Ciao Stefano, dopo un viaggio in USA insieme a Daniele Piccolo e Giulia Castellini, avete deciso di aprire Mama Poke, come vi siete innamorati di questo piatto tipico delle Hawai?
Negli USA, soprattutto in California, è ormai un piatto molto diffuso, ha già subito varie contaminazioni ed è ormai parte delle abitudini alimentari di un certo target di persone. Effettivamente è un piatto perfetto per il periodo in cui viviamo: fresco, sano, esotico, colorato, veloce e completo.
Soddisfa tutti gli standard che il mercato richiede in questo momento:
1) healthy – dietro le nostre ricette c’è una grande ricerca dell’equilibrio tra valori nutrizionali e gusto
2) veloce – perfetto per un business lunch
3) fotogenico – è un piatto molto colorato e fotografato, funziona molto sui social e piace alle nuove generazioni
4) esotico – lo sdoganamento del sushi ha definitivamente aperto le porte alla sperimentazione e i piatti fusion/esotici ormai sono entrati nella quotidianità e nelle abitudini degli italiani
Come avete scelto il design del locale?
Volevamo distaccarci dallo stereotipo del locale esotico, partendo dal presupposto che si può comunicare un ambientazione esotica o tropicale non necessariamente utilizzando carta da parati con fiori e palme, o arredi in legno e paglia. Tutti elementi ormai abusati e inflazionati. Cosi abbiamo puntato su un design pulito, e soprattutto unico e riconoscibile. Avendo anche un’agenzia di comunicazione, andiamo molto orgogliosi del design e della comunicazione grafica, a partire dalla scelta del nostro colore corporate, vero segno distintivo del brand.
Come avete scelto il vostro cuoco?
Mama Pokè non ha cuoco né cucina. Il menù è frutto di una collaborazione tra noi e Bruno Settimi (aka Basilico)
Volevamo creare delle ricette con sapori e caratteristiche differenti tra loro, con contaminazioni di diverse cucine, dal Giappone al Messico, alla Thailandia. Abbiamo scelto di non inserire nel menu altri prodotti (tartare, sushi ecc), ma di concentrarci esclusivamente sul Pokè, proponendo diverse varianti di un unico prodotto. Vogliamo fare una cosa sola, ma farla meglio di tutti.
Al momento ci appoggiamo ai servizi di Delivery classici: Deliveroo, Moovenda, Glovo, foodora. La volontà è di lanciare presto un nostro servizio di Delivery a pranzo, per servire gli uffici delle zone limitrofe
Dopo circa due mesi ci puoi dire qual è il riscontro del pubblico?
Il riscontro è molto buono. Il prodotto piace, il design e la comunicazione anche. Ci sono le basi per replicare il format e creare un brand affermato nel prossimo futuro. Il progetto è pensato in quest’ottica fin dall’inizio. Abbiamo impostato tutto, dal menu al sistema di fornitura/preparazione, per rendere il nostro pokè bar facilmente replicabile. Il progetto è di creare in breve tempo una base forte a Roma, per poi guardarci intorno e aggredire altri mercati.