L’eccellenza vitivinicola italiana in giro per il mondo.
Parterre delle grandi occasioni per l’appuntamento veronese dei Vini d’Italia 2022 del Gambero Rosso.
La guida è stata presenta a Roma il 16 e 17 ottobre dello scorso anno. In quell’occasione si è tenuta anche la premiazione dei Tre Bicchieri. Presenti il curatore della guida Marco Sabellico e tantissimi ospiti nazionali e internazionali.
Così come internazionale è il tour che Gambero Rosso sta svolgendo portando avanti una importante opera di diffusione e promozione del vino italiano.
Dalla prima tappa di Londra nel marzo scorso passando per la Svizzera e approdando a Verona in occasione della 54° edizione del Vinitaly, Vini d’Italia 2022 sbarca negli States. Da qui proseguirà in seguito con un giro che toccherà le più importanti città del mondo, fino a tornare nuovamente a Roma ad ottobre 2023, per la presentazione della nuova guida e da lì ripartire alla conquista del globo.
Un importante scenario quello della Guida Vini d’Italia che negli ultimi 35 anni ha accompagnato la crescita dell’enologia italiana. E che oggi, anche grazie al contributo del Gambero Rosso, viaggia veloce verso vette di eccellenza sempre più alte. Questa la tendenza confermata anche dalle dichiarazioni del Presidente Paolo Cuccia e dell’Amministratore Delegato Luigi Salerno.
Quello che emerge dalla guida 2022 infatti è proprio il buon livello raggiunto dal vino italiano in tutta la penisola. Sono stati 1982 i vini arrivati in finale e 476 quelli che hanno ottenuto il riconoscimento dei tre bicchieri. Questo testimonia l’impegno dei produttori italiani anche in vista di una diffusione delle nostre produzioni a livello internazionale.
Importante quindi il tour mondiale organizzato dal Gambero Rosso proprio per portare a conoscenza degli esperti internazionali l’eccellenza del vino italiano.
Domenica 10 aprile presso la sala Argento del Palaexpo di Verona Fiere si è svolto il wine tasting dei vini selezionati dalla Guida.
Impossibile fare una classifica nella classifica vista l’eccellenza della proposta.
Sicuramente ci sono stati calici che hanno lasciato una maggiore suggestione di altri, riconducibile sicuramente a un mero gusto personale.
Come non menzionare due tra le bolle probabilmente più affascianti del panorama italiano.“La Riserva del Fondatore” 2010 di Giulio Ferrari, il Trento Doc per eccellenza. E ancora “AnnaMaria Clementi” 2011 di Cà del Bosco, espressione perfetta della Franciacorta, altro grande terroir italiano famoso per la spumantizzazione.
Così come ci è piaciuto, per citarne ancora qualcuno, il “Duemani” 2018, Costa Toscana, un cabernet franc 100%, un rosso dall’equlibrio perfetto grazie al passaggio in barriques di rovere francese per 20 mesi. E ancora, per restare in Toscana l’Argiano 2016, Brunello di Montalcino che non ha bisogno di descrizioni.
Piccolo salto in Piemonte con il Barolo 2017 dell’azienda Comm. G.B. Burlotto, poesia nel calice, direttamente da uno dei territori più vocati per la vitivinicoltura in Italia.