Il cibo motore fisiologico della vita ma anche strumento per favorire le buone pratiche, il sapere e la saggezza della terra e della territorialità. Per la prima volta, “Slow Food Italia” sbarca a Messina con un contenitore di iniziative che incarna un approccio rivoluzionario al semplice consumo di un pasto. Direttamente dallo slogan “Mangia & Cambia – Festa della Cultura Agroalimentare Slow” che è stata presentata al Comune di Messina in conferenza stampa, si evince che la manifestazione prende in carico varie stimolanti filosofie che sposano la “Messina Food Policy” (il tavolo per le politiche del cibo sostenibile) e che abbracceranno varie forze professionali con un bagaglio di cultura specifico e che saranno a disposizione di cittadini e turisti dal 17 al 19 novembre, a Piazza Unione Europea, in tre zone allestite come il “MErcato dell’Agroecologia”, “Agorà” con esperienze di gusto e forum e “Mangia&Bevi” con aree di degustazioni. A spingere per questa tappa è stato il presidente di “Slow Food Messina” Nino Mostaccio, già imprenditore e ristoratore del rinomato “Casa & Putia” (insieme alla moglie Adriana Sirone e il fratello Andrea Mostaccio), che ha interessato le istituzioni. “Questa rassegna a cadenza lenta – spiega Mostaccio – serve ad incentivare le imprese e recuperare suolo costruendo un processo di transizione ecologica e rigenerazione urbana ed ecologica”. Allacciandosi al fatto che questo nuovo tassello ha come sottotitolo “Capitolo 1° Cibo in ME-tamorfosi” il Sindaco della città peloritana Federico Basile è intervenuto così: “Non è solo un evento di ‘Slow Food’ che è protagonista insieme alla Amministrazione Comunale e Metropolitana. E’ un inizio di un percorso con cui stiamo cercando di strutturare un Protocollo d’intesa siglato un anno fa con Camera di Commercio e Fondazione di Comunità. Sono felice che a Palazzo Zanca sia la cultura agroalimentare a vincere con in sala vari esponenti quali Fondazione Albatros (la presidente Antonella Sidoti e il vice Fabrizio Scaramuzza) e i rappresentanti dell’imprenditoria marinara che recupera la materia prima dal mare”. Per questo tra le chicche della tre giorni, ci sarà un racconto guidato tra le aziende di mollusco-coltura. In collegamento da Bra non poteva esimersi da un contributo la presidente nazionale di “Slow Food Italia” Barbara Nappini che dichiara il principio indelebile della sua organizzazione: “Le persone sono al centro dell’azione di Slow Food. Ci occupiamo di cibo ma tutto è basato sulle interazioni. Spesso tutelare il cibo significa che il territorio non viene abbandonato, che una bottega non viene chiusa, che un imprenditore continua a lavorare. Non tutti sono fortunati ancora nel 2023 nel potere mangiare tre/ quattro volte al giorno. Tutti noi abbiamo bisogno più volte al giorno di un contadino con cui noi accendiamo progetti, connessioni. La nostra prospettiva alimentare sporge in un sistema globale”. Riflessioni di spessore suggerite ancora da Nappini. “La carenza sociale di sostentamento – prosegue la responsabile – succede in qualche modo tra il nord e il sud Italia. Ci sono individui che non hanno accesso regolare al cibo. Le persone si ammalano per ipernutrizione o iponutrizione in funzione del Paese in cui si nasce e si cresce”.

L’assessore alle Attività Produttive e ai Grandi Eventi Massimo Finocchiaro ha avvertito che questa tre giorni “sarà un ritorno alla natura e alla naturalezza da emulare per raggiungere lo stile di vita che raffigura la salute. Avremo tante occasioni di confronto con attività di convegnistica, green economy, turismo esperienziale e rappresenteremo come esaltare ciò che si stava perdendo. Un festeggiamento legato alla cultura agroalimentare per sentirsi soddisfatti di ciò che abbiamo”.

L’assessore alle Politiche Agroalimentari Alessandra Calafioreha rimarcato: “Questa è una iniziativa che traina in maniera corale tutta la città. Già con i Pon Metro Plus abbiamo pensato alle fasce più svantaggiate della popolazione. Sollecitiamo così una conoscenza condivisa e un interesse condiviso. Sul tema del cibo si incontra tutta la città. A breve gli ultimi passaggi per l’iter delle DeCo (denominazioni comunali) di origine su cui stiamo lavorando ormai da mesi”. 

L’assessore alla Cultura e al Turismo Enzo Caruso ha rincaratola dose: “L’enogastronomia è una delle macroaree del turismo e della cultura. Questa rassegna ha un programma molto ampio dal caffè etico all’ora felice della pausa aperitivo: si va a comprendere una condotta di vita. Tra gli appuntamenti mi piace ricordare la mostra ‘Bello da vedere, buono da gustare intrigante da leggere’ che si terrà alla ‘Biblioteca regionale universitaria Giacomo Longo’ dal 16 novembre (ore 16:30) al 25 novembre con i testi di gastronomia ed enologia illustrati dallo studioso Sergio Todesco. E ancora le ‘Passeggiate lente in città’ per scoprire le eroine come Dina e Clarenza e Anna Maria Arduino con la guida di Filippo Cavallaro e a cura delle Associazioni Re Colapesce e UISP APS Messina. Chiacchierando vengono le idee perché ci si rilassa e poi ci si impegna per studiare le cose serie: cibo come aggregatore sereno di tematiche sociali e serie”.

La costruzione di questa rete è stata complessa perché i soggetti coinvolti sono innumerevoli. Mostaccio tiene a precisare che “se crediamo in questa idea di sviluppo dobbiamo testimoniare la nostra presenza. L’importante è potere contare su questi soggetti. Gli stessi assessori hanno competenze diverse perché il cibo è trasversale. 

A presenziare in questa manifestazione è la sostenibilità a tutto campo anche con Tusibio che fornisce i contenitori e le stoviglie biodegradabili. Il fondatore di Tusibio Maurizio Rubera ha descritto questa sua mission come uno strumento ecologico che è anche “orgoglio di questo momento autorevole”. Da dodici anni, Rubera ha legato il suo marchio al cibo perché c’è un momento di cambiare anche nel modo di differenziare e questa opportunità permette di mostrare che i contenitori e le stoviglie sono interamente biodegradabili per evitare di sporcare l’ambiente. Il suo messaggio è simile alla locandina della manifestazione. “Un rifiuto diventa risorsa anche economica non solo ambientale – evidenzia -. Differenziare è importante ma scongiuriamo l’impatto che parte da ciò che utilizziamo per consumare le vivande”.

Mostaccio ha concluso dicendo: “Abbiamo provato a costruire un contenitore parallelamente all’assemblea nazionale di Slow Food che si svolgerà nel Salone delle Bandiere. All’interno del mercato ai lascerà la parola alle imprese con laboratori ludici, esperienze di gusto per assaggiare i prodotti, forum tematici come quello dedicato ai giovani (venerdì pomeriggio) che ci racconteranno il coraggio di rimanere in Sicilia, Ponte di biodiversità per esempio si degusterà lo Zibibbo di Bagnara Calabra e si parlerà di benessere animale coniugato per esempio al pescato come il pesce spada. Sì conferirà un premio Stretto tra i due mari” per i processi di replicazione come il Birrificio Messina per il proprio percorso di rigenerazione urbana e transizione ecologica per produrre bioplastica. Verrà consegnato il primo vasetto in bioplastica con all’interno una pianta di limone del nostro Ortobotanico che era in via di estinzione; gli altri due premi ad un altro giovane dell’istituto Cuppari e all’associazione Arb che realizza lo sport chiamato “plogging” – una sorta di corsa campestre tra le aree urbane mentre si raccolgono i rifiuti con un lavoro sinergico ed edificante con i giovani.

Si presenteranno due itinerari di turismo sostenibile: uno a Santa Lucia del Mela dove si incontreranno i produttori tra cantine vitivinicole e azienda casearie; uno sui Laghi di Ganzirri. Venerdì al Monte di Pietà la “Cucina ritrovata” con Sergio Todesco che è un cultore delle storie culinarie e Francesco Sottile – Delegato Nazionale Slow Food e 14 chef che cucineranno un loro piatto.

Fondamentale la presenza di Fondazione di Comunità che corrisponde ad un hub sociale e incubatore d’impresa facendo rinascere non solo il “Birrificio Messina” ma altre piccole realtà. Il segretario generale Giacomo Pinaffo ha chiarito: “Siamo nati con le politiche di sviluppo sostenibile grazie alle filiere del territorio. Con la struttura di Roccavaldina e piani di studio anche nel catanese abbiamo l’asse territoriale adatto per la partenza e la rigenerazione di scarti con l’obiettivo di inserire i giovani e identificare nuove catene di valore. Una fabbrica produttiva che possa creare ulteriore indotto per riutilizzare lo scarto e renderlo un elemento utile. Per noi un lancio di un percorso con idee sostenibili regionali e mondiali”.

Tutto il programma della manifestazione è reperibile sul sito web mangiaecambia.it e nei Canali Social (Fb /mangiaecambia e Instagram /mangia_e_cambia).

Articolo ricevuto da Marcella Ruggeri

Redazione Foodmakers

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