Sulla collina di Viticella a Quarto nel mezzo dell’Area Flegrea, Carputo Vini coltiva uve Falanghina e Piedirosso, dalla cui premitura si producono ed imbottigliano gli omonimi vini che hanno ottenuto nel 1994 l’ambito riconoscimento D.O.C.
Abbiamo intervistao la giovanissima Valentina Carputo – Responsabile comunicazione e marketing
Qual è la storia della vostra azienda?
La nostra azienda è nata quando mio padre Francesco Carputo decise di avviare una piccola attività e avvicinarsi al mondo della viticoltura per sfruttare appieno tutte le potenzialità del nostro territorio. Oggi quel piccolo sogno di mio padre è diventato una bella realtà e, da 24 anni ormai, produciamo vini e spumanti nei campi flegrei, terra fertilissima e affascinante per la presenza di una miriade di crateri spenti, tra cui la conca di Quarto in cui sorge la nostra azienda.
Operate nei Campi Flegrei, quanto conta per voi il legame con la vostra terra?
Phlegràios in greco significa ardente ed è in questi terreni ricchi di ceneri, tufi e lapilli che coltiviamo le nostre uve. È dunque la natura benevola dei Campi Flegrei a svolgere la parte più ardua del nostro lavoro, in quanto la particolare conformazione di questo territorio conferisce alle uve sapori e aromi del tutto originali e a noi non resta che raccoglierne i frutti e vinificarli cercando di lasciarli inalterati. Come spesso ripeto , la vera poesia consiste nel mettere il territorio in un bicchiere, ci proviamo ogni anno cercando di offrire un sorso di Campi Flegrei in formato bordolese.
I nostri terreni sulla collina di Viticella sono coltivati a frutteti di basso fusto e vigneti di Falanghina e Piedirosso(vitigni autoctoni) dalle quali uve si realizzano e imbottigliano gli omonimi vini che hanno ottenuto nel 1994 l’ambito riconoscimento D.O.P., parte di questi poi divengono spumanti di altissima qualità. I filari di Falanghina sono coltivati secondo la tradizione, alla puteolana, sistema che prevede che i loro tralci siano sostenuti da un palo in castagno (in latino falange) da cui trae origine il nome del vigneto.Quando parliamo di Falanghina e Piedirosso( per’e palummo) dei campi flegrei parliamo di vitigni a piede franco(non innestati)
Etalon Aglianico Campania Igp (realizzato con Aglianico di Taurasi e Piedirosso,produzione limitata 15/20000 bottiglie.Affinamento in tonneau da 5hl poi 6 mesi in bottiglia.13,5%vol)
I classici :Falanghina Campi flegrei Dop 11,5%vol e Piedirosso campi flegrei dop 12,5%vol
In forte ascesa i nostri frizzanti
Falanghina Frizzante 11,5%vol(falanghina rielaborata con la presa di spuma)
“Lapilli” Falanghina spumante 11,5%vol metodo martinotti
“Ardore” Gragnano della penisola sorrentina dop
Inoltre produciamo un rosato Frizzante di piedirosso: Amaltea
E grappa di falanghina e piedirosso barricata
Sei giovanissima e oltre a guidare l’azienda sei appena stata eletta.del.regionale delle donne del vino della Campania? Quale sarà la tua linea di condotta?
Vengo da una realtà giovane e dinamica ma saldamente legata alla tradizione, con la stessa filosofia , intendo impegnarmi nella guida di questa associazione. Abbiamo la fortuna di possedere un vastissimo patrimonio di prodotti, di sapori e di colori che caratterizza l’agricoltura campana! Tocca a noi non solo custodirlo ma anche utilizzarlo come fattore essenziale di sviluppo economico. È indispensabile accelerare in Campania, il processo di rivalutazione del nostro patrimonio agroalimentare, ponendolo al centro di una politica di promozione commerciale e di supporto alle imprese, alle associazioni di settore e ai consorzi, che alla valorizzazione di questi prodotti stanno destinando le migliori energie.
L’intenzione, in generale, è quella di contribuire a far conoscere i prodotti campani e di conseguenza i territori che li esprimono e affermare nel mondo il “made in Campania”.
Da addetta ai lavori cosa pensi del movimento del Vino campano punti di forza e di debolezza?
L’enologia regionale si caratterizza per l’enorme ricchezza varietale delle viti coltivate sul territorio: in Campania si contano infatti oltre 100 vitigni autoctoni! Un patrimonio ampelografico estremamente ricco e in grado di assicurare produzioni enologiche di spiccata originalità!Un vero e proprio primato! Questo che, senza dubbio è un punto di forza, probabilmente è però una delle cause di quello che ritengo sia un elemento di debolezza : ovvero la scarsa comunicazione e promozione del Made in Campania nel settore enologico. L’elevata frammentarietà della produzione enologica campana infatti, si riversa su una comunicazione altrettanto frammentata, che non rende giustizia alla viticoltura del nostro territorio!
Per finire dicci il tuo vino preferito e abbinarlo ad un piatto tipico della Campania.
Adoro il Per’ e’ Palumm” in italiano Piedirosso: è stato per lungo tempo sottovalutato, da sempre utilizzato per ammorbidire vini più strutturati,ma oggi pare abbia affermato la sua identità e raggiunto un posto di rilievo nel panorama enologico campano. Per questo lo potremmo definire un vino moderno! La sua delicata componente tannica, lo rende il più versatile fra i vini rossi e abbinabile anche alla cucina di mare! A me piace abbinarlo ad un grande classico della cucina campana: la parmigiana di melanzane!