Rosario Procino e Pasquale Cozzolino hanno portato Napoli nel cuore di New York per far vivere un’esperienza di gusto unica: assaggiare la vera pizza napoletana. Da Ribalta gli ingredienti sono tutti napoletani: dalla farina per l’impasto, al lievito madre, al pomodoro, alla mozzarella di bufala campana. Per chi è nato e cresciuto a Napoli, la pizza non è solo un cibo, è un’esperienza che ha quel gusto, originale, vero.

Per l’impasto da Ribalta sono rigorosamente tradizionalisti: Pasquale usa esclusivamente la miscela di farine per pizza certificata del molino italiano Le 5 Stagioni e il lievito madre portato dall’Italia che rende la pizza leggera e digeribile. Il condimento invece è ricco di fantasia e sensibilità per i differenti gusti dei clienti. Per questo nel menù, oltre alle pizze classiche, è possibile trovare accostamenti insoliti e anche richiedere delle personalizzazioni, magari componendo gli ingredienti della propria pizza.

Abbiamo intervistato Rosario Procino (Nato (7 febbraio 1972) e cresciuto a Napoli.  Trasferito a New York nel 1999.Sposato con Patricia, due figli. Matteo di 16 e Davide di 11):
 
Sei un ingegnere eppure sei diventato famoso come proprietario della Ribalta a NY, qual è la tua storia?
 
Nel dicembre del 1999, fresco di laurea, mi trasferisco a NY per raggiunger mia moglie, newyorkese di nascita.
Lavoro per 4 anni nelle telecomunicazioni in Telecom Italia fino al 2003 quando, quasi per caso, inizio una consulenza per Barilla che mi porta nel 2004 a lasciare tutto diventando direttore commerciale per la costa orientale degli USA per Academia Barilla, un azienda del gruppo Barilla che promuoveva l’alta Cucina italiana.
Più vivevo a NY e più mi rendevo conto che non aveva senso continuare a lavorare per un azienda, seppur con successo, ma che bisognava guardare oltre ed avviare un attività tutta mia.
Più vivevo a NY e più mi rendevo conto che avevo bisogno della mia pizza, la pizza napoletana. Un oggetto sconosciuto ai più, nonostante fossimo già nel 2009.
Fu cosi che decisi di avviare la mia prima attività in proprio nel settore della ristorazione.
Quindi, un po la voglia di giocare a fare l’imprenditore e un po la mancanza di quello che e’ a tutti gli effetti il mio pane quotidiano, decisi di aprire quella che poi oggi viene da tutti considerata la prima vera pizzeria Napoletana a NY.
Il resto e’ storia che ci porta ai gironi d’oggi con l’incontro con Chef Pasquale Cozzolino e il progetto di Ribalta, dai piu ormai riconosciuta come la vera e unica ambasciata napoletana a NY.
 
Il successo del tuo locale a cosa è dovuto? Qual è il segreto?
A saperlo ne aprirei altri mille. Diciamo che non c’e’ un solo segreto. La cucina, autentica e di qualità, lo spazio, l’accoglienza, la location, il servizio, il personale,gli eventi che spesso organizziamo, insomma come spesso io e Pasquale diciamo per avere successo si devono allineare tutte le stelle.  
Io dico sempre che quando si apre un ristorante bisogna essere diversi dagli altri. TI devi sempre chiedere: “Cosa ho di speciale? Cosa offro di diverso? Perché tizio o caio dovrebbe venire da noi e non in un altro posto?”. 
Il segreto, se proprio vogliamo trovarne uno, e’ saper individuare dove poter fare la differenza. 
Sia un piatto, un cocktail, o uno schermo al muro dove fare vedere le partite di calcio, per farsi conoscere e’ importante avere qualcosa di diverso. Poi tutto il resto fa la differenza.
 
Quali sono i vostri numeri? 
Ribalta oggi e’ una realtà affermata a NY. Siamo riusciti ad essere apprezzati e conosciuti sia sulla piazza newyorkese che in quella italiana e spesso veniamo riconosciuti anche in altri mercati. Due anni fa, per esempio, abbiamo partecipato ad un reality show in Cile che ha notevolmente accresciuto la costa popolarità anche in Sud America.
Questo ci permette di avere un flusso di clienti durante tutto l’anno senza molti picchi, siano essi negativi o positivi.
Ad oggi viaggiamo ad una media di 370-380 coperti al giorno. Con punte massime di 500 in alcuni periodi dell’anno e nel weekend.
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La pizza prodotto napoletano ha trovato la sua vera consacrazione negli States… Secondo te perché? 
E’ tutta “colpa mia” !!! Scherzo, ma non tanto.
Oggi e’ facile venire a NY o negli USA in generale parlare di pizza napoletana. 
E’ facile per tanti venire e aprire pizzerie napoletane a NY e con un po di orgoglio posso anche dire grazie a me.
Quando decisi di aprire la mia prima pizzeria, nel non lontano 2009, ero considerato pazzo.
Tutti mi dicevano di non farlo, gli Americani non avrebbero mai amato la Pizza Napoletana. 
La definivano flaccida, mai bene cotta, troppo molliccia e, con la “slice” che non si reggeva dritta, non avrebbero mai potuta mangiarla con le mani. 
Fino a quel punto chiunque avesse provato a proporla finiva col trasformarla in un qualcosa che si avvicinasse di piu ai gusti americani.
Incurante e spinto da una forza incredibile riuscii ad aprire la mia prima pizzeria nel cuore del West Village.
Un prodotto fedele alle tradizioni napoletane, tanta comunicazione  e dopo tre mesi fu incoronata come migliore pizzeria di NY dalla maggior parte della stampa locale e nazionale. Mai prima la pizza napoletana aveva riscosso un successo di pubblico e critica unanime.
Fu amore a prima vista. 
Ogni giorno due ore di fila.
Da li’ e’ nato un fenomeno che continua ancora oggi.
Oggi, ogni città americana ha le sue 10-20 pizzerie napoletane o almeno di ispirazione napoletana che fanno tendenza.
La globalizzazione e l’accorciarsi delle distanze hanno poi fatto la differenza.
Quello Newyorkese e’ un popolo che viaggia, che vuole imparare.
Sempre piu spesso, al rientro da un viaggio in italia, cerca nei ristornati italiani i gusti autentici provati in vacanza.
 
Ora molte pizzerie napoletane stanno cercando di recuperare, aprendo succursali o Franchising…. Che ne pensi? 
Nonostante i forti legami con Napoli e l’Italia, da un punto di vista imprenditoriale mi considero Americano e non posso che essere contento.
L’America e’ la patria del multi-store.
Quando ho lasciato la mia professione nel corporate per aprire una pizzeria, non l’ho mai fatto con l’idea di aprirne una e basta ma con la speranza di arrivare ad una catena di ristoranti.
Mi sento in dovere pero di metterli in guardia.
La pizza napoletana e’ un prodotto artigianale per definizione e in quanto tale difficilmente replicabile.
Per fare una buona pizza, ma soprattutto per fare la stessa pizza a Napoli come a Parigi a Londra come a Los Angeles, c’e bisogno di tutta una serie di accortezze e conoscenze che io non considero facilmente trasferibili in un modello di franchise.
La nostra crescita, per esempio, avviene abbastanza lentamente (Non avendo rinnovato il contratto di fitto sulla location di Atlanta, oggi abbiamo solo due location a NY) proprio perché non abbiamo mai preso in considerazione l’idea del franchise (che potrebbe compromettere il nome dell’intera società) e stiamo cercando di crescere lentamente attraverso l’apertura di succursali di nostra proprietà.
 
Quali sono le difficoltà e quali le opportunità di lavorare e fare pizza a NY? 
Una canzone di Frank Sinatra diceva “Se ce la fai a NY, puoi farcela dovunque” ed e’ verissimo.
La competizione e’ spietata, solo un ristorante su 10 supera i due anni, ma allo stesso tempo se riesci a farcela qui, questa città ti da visibilità su scala globale come nessun’altra città al mondo.
Da un punto di vista burocratico e’ facilissimo aprire un ristorante rispetto all’Italia, per esempio. 
Molto più difficile e’ tenerlo aperto.
Una cosa e’ sicura, NY guarda con diffidenza a chi viene qui, autoproclamandosi per quanto fatto altrove, ad aprire seconde sedi e/o vetrine.
Il New Yorkese vuole entrare nel tuo ristorante e vuole vederti. Vuole vedere la tua faccia. 
E non sempre basta una tua gigantografia appesa al muro, anzi.
Se qualcuno vuole aprire a NY, fa meglio a lasciare quanto ha altrove e trasferirsi qui.
NY e’ una prima donna e spesso stronca le aperture fatte da persone diventate famose altrove.
In questo New York e’ completamente diversa da tutte le altre metropoli mondiali.
NY ama creare le proprie stelle che poi possono andare ad aprire (con successo) altrove nel mondo.
 
Sogni  mai di tornare a Napoli, magari con una bella pizzeria sul lungomare? 
I sogni sono sogni e perciò spesso non diventano mai realtà.
Napoli e’ con me in ogni cosa che faccio e ogni giorno spero di tornarci.
Non ti nascondo che più di una volta mi e’ stato offerto di aprire a Napoli.
La cosa mi entusiasma e ci penso seriamente.
Poi comincio a pensare alla burocrazia e alle tassazioni e tra me e me penso di lasciar andare e continuare a sviluppare la nostra crescita su NY prima e negli states dopo.
Diciamo che il sogno e’ quello aprire a Napoli, o anche in Italia, solo quando non dovrò piu guadagnarci per vivere ma quando potrò permettermelo per una questione di orgoglio personale.
Speriamo presto, quindi.

Antonio Savarese

Ingegnere gestionale, sono un Project Manager in Enel Italia nella funzione System Improvements. Da piu' di 15 anni svolgo attivita' come giornalista freelance e consulente di comunicazione per alcune...

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