L’azienda Una Garlanda, di proprietà della famiglia Stocchi, è un esempio concreto di pratiche agricole etiche. Dal 2001 si è convertita ad una produzione sostenibile non intensiva, producendo riso naturale, sano, certificato.

https://www.unagarlanda.it/
  • In particolare sono conservatori e produttori di 8 varietà antiche di riso non ibride, sotto il controllo di Crea( Consiglio per la ricerca in Agricoltura).
  • Bertone,
  • Chinese,
  • Originario,
  • Lencino,
  • Chinese
  • Ostiglia,
  • Nano,
  • Dellarole,
  • Precoce ,
  • Gallina,
  • Sancino.

Queste specie sono state abbandonate da decenni.  
Grazie al suo contributo il piccolo comune di Rovasenda, nella provincia di Vercelli è diventato uno dei principali poli della risicoltura biologica.
L’azienda è a conduzione familiare, coltivatori di riso da tre generazioni.

Nelle loro risaie lavorano senza concimi, fitofarmaci diserbanti altri prodotti chimici.

Per ritrovare la produttività naturale dei campi viene utilizzata la pacciamatura verde, un metodo studiato a livello accademico è oggetto del progetto Riso-Ssystem finanziato dal Mipaaf.
Al fine di incrementare l’agro biodiversità nei loro terreni hanno anche piantato 15.000 piante autoctone, in questo modo, mantengono il suolo alla giusta temperatura, ripopolano la fauna e producono ossigeno assorbendo anidride carbonica.

Nel dicembre 2023 azienda ha realizzato risaie sperimentali in cui intervento dell’uomo è ridotto notevolmente ed ha inoltre ottenuto la certificazione internazionale Shumei natural agricoltural.  

Dal workshop alla pratica: l’Azienda Una Garlanda come modello di
agricoltura sostenibile

L’impegno della famiglia Stocchi, si estende al di là del lavoro in risaia, declinandosi in percorsi formativi e di sensibilizzazione del pubblico. Collabora, infatti con Università e Centri di ricerca per incrementare azioni volte alla protezione della fauna e flora locale.
Il 17 gennaio 2025 proprio nel castello di Rovasenda, si è tenuto il workshop “Le Buone pratiche per la biodiversità in risaia”, organizzato da Ispra, arpa Piemonte e Università degli studi di Torino.
Manuele Mussa, marito di Mara Stocchi e contitolare dell’azienda di famiglia, crede nel biologico vero, certificato e ha condiviso la sua esperienza durante l’evento:

«Negli ultimi anni abbiamo deciso di cambiare l’impostazione delle nostre camere aziendali. Abbiamo piantumato circa 15.000 alberi lungo gli argini ed in filari all’interno delle camere, per cercare di migliorare l’agro biodiversità e richiamare anche le specie che avevano perso il loro habitat, per l’eccessiva pulizia. Abbiamo creato polyculturae, associazione che ha come finalità quella di recuperare, difendere e promuovere la biodiversità degli agroecosistemi. Collaboriamo con l’Università di Milano e l’Università politecnica delle Marche, per dare una connotazione scientifica all’associazione e certificare la biodiversità. È stato creato anche un marchio collettivo, chiamato biodiversitas, gratuito, che viene rilasciato a chiunque rispetti i criteri imposti del disciplinare. In questo abbiamo inserito diversi indicatori utili a valutare la biodiversità
vegetale e animale dell’azienda, codificati ed oggettivi. Questo marchio può diventare spendibile per le aziende, dando un valore aggiunto utile dal momento che, il biologico sta diventando troppo inflazionato, con molte importazioni a basso costo certificate solo sulla base del prodotto finale, che vengono vendute sui nostri scaffali».

Durante il seminario, sono state illustrate le tecniche di coltivazione in risicoltura biologica, codificate e schematizzate nel progetto Risobiosystem, grazie alla collaborazione di accademici dell’Università di Milano e risicoltori che hanno aderito al progetto. I risultati della ricerca sono rilevanti per lo stato della biodiversità nelle risaie italiane biologiche, sedi di conservazione per molte specie faunistiche protette. All’interno delle quali l’assenza di fitofarmaci e le buone pratiche di coltivazione favoriscono e mantengono l’agro biodiversità.

Il workshop “Le Buone pratiche per la biodiversità in risaia” ha offerto una panoramica teorica, mentre l’Azienda Una Garlanda dimostra come applicare concretamente queste idee, non soltanto abbandonando il vecchio sistema intensivo, basato sulla chimica, ma diventando un esempio per quanti vogliano in futuro convertirsi ad agricoltura etica, rispettosa dell’ambiente e della tutela della biodiversità.

Ricordiamo che anche noi consumatori, abbiamo il potere di orientare il mercato agroalimentare con le nostre scelte. È fondamentale restare informati per decidere consapevolmente in quale direzione vogliamo spingere il pianeta.

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Alessia Acunzo

Mi chiamo Alessia Acunzo 29 anni, di Napoli. Laureata in Discipline dello spettacolo. Ogni giorno cerco di pormi un obbiettivo nuovo, anche semplice da raggiungere per essere stimolata. Le mie passioni...

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