Il Postrivoro è un evento cultural gastronomico che si offre come un palcoscenico libero sul quale i giovani più interessanti del panorama enogastronomico italiano e internazionale possono esprimersi, raccontando se stessi e le loro storie attraverso la cucina e il vino, per un evento saltuario e irripetibile che nasce e scompare nell’arco di un weekend.
“Questo non è un temporary restaurant. Perché il ristorante ha l’obiettivo della riproducibilità e della stabilizzazione. Ogni serata al Postrivoro, invece, è un’esperienza unica”.
Quando e perché nasce l’idea del Postrivoro ? A proposito che vuol dire?
Nasce nel 2011 ma ci sono voluti 6 mesi per trovare il gruppo giusto e il luogo migliore per la covata.
Nasce perchè cercavo un modo per incanalare l’energia che si genera quando incontri ragazzi e colleghi agli eventi gastronomici nella parte del backstage. Nasce per raccontare le loro storie in modo nuovo e coinvolgente. Un po’ per portare le nostre reunion private alla portata di tutti.
Postrivoro nasce dalla lettura in giapponese della parola Postribolo 🙂
Significa più o meno “mangiare in maniera esposta al pubblico”
E quindi aprire al pubblico un pranzo fatto fra amici che in realtà sono grandissimi professionisti carichi di passione.
Quando abbiamo tempo, quando pensiamo che siamo carichi e pronti per il successivo. Noi selezioniamo i cuochi, i santi bevitori e gli artisti per la sala, il resto viene da se.
Qual è il modello di business se esiste?
Business? Quale business? Questa è una associazione che si autosostiene a malapena sempre cercando di andare un passo oltre, facendo a volte eventi anche in perdita col solo gusto di fare cose mai viste….
Se non fosse per il sostegno di Fenice catering non esisterebbe.
Credi sia un format esportabile?
Sicuramente è sia esportabile che professionalizzabile.
Abbiamo creato una specie di business unit con alcuni del team Postrivoro che sotto il nome Santa Rita porta avanti le versioni con un business plan di Postrivoro o di ogni suo aspetto, dai video alle foto , dai siti al naming, dagli eventi alle consulenze
Come selezionate gli chef ed i vostri partner?
Amici, persone che abbiamo conosciuto e dei quali oltre a stimare le qualità professionali, stimiamo anche l’umanità. D’altra parte dovranno vivere con noi per 3 giorni…
La tavola è una esperienza umana e l’essenza è strettamente nel guardarsi negli occhi e in faccia. Non mi immagino altri modi per divertirsi ed emozionarsi.
Però ultimamente mi affascinano molto gli eventi enormi, da numeri spaventosi che altri nemmeno si immaginano che possano esistere per dare una esperienza gastronomica interessante.
Ci stiamo pensando insomma. L’importante è non perdere di vista il cuore del nostro successo.
Prossimi step del vostro progetto?
Cambiare.
Cambiare format, cambiare e rinnovare ancora. Cercare incessantemente di fare quello che gli altri non fanno.