Un prodotto simbolo dell’economia circolare e della lotta allo spreco alimentare: è la pasta prodotta da scarti di pane della Eat Wasted, società nata nel 2021 a Copenaghen. La mission della società danese è raccogliere l’invenduto dei panifici e trasformarlo nel piatto simbolo dell’Italia. Da un anno ha una sede anche Milano.

“La forza di questa pasta – racconta Tomarelli a ilgiornaledelcibo.it – è che è un prodotto semplice, che ha effetto positivo da subito: prendi uno scarto e realizzi un prodotto che allunga la sua vita. Se vogliamo cambiare le cose, bisogna dimostrare alle persone che è possibile farlo: questo è il nostro approccio che ci porta a rendere normale il fatto che si può ‘mangiare uno spreco’. Da aprile troveremo la nostra pasta anche nel menù di qualche ristorante in Italia. Il morso è quello di una pasta artigianale, il sapore è quello della pasta ma con qualche sfumatura in più”.

La storia di Eat Wasted

Eat Wasted nasce come un progetto internazionale già dal suo esordio: a fondare l’attività in Danimarca, infatti, sono stati nel 2021 due giovani: Leif Friedmann, canadese, e Jorge Aguilar Lopez, messicano, accomunati dalla volontà di fare qualcosa per combattere i cambiamenti climatici grazie e iniziative sostenibili.

Il processo di studio prima della realizzazione del prodotto è durato circa un anno, e oggi la pasta di Eat Wasted è distribuita in Danimarca e inizia a farsi strada anche in Italia, dove esiste dal 2023 per iniziativa di Alessando Tomarelli, che appena ha occasione, incontra Friedmann e Lopez. Resta affascinato dallo spunto e decide di portare il concept anche in Italia.

Così Eat Wasted approda in Italia nel 2023 mantenendo gli stessi valori e in piena connessione con Copenaghen, come se fosse un’unica realtà europea: la mission è ridurre gli sprechi, innescare un meccanismo virtuoso di economia circolare, realizzare un piccolo passo ma concreto verso la sostenibilità– affascinato dal progetto.

In Italia Eat Wasted ha voluto caratterizzarsi anche per un progetto di solidarietà, e quindi di sostenibilità sociale: per ogni kilogrammo di pasta venduto, infatti, viene donato una porzione di pasta a persone in difficoltà.

I progetti per il futuro

Dopo aver toccato l’Italia Eat Wasted sta studiando il modo di espandersi anche in altri Paesi europei, con un filo conduttore: realizzare in ognuno di essi un tipo di pasta che venga dalla lavorazione di un pane raffermo tipico del territorio.

Alessia Acunzo

Mi chiamo Alessia Acunzo 29 anni, di Napoli. Laureata in Discipline dello spettacolo. Ogni giorno cerco di pormi un obbiettivo nuovo, anche semplice da raggiungere per essere stimolata. Le mie passioni...

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