Gli Chef Luigi Salomone e Angelo Carannante, una cucina sincera, fatta col cuore.
Una cena a 4 mani, due chef stellati, due amici, la voglia di contaminarsi a vicenda e “giocare” nel loro habitat naturale, la cucina, senza manie di protagonismo.
Questo è accaduto al ristorante Re Santi e Leoni di Nola (Na). Un viaggio gastronomico vissuto tra i Paesi Vesuviani e i Campi Flegrei.
Angelo Carannante, chef del ristorante Caracol, una stella Michelin a Bacoli (NA), è una persona molto silenziosa, ma i suoi piatti raccontano decisamente la sua cucina “sincera”.
“Originario di Quarto Flegreo, non ama identificarsi nelle cucine della nonna o della mamma come da classica tradizione partenopea, piuttosto porta alla sua tavola il forte e importante rapporto con il mare che conserva nei ricordi della sua infanzia. La storia dei Campi Flegrei è espressione dell’unione contadina e di mare che dialogano in modo fertile: l’anima mediterranea è riconoscibile e rappresenta un rifugio sicuro ed elegante per il cliente che arriva al ristorante”.
Tra i piatti che lo Chef Carannante ha pensato per la cena a quattro mani ricordiamo: l’amuse bouche “oct dog”, un omaggio all’iconico hot dog americano rivisitato in chiave gourmet con panino al vapore fritto e croccante e una salsiccia di polpo alla luciana.
E poi il “Gambero, latte di arachidi, carota fermentata e caviale” la cui freschezza e pulizia ti prepara il palato nel momento dell’antipasto in cui troviamo una salsa liscia e setosa a base di arachidi, un gambero rosso crudo che rende la carnosità, caviale e olio alla carota fermentata.
Cosa dire di Luigi Salomone che conosco da sempre. La sua cucina è sinonimo di armonia e qualità, un viaggio di emozioni attraverso le sue origini, per lui la tradizione e la sua terra sono alla base di ogni ricetta. Il suo dna gastronomico è quello di riuscire a mantenere sempre quel ricordo che cattura, oltre il palato, anche il cuore.
Dello Chef Salomone mi piace ricordare il ribeye di manzo, erbe amare e ostrica, un secondo piatto godurioso e omogeneo in cui il “grasso” della carne è perfettamente bilanciato con il sentore affumicato della polvere d’olio fumé.
E poi, come non citare, lo iodio dell’ostrica resa a maionese, cocco ananas, rum bianco e melissa, uno dei dolci signature dello chef che non può mai mancare. La leggerezza e l’ acidità dell’ananas si sposa con la corposità della namelaka al cioccolato e la croccantezza della meringa sbriciolata.
The last but not list, è arrivato il “panettone al cioccolato bianco e tre agrumi”: un fine pasto perfetto per coronare una cena indimenticabile. Un percorso tra le “stelle” certo, ma senza mai dimenticare le origini di questi due grand interpreti della cucina italiana e internazionale.
Non poteva mancare l’accompagnamento dei vini: il sommelier Salvatore Matarazzo ha pensato un abbinamento vini sempre coerente alla filosofia della serata, scegliendo due aziende esponenti del territorio vulcanico del Vesuvio: la Cantina Astroni nel cuore dei Campi Flegrei e Cantina Sorrentino a Boscotrecase nei Paesi Vesuviani.
Cosa mi resta di questa cena a 4 mani?
Se chiudo gli occhi e lascio al gusto la parola, direi che due grandi chef, diversi, possono, grazie alla complicità in cucina, creare esperimenti col gusto di stupire. Così, l’effetto finale al tavolo, si concretizza in un percorso degustazione che non è solo la giustapposizione di piatti firmati, ma un menù che sa provocare senza perdere in concetto di “territorio di appartenenza”.
Chapeau!!!