Ciao Simona ci racconti qualcosa di te e del tuo blog ” Simona’s Kitchen “?
Simona’s Kitchen nasce come idea nel lontano 1999, quando ho pubblicato online uno dei miei primi progetti di ecommerce per un cliente toscano. Loro trattavano prodotti gastronomici ed a me venne l’idea di sviluppare delle ricette toscane. L’idea iniziale era quella di raccontare la cucina e la tradizione italiana agli stranieri. Avevo tradotto circa 20 ricette toscane, poi il progetto però si è stoppato nel 2004 quando è nata mia figlia e l’ho ripreso nel 2010 trasformandolo in blog. Oggi conta più di 500 ricette e post ed ha lettori da tutto il mondo
Essere una blogger che cosa rappresenta per te?
Il blog è solo uno strumento di lavoro, non un fine. Io sono consulente e docente di marketing e comunicazione e tale resterò. Quindi anche il ruolo del blogger secondo me, va visto in questa ottica: non è di per se’ una professione, almeno in Italia, ma uno strumento che può dimostrare ciò che sappiamo fare
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Vorresti che le tue ricette trasmettessero un messaggio al di là di quello strettamente culinario?
Il mio claim è ‘emotional cooking’, quindi cucina e emozioni, ogni post si apre con una frase celebre intorno alla quale si può riflettere. Il cibo ha una valenza psicologica importante, per questo credo molto nel comfortfood.
Da dove nascono le ricette che presenti nel tuo blog?
Dipende, ci sono ricette di famiglia, ricette riprese dai libri di cucina, ricette scambiate con le amiche e ricette inventate davanti ad un frigo aperto
Abbiamo letto che oltre alla food blogger sei anche responsabile di una piccola casa editrice che si occupa di arte, quindi possiamo dire che la cucina è una forma d’arte?
Sicuramente sì, la cucina è un modo per esprimersi, creatività ma anche studio e precisione, la chimica di una ricetta è una formula ben precisa. La cucina si lega molto alla nostra storia, alla storia del territorio perciò cucina e cultura sono sempre legate
Oramai la cucina spopola in tv con programmi e canali dedicati, tu che ne pensi?
Che ce ne sono troppi, che sono tutti uguali e che il messaggio che arriva al pubblico è spesso distorto. Lo chef è un mestiere faticoso, studio e tanta gavetta, i giovani invece vedono solo l’aspetto legato all’apparenza dei lustrini senza rendersi conto dell’impegno necessario per arrivare a certi livelli.
La passione per la cucina espressa attraverso un blog, può trasformarsi in un lavoro vero e proprio e cosa consigli a chi vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso?
Quando si ha passione per qualcosa un blog può aiutarci ad intercettare altre persone con la stessa passione, ma bisogna essere disposti a scambiare informazioni con gli altri. Quindi serve apertura verso gli altri, voglia di socializzare e soprattutto mettersi nell’ottica che nessuno ti paga per scrivere un post, il lavoro è altro, non nella pubblicazione di un post. Non so quale sia il futuro del blogging, oggi sembra un po’ appannato dall’avanzare di alcuni social, ma il concetto di partenza è sempre lo stesso: voglia di condivisione, di scambio, di socializzazione. Finchè non hai una tua community che ti segue non potrai far diventare il blog una professione.
Spesso facciamo il gioco della Prova del cuoco: ci inviti tutti a cena cosa prepari?
Chiedo agli invitati i propri gusti, cerco sempre di andare incontro alle preferenze di chi invito a cena. Quindi se gli ospiti sono vegani, opto per cucina vegan, non amo imporre agli altri ciò che piace a me. Se gli ospiti non hanno preferenze, cucino volentieri verdure, torte salate, dolci. Non faccio mai esperimenti strani quando ho ospiti perché il risultato è sempre un rischio!
Hai sicuramente raggiunto dei traguardi importanti, hai ancora un sogno nel cassetto?
Più di uno, almeno un sogno nel cassetto va tenuto, accanto alla voglia di sperimentare e mettersi alla prova!