Agrodolce

Dimenticate gli spaghetti di grano duro, e anche i Ramen noodles tradizionali cinesi che sono pur sempre fatti a base di farina. La pasta Shirataki ha una consistenza e un sapore che non hanno niente a che vedere con la pasta tradizionale!

Nei giorni scorsi, dopo averli acquistati, ho condiviso la foto e scritto un post sulla mia pagina Facebook per parlare di Shirataki. Dato il riscontro positivo e l’interesse dei miei followers a saperne di più, ho deciso di dedicare un articolo di approfondimento a questa “pasta non pasta”.

Shirataki: cosa sono?

Gli Shirataki sono un piatto tradizionale giapponese ottenuto dal tubero di konjac, una pianta molto antica usata soprattutto in Asia. La radice di konjac viene essiccata e poi ridotta in polvere: la farina così ottenuta è utilizzata per realizzare la pasta, detta appunto Shirataki di konjac. Si presenta sotto forma di spaghetti sottili simili ai noodles ma anche come chicchi simili al riso o come sfoglia. Gli Shirataki contengono esclusivamente una preziosa fibra alimentare, il glucomannano.

Proprietà

La shitaraki di konjac è un alimento dalle mille proprietà:

  • È ricca di fibre. Il glucomannano, una fibra vegetale solubile in acqua ricavata dalla radice della pianta di konjac, contiene ben 16 tipi di aminoacidi. Grazie alle fibre, il glucamannano favorisce il buon funzionamento dell’intestino, aiutando a ritrovare la naturale regolarità;
  • Svolge un’azione anti-fame in quanto produce un senso di pienezza e sazietà. In presenza di liquidi, infatti, il glucomannano genera un gel che aumenta il proprio volume del 60-80% rispetto a quello della sua forma secca. Nello stomaco, quindi, dopo 15min circa dall’assunzione, la fibra inizia a gonfiarsi, raggiungendo il massimo valore dopo circa 60 minuti, grazie alla presenza dei succhi gastrici; qui rimane non assorbita per circa 2 ore, prolungando il senso di sazietà.
  • Svolge un’azione ipocolesterolemizzante, sia per una diminuzione del loro assorbimento sia perché sembra che la presenza di glucamannano a livello intestinale provochi una minor produzione di colesterolo da parte del fegato. È pertanto utilizzata spesso nei casi di sovrappeso e obesità.
  • È adatta ai celiaci in quanto priva di glutine, essendo composta esclusivamente di acqua e glucamannano.
  • È una pasta ideale non solo per coloro che soffrono di celiachia ma anche per chi segue una dieta ipocalorica avendo un apporto calorico, di grassi e carboidrati quasi inesistente.

Come si cucina la Shirataki di konjac?

  1. Versate gli Shirataki in acqua in ebollizione molto abbondante e cuocete per almeno 10 minuti. Si possono lasciare anche più a lungo perché non scuociono.
  2. Scolate e sciacquate bene sotto acqua corrente.
  3. Saltate in padella con il condimento desiderato. Il loro sapore è abbastanza neutro per cui si abbinano a ogni sorta di condimento.

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