubblico i prodotti delle aziende agricole locali e delle altre regioni colpite dal sisma. Questo negozio mobile raggiungerà ogni giorno i comuni e le frazioni del territorio, oltre a partecipare alle iniziative di solidarietà a livello nazionale.

A Cittareale sorgerà inoltre uno spaccio destinato allo smistamento e alla vendita dei prodotti locali.

In Abruzzo, nel cratere aquilano, si punta invece dar vita a un caseificio mobile che agevoli l’attività di quei produttori che hanno perso le loro strutture a causa del terremoto. L’obiettivo è fornire loro la possibilità di usufruire di un laboratorio mobile collettivo, un piccolo caseificio su ruote dotato di tutte le attrezzature necessarie che permetta a una ventina di allevatori di riprendere la produzione lavorando direttamente il proprio latte.

La cittadina di Comunanza, nelle Marche, vedrà la creazione di un Mercato della Terra, favorendo così l’approvvigionamento e la distribuzione dei prodotti locali a sostegno dei contadini e degli allevatori dell’area. Anche qui si darà vita a un negozio mobile che, oltre a servire i comuni dell’area durante il periodo di chiusura del Mercato, opererà sulla zona costiera in determinate occasioni o periodi dell’anno.

 

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«Per poter operare nei territori – aggiunge Grana – era necessario dotarsi di un riferimento locale molto forte: è stato scelto quello della cooperativa di comunità, un sistema che ha la funzione sia di individuare i progetti che di definirne la gestione».

La scelta è salutata con favore da Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, che si dice «contento che il nostro progetto sulle cooperative di comunità abbia suscitato l’interesse di una realtà importante come Slow Food Italia, non solo nelle regioni colpite dal sisma, ma sviluppando una progettualità comune di sviluppo per l’Appennino e per quella parte d’Italia fatta di piccoli comuni, troppo spesso poco considerata».

Le sinergie che Legacoop e Slow Food Italia possono mettere in campo, prosegue Lusetti, rappresentano un’opportunità importante: «Per questi motivi Legacoop si impegna a promuovere la campagna di raccolta fondi sui propri canali comunicativi, a garantire tutto il supporto necessario per dar vita alle Cooperative di Comunità (nelle regioni colpite dal sisma e in tutte le altre regioni italiane), sia per quanto riguarda l’accompagnamento nella fase di costituzione che nelle fasi successive della loro vita imprenditoriale, mettendo a disposizione del progetto le competenze, le reti e gli strumenti a disposizione».

Per Slow Food Italia si apre quindi un nuovo capitolo nella sua storia di impegno a fianco delle popolazioni terremotate che dura ormai da tempo: dal progetto dei 10 Orti nelle Tendopoli, avviato nell’immediato post-sisma del 2009 per offrire agli aquilani una nuova occasione di incontro con la terra, fino al Mercato Contadino de L’Aquila, inaugurato il 16 aprile 2016 come spazio di vendita dedicato al cibo buono, pulito e giusto ma soprattutto come rinnovato luogo di incontro fra i cittadini e i produttori agricoli della zona.

Senza dimenticare lo straordinario successo riscosso dalla campagna di solidarietà Un futuro per Amatrice, che ha raccolto l’adesione di un migliaio di locali in Italia e in altri 23 Paesi del mondo.

«Insomma, il progetto è ambizioso ma abbiamo bisogno del vostro aiuto: si può donare su La buona strada. Basta anche un piccolo contributo per fare la differenza», ricorda in chiusura Gaetano Pascale.

La raccolta fondi è ospitata dalla piattaforma Produzioni dal Basso, con cui Slow Food Italia inaugura una collaborazione che continuerà anche in futuro per altre iniziative.

 

 

Antonio Savarese

Ingegnere gestionale, sono un Project Manager in Enel Italia nella funzione System Improvements. Da piu' di 15 anni svolgo attivita' come giornalista freelance e consulente di comunicazione per alcune...

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