Purtroppo stavolta non vi parleremo di pizze o di storie di successo… ma di una brutta storia.
La famiglia dei ristoranti Sebeto è composta da marchi riconosciuti e di successo, tutti caratterizzati da un servizio completo, contemporaneo e informale: Rossopomodoro, Rossosapore, Anema e Cozze e Ham holy burger. Tramite società controllate, possedie e gestisce in tutto il mondo più di 130 ristoranti, con un impiego di 3000 persone, e servono più di 8 milioni di pasta all’anno.
Stavolta sono stati protagonisti di un episodio molto grave in quanto sta girando in rete una video-denuncia di una dipendente della catena Rossopomodoro realizzato nelle cucine del locale presente in stazione Centrale a Milano. “Guardate così si trattano le straniere dove lavoro io, che vergogna”
Un deodorante spray usato per eliminare il “cattivo odore” di alcuni dipendenti stranieri da parte di un collega con accento napoletano.
Le immagini, migliaia le condivisioni in poche ore, mostrano un uomo – che viene chiamato ‘capo’ e indossa la maglietta rossa della nota pizzeria – che chiede, alternando italiano e napoletano, ad alcuni dipendenti stranieri di alzare la maglietta per poter spruzzare il deodorante. “Ma questo non ce lo avete a casa? Perché non lo mettete?”, dice prima di spruzzare in abbondanza lo spray. Un video girato in cucina alla presenza di altri lavoratori.
L’azienda ha subito preso le distanze con una nota diffusa anche sui social: “Il gruppo Sebeto ha tra i suoi collaboratori ragazzi e ragazze di diverse etnie e di tutte le regioni d’Italia e non si sono mai verificati in tanti anni di storia del gruppo, problemi di questo genere”, dice l’amministratore delegato di Rossopomodoro, Roberto Colombo. Allo stesso tempo il dirigente assicura che “la direzione non ha mai ricevuto doglianze dai suoi dipendenti o da chicchessia per comportamenti inadeguati del proprio personale e che sulla vicenda è stata disposta una inchiesta interna all’esito della quale saranno assunti tutti i provvedimentiche risulteranno necessari per preservare l’onorabilità dell’azienda”.