Sophie Minchilli metà americana, metà italiana, nata e cresciuta a Roma. Ha vissuto qui tutta la sua vita tranne che per il periodo all’università a Londra. Sebbene amasse la sua esperienza lì, tutto quello a cui riusciva a pensare era l’Italia, il cibo italiano, gli italiani e i mercati italiani.

Ha deciso di dedicare interamente la sua vita al cibo, in ogni modo possibile. Ha iniziato a lavorare con sua madre (ora socia in affari), conducendo tour gastronomici e corsi di cucina a Roma, Puglia e Umbria.

Quando conduce un tour, il suo obiettivo è farvi sentire a casa, come se foste nati e cresciuti in Italia. Vi porta nei vicoli e nei negozi in cui è cresciuta e vi presenta a tutte le persone che ama di più.

 Trovate i suoi racocnti sul suo blog di cucina italiana   e sul suo account instagram 

Abbiamo intervistato Sophie: 

Ciao, come nasce la tua passione per la cucina?

Fin da quando ero piccola ho sempre amato la cucina, e tutto quello che ruota attorno al cibo. Osservavo sempre mia madre e mia nonna ai fornelli, e mi piaceva aiutare sia nella fase di cucina ma specialmente con la spesa. Non vedevo l’ora di andare al mercato, il fruttivendolo, la pescheria..ecc per vedere tutte le cose che avremmo potuto mangiare e cucinare. Sono cresciuta in una famiglia dove il buon cibo è sempre stato fondamentale, e questo ha fatto si che il mio amore sfrenato per il cibo cominciasse sin dai primi anni di vita. Io ero la bambina che chiedeva la Trippa alla Romana mentre tutti i miei compagni chiedevano la pasta al pomodoro


Hai viaggiato molto quali differenze trovi rispetto all’Italia?

Amo viaggiare e scoprire nuovi posti e nuove cucine. Alla fine di ogni viaggio però, mi mancano due cose dell’Italia:
Quella più ovvia: amici e famiglia. E il cibo. La semplicità e la stagionalità del cibo Italiano sono quasi impossibili da trovare all’estero. Io sono mezza Americana, e quindi viaggio spesso negli USA per trovare amici e parenti. La cosa che mi manca di più quando sono la? Un piatto di cicoria ripassata in padella

Come viene percepita la cucina italiana all’estero?

Tutti amano l’Italia, questo è chiaro quando viaggio. Appena dico di essere Italiana, la gente esclama :’Pizza, pasta, panini!’
Quello che molti non sanno è che la cucina Italiana è molto di più, è regionale e stagionale. Gli Italiani non passano le giornate a mangiare Pizza e Pasta con chili di formaggio e salse, ma quello che provo a spiegare è che in realtà la cucina Italiana è molto semplice e pulita. E’ tutta basata sulla freschezza dei prodotti. Un buon pomodoro ad Agosto può essere il protagonista di un piatto, non serve altro

Qual è il piatto italiano che riscontra più successo secondo te?

La pasta senza ombra di dubbio. Trovo però che ci sia tanta confusione sulla pasta all’estero: si pensa ancora che la pasta fresca sia superiore di qualità rispetto a quella asciutta. E quindi quando vengono in Italia cercano continuamente questa pasta fresca. Non sanno però che esiste la pasta asciutta buona e quella ‘cattiva’, e che la pasta fresca va bene solo con certi tipi di condimento, non tutti. Consiglio sempre ai miei clienti di assaggiare un piatto di pasta asciutta artigianale per capire realmente la differenza di sapore e texture rispetto a quella industriale. Io per esempio sono grande amante della pasta asciutta (anzi, mangio solo quella), e quando lo dico ai miei clienti rimangono sbalorditi, per loro è veramente una novità! Vedono la pasta asciutta come una specie di junk food, una cosa alla quale si ricorre solo quando non si hanno altre opzioni 

Organizzi dei food tours qual è la cosa più strana che ti è capitata?

Non mi è mai successo nulla di veramente strano, ma un episodio che mi viene in mente è di un cliente che si è rifiutato di mangiare un pezzo di pizza bianca appena uscita dal forno perché la considerava ‘calorie inutili’. Non avendo visto sugo o formaggio sulla pizza, non riusciva a capire perché si sarebbe dovuto riempire lo stomaco con una cosa che lui considerava ‘inutile’. Sono riuscita però a costringerlo a mangiare la pizza bianca e l’ha amata. Quello che mi colpisce di più è la reazione (positiva) dei clienti a cibi che noi diamo per scontato. Quando assaggiano per la prima volta cose come la pizza, la mozzarella di bufala, un arancia Siciliana, un carciofo fritto..ecc le loro reazioni e la loro felicità mi ricordano perché amo fare questo lavoro

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Ne ho tanti! Ma il primo che mi viene in mente è comprarmi una casetta in Puglia. Sono mezza pugliese (papà è di Bari) e quindi passo molto tempo li. Ho cominciato a fare anche dei food tour in Puglia che hanno avuto molto successo. Ho notato negli anni una crescita nelle richieste di tour gastronomici in Puglia. L’obbiettivo sarebbe quello di passare 6 mesi l’anno in Puglia e altri 6 a Roma, continuando a fare i miei tour gastronomici in entrambe i posti

Antonio Savarese

Ingegnere gestionale, sono un Project Manager in Enel Italia nella funzione System Improvements. Da piu' di 15 anni svolgo attivita' come giornalista freelance e consulente di comunicazione per alcune...

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