Si celebra oggi a Cagliari la 366° Festa di Sant’Efisio, una delle più importanti processioni religiose della Sardegna
Dopo due anni di festeggiamenti sottotono a causa della pandemia, Sant’Efisio, definito il Martire Guerriero, copatrono di Cagliari, riparte in tutto il suo splendore, dalla chiesetta omonima del quartiere Stampace.
L’11 Luglio del 1652, la Municipalità di Cagliari siglò un voto solenne a Sant’Efisio affinché proteggesse la città dalla peste. Si impegnò così a organizzare a cadenza annuale, una processione in onore del Santo. Da Cagliari, luogo della sua lunga detenzione, a Nora, dove avvenne il martirio il 15 gennaio del 303.
Da allora, ogni anno, il 1° Maggio, ininterrottamente dal 1657, avviene lo scioglimento del voto. Ancora oggi l’amministrazione comunale è custode e garante di questo impegno solenne.
La processione, da Cagliari toccherà Capoterra, Sarroch e Villa San Pietro per arrivare a Pula. In un percorso di circa 60 km, lungo il quale il cocchio, farà numerose soste. Così che i fedeli, desiderosi di ricongiungersi con il Santo, possano affidargli fiori e preghiere.
Qui la statua troverà collocazione nella chiesa che si trova lungo la spiaggia. Il giorno successivo il 3 maggio si ripercorreranno i luoghi del martirio di Sant’Efisio, prima di riprendere la via verso Pula. Per poi rientrare nella sua chiesa a Cagliari il 4 maggio, dove avverrà lo scioglimento del voto.
La lunga processione ha visto presenti 92 comunità arrivate da tutta la Sardegna. Con ben 81 associazioni di devoti e 30 di cavalieri in abito tradizionale. E ancora quattro cori, 56 miliziani, e 5 binomi di cavalieri del Comando Militare Esercito Italiano. Hanno chiuso le 18 traccas, (i tradizionali carri addobbati a festa), con 270 devoti a bordo. A cui se ne sono aggiunti altri 2500 a piedi lungo il cammino.
Grande è l’emozione dei pellegrini provenienti da tutte le parti della Sardegna. In tanti, già dalle prime ore della mattina sono arrivati nel capoluogo per porgere il loro omaggio al Santo protettore dell’isola.
Insieme a loro, il Sindaco Paolo Truzzu, l’Assessore alle Attività Produttive Alessandro Sorgia e l’Alternos Viviana Landini. Rappresentanti delle autorità cittadine, coinvolti per la prima volta, dalla presa in carica del loro mandato, nella grande festa patronale.
La prima messa nella chiesetta di Stampace si è svolta prestissimo, seguita da un gran numero di fedeli. Che hanno atteso pazientemente di poter assistere all’uscita del cocchio contenente il Santo, ornato con i preziosi ex voto donati negli anni. La manovra di aggiogamento dei buoi di Razza Bruno Sarda, è avvenuta nella piazzetta antistante la chiesa.
Lentamente i possenti animali hanno trainato il cocchio durante la processione, facendosi ammirare per le loro elaborate decorazioni. Sono infatti adornati con la cosidetta “Cuncordia de Sant’Efis”. Un finimento in broccato e seta, arricchito da fiori di raso, campanelle e nastri colorati.
Curiosa è la scelta dei loro nomi, fatta dal proprietario, il confratello Damiano Etzi: “Mancai n’di neranta” “Non di fazzu contu” (“Anche se parlano”, “Io non mi preoccupo”). Da sempre, la regola, è che si trovino degli appellativi che siano di buon auspicio o semplicemente canzonatori e scherzosi.
Il Santo è uscito dalla chiesa, preceduto dall’Arciconfraternita del Gonfalone e dai suonatori di Launeddas. Un antico strumento musicale realizzato con canne palustri, il cui suono ricorda quello della cornamusa.
Di grande effetto vedere la teca contenente le reliquie del santo, trasportata dai rappresentanti di medici e infermieri. Che durante questa lunga pandemia hanno sofferto e fatto grandi sacrifici, come dei veri soldati in prima linea, contro l’invasione del Virus Covid.
Dopo il doveroso saluto militare, lungo la stretta via, Sant’Efisio è stato inondato di petali di fiori ed erbe aromatiche, lanciati dai balconi decorati con i drappi di velluto rosso. Sa ramadura, è uno degli aspetti più emozionanti e scenografici dell’intera festa, che stupisce i tanti turisti venuti ad ammirare questa grande ricorrenza popolare.
L’intera Città è organizzata per accoglierli nel migliore dei modi. Proponendo non solo nei tanti locali tipici, ma anche nelle diverse piazze, piatti tradizionali e spettacoli dal vivo.