La Confederazione Agricoltori Italiani della Puglia chiede ufficialmente alla Regione che si attivi presso il Mipaaf per la dichiarazione dello stato di calamità, in favore di tutto il territorio regionale. Il motivo della richiesta risiede nelle conseguenze di siccità e caldo torrido che, negli ultimi mesi e dopo le gelate di aprile, hanno gravemente danneggiato le colture cerealicole, quelle orticole, i mandorleti, gli uliveti e i vigneti. “I danni sono ingenti e riguardano tutte le province pugliesi, dal Foggiano alla Bat, dall’area metropolitana di Bari ai comuni (capoluogo compreso) del Tarantino, fino a tutta la provincia di Brindisi, di Lecce e alla zona dell’intero Salento”. Per le colture cerealicole, ad esempio, l’aumento di quanto riconosciuto ai produttori in moltissimi casi non riesce a compensare i mancati introiti derivanti dalla resa minore per ettaro causata dagli eventi atmosferici estremi che hanno colpito i campi. Una situazione ancora più grave, invece, ha caratterizzato la stagione delle angurie, penalizzata sia dalle conseguenze di caldo e siccità sia dal calo vertiginoso dei prezzi accordati ai produttori. Per i vigneti, l’inizio della prima fase della vendemmia per alcune specifiche tipologie di uva segnala una diminuzione delle quantità e, allo stesso tempo, un’ottima tenuta della qualità.
C’è preoccupazione per gli oliveti e la prossima apertura della stagione olivicola, caratterizzata nelle ultime settimane da irrigazioni suppletive e d’emergenza necessarie per limitare gli effetti dal caldo torrido abbattutosi sulla Puglia a partire da giugno. Un discorso a parte merita l’apicoltura, che ha subito un decremento produttivo dal 30% al 50%, e per la quale CIA Agricoltori della Puglia ha già chiesto la dichiarazione dello Stato di Calamità. “Non si capisce il perché a proposito delle ultime gelate”, ha dichiarato Raffaele Carrabba, presidente di CIA Puglia, “il Comune di Taranto, alcuni comuni del Barese e della provincia Barletta-Andria-Trani siano stati esclusi dalla declaratoria regionale e dalla possibilità di accedere agli indennizzi previsti dalla legge 102/2004”.
La crisi delle aziende zootecniche, la questione dei prezzi al ribasso che appare irrisolta e mai affrontata strutturalmente, il balzo assoluto dei costi di produzione e l’enorme dramma delle campagne prese di mira dalla criminalità con furti e devastanti atti d’intimidazione sono macigni che pesano enormemente su possibilità e voglia di rilancio del comparto primario. A tutto questo, poi, si aggiunge il problema riguardante i danni da fauna selvatica e il pericolo crescente rappresentato dal proliferare incontrollato soprattutto dei cinghiali.
“Sono tutte questioni che attendono di essere affrontare strutturalmente”, ha aggiunto Carrabba, “attraverso una sapiente programmazione che individui priorità d’intervento e risorse anche nell’ambito del PNRR”, ha concluso il presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia.