Una delle discussioni più frequente sui gruppi facebook di appassionati di food riguarda i pistacchi e la loro provenienza. Molta ironia spesso si fa su pensando a come sia possibile che arrivino tutti da Bronte , paesino alla falde dell’Etna.
In quest’articolo ecco alcune scoperte…..
Secondo i dati Istat del 2017, a Bronte si producono circa 34 mila quintali di pistacchio verde di Bronte DOP, mentre in Italia ne vengono raccolti 38.846 quintali. Il 90% della produzione italiana, ma solo 1% della produzione mondiale. La notorietà del pistacchio di Bronte è ormai diffusa in tutto il mondo, grazie anche alle esportazioni.
Il piccolo comune di Bronte, la fonte insomma di tutta l’enorme mole di pistacchio che vediamo in ogni angolo d’Italia, conta poco più di 19.000 abitanti e si estende per un’area di 249 km². Ma come per tutti i DOP e IGP, anche la zona di produzione di questo pregiatissimo prodotto si estende non solo nei territori del comune di Bronte, ma anche in quelli limitrofi di Adrano e Biancavilla. I campi coltivati si estendono per un totale di 1 443.71 ettari (dati Istat 2017) che se paragonati ai 6 230.99 ettari di una nocciola del Piemonte IGP risultano pochi.
La domanda che più frequentemente mi sono fatta è: quali strumenti ha a disposizione il consumatore per capire se quello che ha comprato è un vero pistacchio di Bronte?” Gaetano mi risponde: “Il primo strumento è la Denominazione di Origine Protetta D.O.P. È di fondamentale importanza perché non viene concesso a chiunque. Esiste un consorzio di tutela che salvaguarda la Denominazione di Origine Protetta. L’azienda che intende vendere pistacchio di Bronte deve essere registrata all’interno del consorzio.” Per quanto riguarda il controllo produzione dei terreni agricoli e la convalida dei parametri per il DOP se ne occupa un ente di certificazione esterno, l’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia) mi viene spiegato dal consorzio di tutela del pistacchio verde di Bronte DOP.
Articolo originale www.vice.com
Qui invece vi riproponiamo il video di Report che si occupò di Pistacchi e prodotti DOP