Stefania Cattaneo vive e lavora vicino a Torino con Enrico, suo marito, e due cani Tatì e Gea, un micro Jack Russell ed un mega Bovaro del Bernese. Nella vita professionale è una Biologa Nutrizionista, ma nel suo passato vanta una esperienza decennale come farmacista (la sua prima laurea) e un biennio come docente universitario in Nutrizione Sportiva presso l’Università degli Studi di Torino. Ex tennista, ha scritto per 5 anni per un settimanale di cronaca cittadina come giornalista pubblicista, oggi conduce il suo blog di cucina italiana per Americani e studia Fotografia presso lo IED di Torino.

Abbiamo intervistato Stefania: 

Qual è la storia del tuo blog?

Un paio di anni fa la mia vita è cambiata. Drasticamente, nella manciata di qualche secondo. Era un periodo di intensa attività lavorativa: lo studio di nutrizione, la cura dei pazienti, l’attività di ricerca, la gestione di un blog, il primo in Italia in grado di parlare per la prima volta di una sindrome femminile, i viaggi negli Stati Uniti, gli eventi, la scrittura di un libro, e molto altro. Un giorno, uguale a molti altri, durante uno dei tanti pesantissimi allenamenti di tennis, mi sono infortunata gravemente e ho conosciuto sensazioni che non avevo mai provato. Il dolore, le limitazioni, il “non poter fare” per me che non conoscevo limiti, ma soprattutto il dover abbandonare un sport, il tennis, che mi aveva accompagnato fino a lì da tutta una vita, tutti i giorni. Una scelta sofferta e che ha trascinato con sé la voglia di scendere dal quella giostra (e dai tacchi alti!) fatta di grandi soddisfazioni – di cui sono molto orgogliosa- ma anche di “doveri” e di “prestazioni”, sempre oltre il massimo. Avevo ed ho bisogno di dare spazio alla mia creatività, alla leggerezza e alla voglia di condividere le cose belle e semplici della vita, primo fra tutti il piacere di mettere in tavola cose buone e facili da realizzare.

Come nasce la tua passione per la cucina?

Da bambina inappetente e schizzinosa, sono cresciuta cambiando radicalmente idea sul cibo, coccolata dai piatti dei miei nonni, Lea e Vasco, ferraresi DOC, che mi hanno viziata a suon di tagliatelle e cappellacci di zucca, ragù fatto in casa e tanta profumatissima mortadella. Vedevo mia nonna tirare la sfoglia come se fosse stata la cosa più facile del mondo. Ho guardato, imparato i gesti sicuri e fieri delle mani sul mattarello e li ho conservati per molti anni, fra i cassetti della mia memoria. Ora, con un po’ di curiosità e voglia di sperimentare (un passato di farmacista mi ha molto aiutata a “leggere” le ricette), ho riaperto quei cassetti ed eccomi qui a condividerli con il mio pubblico.

Perchè hai deciso di scrivere in inglese a chi ti rivolgi?

Negli ultimi anni ho viaggiato molto negli Stati Uniti e mi sono appassionata alla cultura statunitense così come il modo in cui gli Americani vedono la cultura e vivono il cibo italiano.

Il mio pubblico è trasversale ma recentemente ho deciso di rivolgermi ad un target specifico: uomini che per varie ragioni vivono da soli e che desiderano recuperare il rapporto con loro stessi, con la loro famiglia, i figli, o con la/il loro nuova/o partner attraverso il calore e la bontà della cucina italiana.

Chi segue il mio blog ama la cucina e ama stare in cucina. Vuole costruire nuove tradizioni familiari senza perdersi in ricette troppo difficili. Vuole fare bella impressione, vuole ricevere complimenti,  vuole sentirsi orgoglioso di se stesso e nel frattempo divertirsi con i propri figli facendo “deliziosi pasticci” in cucina o emozionarsi impiattando un elegante piatto di pasta o una zuppa calda ed avvolgente per la persona che vuole conquistare.

Il mio pubblico ha nel cuore il mito del Bel Paese perché ha letto molto, o magari ha un parente italiano (gli zii o i nonni). Chi mi segue in Italia magari c’è già stato per una vacanza o per un viaggio di lavoro, e porta con sé un ricordo forte e piacevole.

Il mio desidero è di entrare nelle loro case portando una ventata di italianità, nelle vesti di una amica sorridente e rassicurante, e di aiutare, dando consigli, dal fare la spesa come “un vero Italiano farebbe” al preparare i piatti semplici ma buoni, con pochi e genuini ingredienti.

Qual è il piatto italiano che riscontra più successo all’estero?

Tralasciando al pizza (sempre al top), direi che vincono a mani basse i primi piatti. La “Bolognese” e la “Carbonara” sono i piatti che gli Americani hanno sempre in mente, quando si parla di cibo italiano. La Lasagna è un piatto molto amato, anche se quello che gli Americani intendono per Lasagna è un piatto molto diverso dalle nostre tradizioni.

Qual è un piatto della tradizione italiana al quale sei particolarmente legata?

Non potrei mai fare a meno delle tagliatelle al ragù. Tutto parte dalla scelta delle uova più fresche alla farina migliore e poi via di olio di gomito e mattarello “da 3 uova”, lungo un metro e 10. Mai rinuncerei al piacere di “mettere sù” il ragù a fine estate, con i pomodori profumati, la carne di prima scelta e gli aromi del mio microscopico orticello di erbe aromatiche. Stravolgo la tradizione usando del rosmarino, del basilico e un pizzico di peperoncino. Quella salsa che sobbolle per ore e ore, è una musica per le mie orecchie (e anche per i miei vicini di casa che ne sentono il profumo!).

https://stefaniaskitchenette.com/homemade-tagliatelle/

https://stefaniaskitchenette.com/ragu-sauce-with-aromatics-by-stefanias-granny/

Sul tuo blog non solo ricette, ci racconti qualcosa in più?

Scrivo di come viviamo la nostra quotidianità qui in Italia, di come facciamo la spesa, di come facciamo colazione, di come prepariamo la tavola, di come organizziamo i pasti. Cerco anche di sfatare qualche mito per esempio, spiegando che non amiamo le porzioni extra large, che in generale non usiamo molte spezie e salse nei piatti del nostro quotidiano, che solitamente usiamo mangiare portate separate anziché un monopiatto, ma anche che siamo i re e le regine del “quanto basta”. Le ricette sono sempre diverse quando le quantità degli ingredienti sono “metti un po’ di quello e poi aggiungi un po’ di quell’altro”.

Nuovi progetti per il tuo blog?     

Ho un mente una serie di contenuti speciali per chi desidera avvicinarsi alla cucina italiana e non ha idea di come fare e di cosa serve avere in casa per iniziare. A breve creerò una sezione dedicata a come risolvere i problemi più comuni in cucina quando i piatti non vengono come si vorrebbe.           

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Il mio passato ed il mio presente mi hanno dato e mi stanno dando molto e qualche sogno nel cassetto già ha preso la sua forma concreta. Fare grandi progetti è sempre stata una mia prerogativa quindi confesso che il mio sogno nel cassetto è poter scrivere ricette e fotografare piatti per il più importante quotidiano newyorkese, nella sezione “Cooking”. Un sogno a dir poco immenso, ma per il quale sto già lavorando!

 

Antonio Savarese

Ingegnere gestionale, sono un Project Manager in Enel Italia nella funzione System Improvements. Da piu' di 15 anni svolgo attivita' come giornalista freelance e consulente di comunicazione per alcune...

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