Luca Spano è il bartender del NOA, che propone un concept di ristorazione dove è permesso sperimentare per creare piatti dagli abbinamenti e gusti unici.
Ciao Luca ci racconti come ti sei avvicinato al mondo della mixology?
Tutto è nato intorno al 2010/2011, in quel periodo ero un ragazzo di avevo 25 anni che dopo 3 anni di studi alla Federico II decisi si lasciare gli studi per partire per una nuova avventura a Londra! Arrivato nella city avevo solo voglia di lavorare, di imparare qualcosa con le mie mani! Li avevo un mio carissimo amico, che poi diventò il mio maestro, Salvatore D’amico che era assistant manager del Cinnamon Club di Westminster, che un tempo era la Old Westminster Library. Ebbi l’opportunità di fare un colloquio e mi fui assunto come bar back, ci vollero solo 3 mesi per innamorai completamente di questo lavoro!
Ci racconti le tue esperienze passate e cosa ti hanno lasciato?
In quel periodo facevamo ogni 3/4 mesi dei test all’interno del club anche per poter testare la crescita professionale.
Nel locale erano presenti ben tre diversi cocktail ed ho avuto la possibilità di imparare lavorando con veri professionisti del settore.
Ero follemente innamorato di quel posto, dello staff che ci lavorava dentro e, soprattutto, del lavoro che facevo. Per me è stata un’esperienza bellissima che porto con me …sempre!
Dopodiché il mio maestro, partì per Ibiza, dove a tutt’oggi vive con la moglie ed uno splendido bambino Pablo, mi propose di seguirlo ed andai a lavorare all’IVY club, un member club dove passavano personaggi e star di Hollywood quotidianamente. Tra i clienti c’erano Christopher Walken, Mick Jagger, Danny de Vito ,Liam Gallagher e tanti altri! Quest’ esperineza non non durò moltissimo, anche se molto appagante!
Ora sei al Noa, ci racconti qualcosa in più?
Il Noa è stata la mia seconda esperienza a Napoli, dopo quella di J Contemporary Japanese Restaurant, dove sono stato per diversi anni e ci ho lasciato un pezzo del mio cuore!
Il NOA è un posto situato su 3 livelli…del gruppo Stefano Vitucci, Enzo Politelli, Dino Angrisani e Romualdo Lo Iacono. Al piano terra del NOA è presente un bellissimo cocktail bar con il banco del crudo, al primo piano ci sono le 2 sale ristorante, al terzo invece è situata una splendida terrazza!
In sala troviamo il nostro restaurant manager Giuseppe Gendolavigna..uno veterano,uno navigato,che appartiene storicamente al gruppo di Terrazza Calabritto, che è affiancato dalla nostra sommelier Flora Manzo, una “perla” che pur essendo giovanissima, è molto preparata e riesce sempre a dare ottimi consigli ai clienti. La cucina NOA, capitanata dal nostro chef Alex Pochynok è una cucina fusion, che si propone di abbracciare cucine di diverse etnie…con tecniche sopraffine.
Con lo chef Alex Pochynok avete pensato al food pairng? (se si ci racconti qualcosa)
Con Alex abbiamo pensato al food pairng, cerchiamo di giocare molto su cocktail in modo da abbinarli ai piatti che lui prepara. Soprattutto con i crudi, ci divertiamo ad abbinare cocktail spicy, preparati sia col peperoncino rosso, sia con quello verde, oppure frutta esotica, come naranjilla,(lulo),tamarindo ,dragon fruit ecc .
Tre cose fondamentali per essere una bartender?
La cosa fondamentale per essere un bartender èl‘umiltà, guardare negli occhi il cliente e cercare di farlo innamorare!
Ma quanto spazio ha la creatività nel tuo lavoro?
Nel nostro lavoro c’è molta creatività, se hai la fortuna di trovare il cliente “giusto”, ci si diverte, magari abbinando un cocktail sul dessert..o su una tartarre di tonno,o su un gambero fritto!
Divertirsi per vincere insomma, e non vincere per divertirsi!
La regola per fare un buon drink è il cliente..il cliente rappresenta l’unica risposta concreta che hai. Si deve sentire coccolato, a casa, deve sapere che quello è tra i posti più belli della città, magari senza neppure sapere il perché, magari perché gli piace una sedia, un tavolo oppure addirittura una luce particolare!
Quale tecnica di miscelazione preferisci?
La tecnica che più mi soddisfa è lo shake &strain, mu dà energia!
E il distillato che preferisci miscelare?
Tra i distillati che preferisco miscelare c’è sicuramente il whisky…ma anche mezcal e perché no…il gin!
Qual è il cocktail che preferisci bere e quello che preferisci realizzare?
I cocktail che in genere bevo sono i classici…i classici come il Vieux Carrè, Martinez, Bobby Burns ,Charlie Chaplin.
A tuo parere, cosa non può mancare in un bar, a livello di servizio, di attenzione?
Nel bar non deve mai mancare la ricerca, l’umiltà e tanta voglia di fare e rendere il cliente soddisfatto!
Spesso da voi vengono giocatori del Napoli, che clienti sono e cosa amano bere?
Si spesso vengono a trovarci i calciatori del Napoli, soprattutto con Dries Mertens, che ho avuto la fortuna di conoscere durante il mio periodo al J Contemporary Japanese Restaurant. Con lui ho instaurato anche un rapporto extra lavorativo, infatti insieme all’architetto del J facemmo un cocktail bar a casa sua dove spesso, soprattutto durante il periodo precedente al covid ci divertivamo la domenica per preparare qualcosa di buono!
Proprio a Dries ho dedicato il DRIES 14, è un drink preparato con GOZIO (liquore all amaretto che lui ama tanto),con infuso di lime kaffir ,egg white infused pink grapefruit, lime cordial, dash chocolate bitter from belgium!
Progetti per il futuro?
I progetti per il futuro? non ne ho idea…per ora mi trovo al NOA ..e con Alex e gli altri stiamo facendo un ottimo lavoro…sperando di continuare così!