La guida Michelin fà brillare la prima stella a Bacoli al ristorante Caracòl di Bacoli la cui cucina è diretta da Angelo Carannante. Lui napoletano classe 1979 ha frequentato l’Istituto Alberghiero di Pozzuoli, e prima di approdare a Bacoli ha fatto diverse esperienze in ristoranti stellati.
Nel 2016 è ritornato nei Campi Flegrei, sua terra di origine, per dirigere la cucina del CARACOL, in un progetto ambizioso che gli darà modo di esprimere al meglio le competenze e conoscenze acquisite in anni di esperienza in contesti di eccellenza. Gli ideatori e titolari sono i noti imprenditori Roberto Laringe e Alfredo Gisonno, che dopo tante e importanti esperienze nel settore alberghiero e ristorativo, hanno deciso di aprire il loro ristorante gourmet.
Ciao Angelo come nasce la tua passione per la cucina?
All’età di 13 anni chiesi a mia madre di iscrivermi all’istituto alberghiero di Monteruscello, senza sapere che lì sarebbe iniziata la mia passione per la cucina. Una passione che col passar degli anni è diventata lavoro. Un lavoro impegnativo, gravoso, in contrasto con i sogni e i desideri della mia famiglia che avrebbero sempre voluto un mestiere più “normale”.
Hai frequentato l’istituto alberghiero a Pozzuoli, poi diverse esperienze in ristoranti stellati (Antonello Colonna, con i F.lli Cerea, Paolo Barrale, etc) ci racconti cosa ti hanno lasciato?
Partirei con il ringraziare Giuseppe Daddio della scuola “Dolce & Salato” che ha fatto si che io approcciassi al fine dining; Paolo Barrale, maestro di rigore e rispetto nei confronti delle materie prime nonché mio mentore per le tecniche di elaborazione delle stesse; Luigi Tramontano per la minuziosa attenzione all’estetica e infine Antonello Colonna a cui devo l’avvicinamento alla sostenibilità economica di un’azienda.
Il progetto Caracol nasce dall’idea di Roberto Laringe e Alfredo Gisonno entrambi convinti di poter creare una sorta di salotto gourmet, in quella terra pronta a sostenere e capire una ristorazione di qualità fondata sulla cultura.
Roberto Laringe e Alfredo Gisonno (proprietari del ristorante) ti hanno scelto per dirigere la cucina, quanto devi a loro?
Gisonno e Laringe si sono affidati all’esperienza di Paolo Barrale, il quale, quasi con sicurezza in illo tempore fece il mio nome.
Alla proprietà devo la fiducia maturata nei miei confronti, nei confronti di un giovane chef a cui hanno permesso di lavorare senza alcuna ossessione, puntando prima su di me come uomo e poi come professionista.
Mi piace tanto rivisitare la tradizione perché credo sia l’inizio dell’innovazione. Il primo step per creare, con tecniche moderne e ingredienti intriganti, un piatto riconoscibile ma creativo.
Miseno e Baia, i due percorsi di degustazione, nascono innanzitutto per dar lustro al territorio flegreo, sono frutto di pensieri elaborati nel corso delle mie esperienze. La mia filosofia si fonda su tre principi: sapore, equilibri ed estetica: piatti essenziali ma che incuriosiscono i clienti con un tocco di creatività.
Ora è arrivata la prima stella, che cosa hai provato?
E’ stata l’esperienza più indescrivibile ed esaltante della mia vita dopo la nascita dei miei tre figli, un mix di gioia, soddisfazione e grande emozione.
Ho un legame particolare con la genovese perché mi riporta ai momenti in cui mia madre di buon mattina me la proponeva in assaggio con una fetta di pane. Il pensiero che potesse diventare uno dei miei piatti di punta mi eccitava: in uno stile “Caracol” l’ho immaginata con un crudo di tonno, cacao, limone e sugo d’arrosto.
Ad oggi il mio progetto principale è quello di rispettare a pieno il riconoscimento assegnatomi, impegnandomi a soddisfare ancora di più i miei clienti.