La cantina Barsento è un’azienda emergente che punta tutto sui vitigni autoctoni, dal Primitivo al Negroamaro alla Malvasia. L’azienda, sita a Noci e a pochi km da Alberobello, è un gioiello enologico scavato nella roccia calcarea a più di 13 metri di profondità.
Abbiamo intervistato l’amministratore Rocco Colucci!
Quali sono le origini dell’Azienda Vinicola Barsento?
L’attività è stata fondata nel 1969 da mio padre Pietro Colucci. Inizialmente in una struttura più piccola in centro a Noci (BA) e, già dal 1978, nell’attuale struttura. Già dagli albori l’idea era quella di produrre vini imbottigliati e di alta qualità. Cosa dimostrata dalla presenza di attrezzature all’avanguardia per l’epoca e dalla realizzazione nella stessa azienda di sale di invecchiamento e bottaie scavate nella roccia calcarea a 15 mt. di profondità. I vitigni usati sono sempre stati autoctoni del territorio delle colline della Murgia dei Trulli, nell’intento di valorizzarli insieme a tutto il territorio.
Barsento è situata a Noci a pochi chilometri da Alberobello, l’azienda nasce su una zona calcarea, come influisce sul vino?
Il territorio di Noci, per terreno ed esposizione, gode di un ambiente pedoclimatico ideale alla produzione di uve e vino di alta qualità. E’ sempre ventilato e poco umido, con grandi escursioni termiche estive che aiutano molto nella giusta maturazione delle uve. Il terreno è calcareo-argilloso, con rocce di affioro. Tali caratteristiche generano vini ricchi, intensi e longevi.
Le bellissime cantine Barsento scavate nella roccia sono visitabili tramite prenotazione, con la degustazione dei vini prodotti dall’azienda accompagnati da salumi, formaggi locali, che riscontro avete per le visite?
La nostra cantina si presta molto a visite guidate con degustazione. Il riscontro degli ospiti è molto positivo. Il percorso, oltre ad essere emozionale, prevede anche una illustrazione più tecnica dei nostri cicli produttivi. Anche se la parte più gradita della visita è, senza dubbio, la degustazione dei vini accompagnati da gustosi prodotti tipici delle nostre masserie, latticini e salumi in primis, vero vanto della nostra Noci Città dell’Enogastronomia.
Da poco avete partecipato a PRO WEIN di Dusserdolf, che riscontri avete ricevuto?
Il Prowein 2019, per ovvi motivi legati alla pandemia, è stato l’ultimo a cui abbiamo partecipato. E’ stato molto positivo, sia per i contatti commerciali che ci hanno portato nuovi clienti, sia in termini di crescita aziendale generata conoscenze dei mercati internazionali che vanno sempre aggiornati.
Alla famiglia Colucci si è affiancata la famiglia Curci, come nasce questo connubio?
E’ stata una cosa bellissima, nata da una altrettanto bella e trentennale amicizia. La famiglia Curci è una famiglia di imprenditori a capo di un importante gruppo che opera nel settore dell’Information Technology fondata dal capostipite Gianfranco Curci che, negli anni sessanta, ha avuto la lungimiranza di iniziare un’attività per l’epoca pionieristica. In un’ottica di diversificazione ed in un momento in cui la cantina aveva bisogno di un nuovo slancio, la famiglia Curci ha deciso di investire nel settore vitivinicolo. Grazie a loro ed al nostro know how, stiamo mettendo basi ancora più solide per affrontare al meglio le sfide che ci aspettano. Sia sul mercato nazionale che all’estero.
A dicembre 2018 avete presentato la vostra nuova etichetta, Ladislao, un negramaro in purezza, ci racconta le caratteristiche organolettiche?
Nell’assortimento produttivo classico dei nostri vini mancava un Negroamaro che negli anni passati avevamo sempre utilizzato in blend per il rosato ed uno dei nostri rossi. Negli utlimi decenni tale vitigno, tradizionalmente presente nel Salento, si è diffuso anche nel nostro territorio con risultati molto eleganti. Abbiamo deciso quindi di produrre un Negroamaro in purezza importante, con affinamento in botte grande. Si presenta di colore rosso intenso e impenetrabile. All’olfatto si percepiscono sentori di ciliegia matura, tabacco e carruba. Al palato è corposo, di grande struttura con tannini accentuati che bene si bilanciano con l’alcol e le note vanigliate tipiche dei vini affinati in legno.
Casaboli Primitivo Gioia del Colle è uscito a febbraio ed è stato presentato al Vinitaly 2019, che riscontro avete ricevuto?
Il Casaboli è sempre stato il prodotto di punta della nostra produzione e rappresenta la chiara espressione del territorio in cui nasce. La DOC GIOIA DEL COLLE che ha dato le nobili origini a questo grande vitigno. La paternità del Primitivo, infatti, è stata attribuita, sul finire del settecento, al sacerdote primicerio don Filippo Francesco Indellicati. Questi avrebbe notato che una qualità di vitigno si adattava più di ogni altra alle nostre terre rosse e calcaree, producendo uve abbondanti e di ottima qualità. Solo successivamente è stato portato nel salento. Oggi il nostro Casaboli, oltre ad aver ottenuto importanti riconoscimenti sulle guide di settore, è il prodotto più acquistato da importatori esteri. Di colore rosso rubino, intenso con riflessi violacei. L’impatto olfattivo è elegante, su toni fruttati di prugna, mora e amarena. Grande di spessore, fonde gradevolmente la sua morbidezza alla consistente tannicità.
Oltre a queste, le altre etichette dell’azienda Barsento sono Malicchia Mapicchia e Paturno, che vini sono?
Il Malicchia Mapicchia ed il Paturno sono altri due vini che identificano molto la nostra cantina. Sono due primitivi IGP, uno nella versione secca Il Paturno e l’altro nella versione dolce, il Malicchia Mapicchia.
Quest’ultimo risponde alla tradizione contadina dei primitivi di una volta, quelli dei nostri nonni che amavano vendemmiare quando le uve raggiungevano un grado di maturazione e zuccherino molto alto, per loro indice di grande qualità. Durante la fermentazione di tali uve, però, non tutto lo zucchero presente si trasformava in alcol ed i vini ottenuti avevano tutti un gusto tendenzialmente dolce, colore impenetrabile che colorava le bottiglie e di grande struttura. Con il Malicchia Mapicchia abbiamo voluto riprendere questa tradizione. Al naso presenta chiari sentori di frutta fresca, prugne e fragole. Forte, pieno, dolce e di gran vinosità al palato.
Il Malicchia Mapicchia è vino da meditazione disposto ad ogni tipo di combinazione: dai dolci alla pasta secca, ai formaggi stagionati, aromatici, piccanti o erborinati, magari serviti con le confetture a creare uno splendido contrasto tra il gusto forte e quello dolce. Ideale anche accompagnato a secondi di carne conditi con salse a base di frutta.
Il Paturno è, invece, un vino rosso più versatile che, pur essendo abbastanza strutturato, si presta ad un consumo più trasversale. Anche il Paturno ha ottenuto importanti riconoscimenti. Questi due vini sono affinati solo in acciaio.
Avete anche uno shop on-line, quali sono i risultati e quali sono i paesi che apprezzano di più i vini Barsento?
La vendita on line in Italia si sta sviluppando molto anche se siamo ancora molto lontani da certe performance di altri paesi. Noi abbiamo ottimi risultati di vendita generati da investimenti in tal senso , ma anche dovuti al crollo dei consumi fuori casa del 2020. I nostri clienti dello shop sono maggiormente rappresentati da winelovers dell’Italia centro-settentrionale e del nord Europa.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Siamo in uscita con una linea di prodotti più giovani destinati ad un target millenial con un packaging accattivante realizzato da un artista digitale, Claudio Castellana. Si chiamerà W’HEART! (Wine, Heart, Art…. Vino, Cuore, Arte). Tali vini rispondono ad un modello di consumo più easy e conviviale, sperando che questo momento particolare passi in fretta e che si torni tutti a bere in compagnia.