Sembra impossibile immaginare di cucinare un ragù napoletano, una genovese, una bolognese o salsicce e friarielli con la carne che non è carne ma un prodotto vegetale. In Italia, paese dei buongustai e delle forti tradizioni gastronomiche, si fa fatica ad abbattere le barriere sul concetto della carne vegetale e friends. Direi, colpa, anche, di una certa parte di stampa che informa poco sull’argomento, dimenticando, non solo i vegani, ma tutti coloro che pur non essendo, optano per un’alimentazione “etica”, più responsabile e consapevole, onnivori compresi.

Vedremo come la “mission” della ricerca sulle proteine vegetali è diventata metodo trasversale di conquista di consumatori, aprendo inaspettate prospettive di ingenti guadagni per i grandi gruppi di trasformazione alimentare che, forse, riusciranno, un giorno, a salvare il pianeta. Scienziati in varie parti del mondo, a mezzo di Tecnologie d’avanguardia, stanno già studiando il metodo per ottenere una carne in laboratorio con ottimi primi risultati.

Non possiamo più sottovalutare questa evoluzione del cibo. Così, In questa nuova sezione, parlerò di personaggi che hanno già adottato una certa etica nel realizzare nuove ricette (in risposta alla crescente domanda di mercato), di aziende, start-up e professionisti italiani che ogni giorno incrementano un settore in forte crescita, il cui livello di ingegneria alimentare non ha nulla da invidiare ai grandi d’oltreoceano. Inizio questo viaggio proprio da lì, dove tutto è cominciato, dagli Stati Uniti d’America.

LA FOODTECH PUÒ SALVARE IL PIANETA?

Inutile negare l’evidenza: il mercato dei “falsi prodotti animali” ha fatto passi da gigante. Se qualcuno pensava all’ultimo grido alla moda, dovrà rivedere la sua opinione perché l’interesse per le proteine vegetali ha raggiunto il suo apice, rispecchiando un cambiamento culturale ed economico, a livello globale, che alcuni “grandi” hanno fiutato, investendo, nel settore, enormi somme di denaro.

Primo tra tutti, Bill Gates; sostenitore dell’alimentazione a base di piante (plant-based), per la salvezza del pianeta, è uno degli investitori della multinazionale BEYOND MEAT, la numero uno nel mondo per la produzione della cosiddetta FAKE MEAT ossia falsa carne, contribuendo all’ascesa di questi prodotti sul mercato alimentare globale.

Segue a ruota, Leonardo Di Caprio, che pur non essendo vegano, ma fervente ambientalista, è un altro importante finanziatore di Beyond Meat, incoraggiando quotidianamente sui social il consumo della carne vegetale per il bene del pianeta.

Primo beast burger di Beyond Meat

Non potevano mancare all’appello Jeff Bezos, patron di Amazon, e Richard Branson, fondatore del gruppo Virgin. I due kolossal, insieme a Bill Gates, hanno investito la modica cifra di 90 milioni di dollari, in una start-up innovativa che sviluppa e commercializza alimenti di nuova generazione.

Bezos, in solitario, ha investito nella ormai nota start-up NotCo, creatrice di maionese, latte e gelato vegetali, guadagnando, in brevissimo tempo, la modica cifra di 30milioni di dollari. Dieci di questi, sono serviti alla creazione della Bezos Earth Fund, un fondo speciale destinato al supporto di attivisti, scienziati ed organizzazioni non governative che operano per la salvaguardia del pianeta ed al finanziamento di aziende che si occupano di alimenti plant-based.

Anche in Europa facciamo la nostra parte. La start-up spagnola Heura-foods, produttrice di carne vegetale, ha raccolto 4 milioni di euro in pochissime ore grazie ad una campagna di crowdfunding, con oltre 3 mila investitori tra cui il calciatore della AS Roma, Chris Smalling, vegano da 6 anni e motivatore di followers per un cambiamento di stile di vita. Dopo qualche mese, la start-up raggiunge i 12 milioni grazie agli investimenti di grandi nomi come Capital V e Glovo, il gigante del delivery, che attraverso la sua piattaforma porta i prodotti Heura in Italia per la prima volta. Anche Mercedes-Benz, il gigante dell’automobile, in uno spot con Lewis Hamilton, promuove il veganismo e scelte sostenibili nell’alimentazione.

Secondo recenti studi del Good Food Institute i miliardi investiti nel settore dal 2019, si sono più che triplicati, grazie anche alla pandemia da covid-19, in cui le alternative “animal free” sono viste come una soluzione ai gravi problemi del nostro secolo, come le epidemie, il cambiamento climatico e la fame nel mondo.

Non vi stupite se vi dico che il prossimo vaccino potrebbe venire proprio dai vegetali, perché tanti biologi nel mondo ne sono convinti e ci stanno già lavorando. La Queensland University of technology ne è convinta e pensa di poter realizzare un vaccino plant-based con potenti anticorpi provenienti dalle proteine contenute in patate, riso o spinaci ed altri vegetali; un test campione su 20000 volontari (in gran parte vegani) è già stato effettuato con riscontri molto positivi.

Lo sviluppo, la ricerca e l’innovazione tecnologica, consentiranno di raggiungere sempre più consumatori con prodotti buoni per la nostra salute, sostenibili ed economicamente  accessibili a tutti? Il tempo risponderà ma di sicuro un percorso è già tracciato.

Angela D’Esposito

Chef Angelina, classe 1968, è di origini campane (sorrentine-salernitane). La sua carriera lavorativa inizia più di 30anni fa' in quel di Parigi. Curiosa di natura, amante delle tradizioni, al passo...

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